Traduzione

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.

Translate

Cerca nel blog

mercoledì 30 giugno 2021

La Guerra di Liberazione. Le Divisioni Ausiliarie

 


Uno dei contributi più sottovalutati è quello delle Divisione Ausiliarie nel quadro del contributo dell’Italia alla campagna degli Alleati. Fu un contributo massiccio che incise in modo massiccio nello svolgimento della campagna. Gli alleati avevano i materiali ed i mezzi, ma non avevano gli uomini. Lo stesso problema lo avevano i tedeschi; questi ricorsero all’arruolamento forzato e, tramite la Organizzazione Todt, anche con mezzi estremamente coercitivi. Gli Alleati, con molta più eleganza si avvalsero delle Divisioni Ausiliare e con questa soluzione si guadagnarono la simpatia ed il consenso della popolazione. La organizzazione logistica alleata prevedeva la Peninsular Base Section P.B.S. con porto principale a Napoli che sostenva la V Armata Statunitense. La VIII Armata era sostenuta dai distretti logistici britannici che avevano come porti principali prima Bari e poi Ancona. Gli alleati chiesero alle autorità militare italiani gli uomini necessari al funzionamento di tutti i servizi logistici.

 

“Già nel dicembre 1943 erano stati impiegati nelle attività dei servizi alleati circa 95.000 militari italiani. Nel 1944 il loro numero salì a 163.377, con questa ripartizione: 76.664 per lavori di manovalanza e rifornimento, 19.102 in reparti genio, 8.833 autieri, 2.023 meccanici di officina, 9.284 con compiti di difesa contraerea, 25.914 in servizi di guardia e di polizia militare, 6.963 in unità salmerie, 14.594 con mansioni diverse. Un ulteriore aumento si verificò nel 1945, allorché venne raggiunta la punta massima di 195.000 uomini impiegati nelle attività in argomento.

Diamo ora qualche breve dettaglio ordinativo.  Per corrispondere alle esigenze prospettate dagli Alleati, lo Stato Maggiore R. Esercito procedette alla costituzione di otto grandi Unità "amministrative": quattro mediante la trasformazione di altrettante costiere (205a, 209a, 210a, 229a) e quattro ex novo (228a, 230a, 231a e Comando italiano 212, quest'ultimo avente una forza che nel 1945 sfiorò i 60.000 uomini).

La composizione di quelle Unità era variamente articolata come organici. A cura dell'Ispettorato Truppe Ausiliarie, appositamente istituito dallo Stato Maggiore Regio Esercito, vennero complessivamente creati tredici reggimenti pionieri, cinque reggimenti lavoratori, quarantadue battaglioni servizi, ventisei battaglioni guardie, cinque battaglioni ferrovieri, sette battaglioni portuali, ottantatré compagnie del genio, ottantuno compagnie autieri, trentatré reparti salmerie e portatori, nonché numerose altre unità specialistiche, con non raro interscambio di uomini e di denominazione.

L'opera degli "ausiliari" fu oscura ma molto preziosa: usiamo quest'ultimo aggettivo senza eccezioni di sorta, perché si addice all'intero arco delle attività, dagli "umili" lavori di manovalanza e scarico svolti nei porti all'impegno rischiosissimo dei bravi genieri, che resero inoffensive oltre 500.000 mine, come il fronte si spostava verso nord.

Va aggiunto che consistenti nuclei di tre Unità ausiliarie – 210a, 228a e Comando 212 - offrirono in più occasioni un contributo anche operativo. Giunti infatti nelle prime linee mentre vi infuriavano combattimenti, i nostri militari non esitarono a parteciparvi distinguendosi per bravura. Sono significative, in proposito, le perdite subite: 744 caduti, 2.252 feriti, 109 dispersi.”[1]



[1] Loi S. I Rapporti fra alleati e italiani nella cobelligeranza, cit., pag. 119

domenica 20 giugno 2021

Gruppo di Combattimento "Cremona". Impiego 1945

 


Cremona

Nasce dal reimpiego dei reparti che già costituivano la Divsione “Cremona” che nel settembre 1943 era stanziata in Corsica e, integra, era stata trasferita in Sardegna. Era al comando del generale Clemente Palmieri, e come vicecomandante il generale Giacomo Zanussi, e coma capo di SM il colonnello Pederzani. Il Cremona inquadrava il 21° e 22° reggimento fanteria, il 7° Reggimento fanteria, il CXLIV battaglioni misto genio, due sezioni di Carabinieri Reali, servizi (amministrazione, sussistenza, sanitario, automobilistico, munizioni, carburanti ecc.). Era inserito nell’organico il 51° BLU, il nucleo di collegamento composto da ufficiali britannici

 

“Il "Cremona" fu inviato in linea ancora incompleto di organici nel gennaio 1945, inquadrato nel I Corpo canadese.  Il tratto di fronte affidato alla Unità italiana si estendeva dalla ferrovia Alfonsine-Ravenna   al mare.

