martedì 18 agosto 2015
Cefalonia. Illuminarono il Cielo dell'Isola
“ILLLUMINARONO IL
CIELO DELL’ISOLA”
“Don Formato ha con sé – dice il
Bronzini – due borse di cuoio e due zaini pieni di lettere e di ricordi che gli
ufficiali hanno lasciato perché fossero recapitati alle loro famiglie”.
“Tutti gli oggetti consegnatimi dai
singoli, con i portafogli con gli indirizzi e le lettere per le famiglie, con
gli appunti delle ultime volontà e di delicatissime commissioni – conferma P.
Formato – io avevo raccolti in due borse di cuoio e due zaini. Mi fu, con inganno,
presa anche questa sacra eredità delle povere famiglie, con la promessa che mi
sarebbe stata restituita ogni cosa. Ma per quanto, successivamente, io abbia
supplicato, più nulla sono riuscito a riavere. In seguito mi fu detto che ogni
cosa era stata inviata alla Croce Rossa di Atene. Ciò è risultato non vero”.
“Io stesso e tutti gli altri siamo
stati privati di tutto, tranne quei leggeri panni che avevamo sulla persona.
“Pregai ripetutamente che mi facessero
seppellire i poveri morti. Promisero, elusero, ingannarono: quando tornammo in
Argostoli anche io fui chiuso prigioniero con gli altri: non mi permisero
neppure di fare una sommaria ricognizione delle salme o di compilare un elenco
degli uccisi, di modo che non so il numero esatto di tutti i caduti né il nome
e l’indirizzo di molti di essi”.
“Seppi dopo ch la maggior parte delle
salme non furono seppellite. Invece, per parecchie sere, illuminarono il cielo
dell’isola con i loro roghi. Le salme, accatastate ed impregnate di benzina,
furono bruciate”.
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