Gli ordini degli Alleati furono, per i primi mesi, quelli di esercitare una resistenza passiva. Il 13 gennaio il nemico attaccò la linea appena occupata da due battaglioni del 21° fanteria; riuscì a conquistare diversi caposaldi avanzati, subito però ripresi dai nostri reparti. Nei giorni successivi i Tedeschi insistettero nelle loro azioni di disturbo, che estesero al settore del 22° fanteria. Ebbero la meglio su alcuni presidi minori; quello che difendeva Casal Martini non retrocedette di un palmo, immolandosi sul posto.

A fine febbraio il "Cremona", che temporaneamente inquadrò la brigata partigiana "Mario Gordini", passò alle dipendenze del V Corpo inglese.

Il 2 marzo la Unità italiana mosse all’attacco, con due battaglioni, del saliente nemico dal passo di Primaro all'Adriatico. I nostri fanti, superate le prime resistenze, vennero fermati dalla decisa reazione avversaria e dalla presenza di numerosi campi minati che rendevano ardua l'avanzata dei carri assegnati in appoggio. Ripetuta l'indomani, l'azione si concluse con pieno successo.

Dal 10 al 13 aprile il "Cremona" prese parte alla operazione "Sonia", contribuendo alla rottura della linea del Senio ed al forzamento del Santerno. Furono liberate Fusignano e Alfonsine, dove entrarono i fanti del 21° reggimento, comandato dal col. Musco. La via per Ferrara era aperta.

Il Gruppo venne poi schierato fra la 56a Divisione inglese (sulla destra) e la brigata "Mario Gordini" e unità di commandos inglesi (sulla sinistra), col compito di conquistare Ariano Polesine.

Il 21° Reggimento fanteria attraversò il Po di Volano con mezzi di circostanza e su una passerella gettata dagli abitanti di Massa Fiscaglia, e nel tardo pomeriggio del 23 aprile raggiungeva Ariano. All'alba dell'indomani investì le posizioni tedesche, e dopo averle espugnate costituì una testa di ponte al di là del Po di Goro. L'avanzata del Gruppo non ebbe soste. Fu liberata Adria, venne forzato il ponte di Cavarzere.  Infine, tra l’entusiasmo della popolazione, fu raggiunta Venezia.      

Il “Cremona" aveva subito queste perdite: 208 caduti, circa 400 feriti.”[1]   



[1] Loi S. I Rapporti fra alleati e italiani nella cobelligeranza, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, Roma, 1986. Cit. 152 e segg.

giovedì 10 giugno 2021

Ricerche sul partigiano combattente Giovanni Bertola


Filippo Bergonzoli scrive:


. Mio nonno, Giovanni Bertola, nato a Palermo nel 1922 e morto a Loano nel 1999 (quando avevo 9 anni) è stato infatti granatiere a Roma e già in pensione nel Ruolo d'Onore, è diventato Generale di corpo d'armata. Purtroppo mia madre e mia zia non sanno molto della sua carriera sia durante la guerra (sembrerebbe infatti che dall'Accademia di Modena sotto il comando del colonnello Duca Giovanni si sia unito col gruppo partigiano Italia e Vittorio Emanuele del generale Rovero) sia dopo. Mi piacerebbe, visto che di lui possiedo moltissime mostrine, stelle, cappelli e medaglie disordinate e impolverate cercare di ricostruire la sua carriera militare come granatiere e come patriota nella guerra di liberazione.

Chiedo a.........ulteriori informazioni in merito a Giovanni Bartola
 
In allegato troverà il famoso convegno a cui partecipò anche il mio professore Piero Pastoretto e alcuni documenti di mio nonno da partigiano/patriota. Mi piacerebbe molto infatti trovare qualche documento sulla IVE e sulla sua reale appartenenza ad essa, oltre naturalmente alla sua carriera militare successiva e conclusasi col pensionamento del 1979 

Spero lei possa aiutarmi a rendere più chiara questa pagina storica del mio nonno, colgo l'occasione per augurarle cordiali saluti


In Relazione a questa richiesta pubblichiamo i documenti a corredo







Chi avesse notizie in merito a questa richiesta è pregato di scrivere alla seguente email
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org.