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giovedì 31 dicembre 2020

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domenica 20 dicembre 2020

sabato 5 dicembre 2020

1944. La guerra di liberazione all'estero Grecia Creta

 

A Creta, all’inizio del 1944 il quadro generale della situazione dei soldati italiani era sostanzialmente mutato rispetto a quello delineatosi all’indomani della fine dei combattimenti nell’autunno del 1943. Erano ancora in vita le due organizzazioni create nel novembre del 1943 create dal S. Ten Riccioni, il fronte italiano clandestino, che operava fra i soldati italiana aderenti ed “i franchi tiratori”, composto da soldati italiani non aderenti datisi alla macchia. Entrambe le organizzazioni erano dedite alla raccolta delle informazioni e quindi in contatto con ufficiali di collegamento alleati presenti sull’isola, ed al sabotaggio.

I Tedeschi avevano provveduto a trasferire il maggior numero di soldati italiani non aderenti in continente, secondo gli ordini di Berlino, basati sulla necessità di avere mano d’opera in Germania. Nella tarda primavera del 1944 significative aliquote di forze tedesche furono trasferite da Creta bella Grecia continentale; fu questo uno dei motivi per cui il Comando tedesco concesse magnanimamente una interessata amnistia ai soldati italiani “franchi tiratori”. Le forze tedesche passarono da 10/12.000 uomini a una consistenza di 4/500 uomini. Fu costruito un perimetro difensivo di 20 km con epicentro La Canea, che formò un unico caposaldo, mentre il resto del territorio fu abbandonato dai tedeschi. Nel mese di settembre il S. Ten Riccioni ha alle sue dipendenze circa 400 uomini armati e pronti all’azione; emergono come per il resto della Grecia le difficoltà, ovvero elementi della resistenza greca e la stessa popolazione di Creta vedono negli italiani non combattenti contro i tedeschi, ma solo ed ancora come occupatori e le lor azioni vengono interpretate come un nuovo modo per poi riprendere il potere a Creta. In questo quadro, anche per il fatto che ormai il numero dei soldati italiani in armi aveva raggiunto le oltre 2000 unità, anche in virtù delle pressioni della Missione Alleata, fu creato l’Ufficio Raccolta Italiani Liberi in Creta che ebbe il compito di raccogliere tutti gli i militari italiani che vagavano per l’isola ed evacuarli in continente il più presto possibile. Questa azione diede i suoi frutti e nel mese di dicembre 1944 ci furono i primi due imbarchi con destinazione Alessandria d’Egitto. Creta fu dichiara nel settembre 1944 “piazzaforte” come Rodi e Lero. La presenza di militari italiani aderenti rimaneva consistente dando vita ad una terza fase che si concluderà solo con la fine della guerra. I soldati italiani aderenti, che inizialmente erano stati frammischiati ai reparti tedesco, nel settembre 1944 furono su decisione dei tedeschi raggruppati in un’unica unità interamente italia, che fu definita la “Legione volontari”, su tre battaglioni, che si affiancava alla Legione della M.V.S.N. che aveva aderito nei giorni armistiziali. In totale 3-400 uomini a cui dovrebbero essere sottratti tutti coloro che furono “depurati” e quindi andarono a ripopolare i campi di concentramento lasciati vuoti dagli I.M.I.  a suo tempo trasportati in continente. La “Legione” fu oggetto dell’attività dei “franchi tiratori”, come vedremo per tutti i mesi del 1945 fino alla fine della guerra

 

Nelle misure preventive per lo sgombero dell’area balcanica in relazione all’andamento delle operazioni sia ad oriente che in Grecia, i tedeschi progettarono misure per ritirare il maggior numero di propri soldati dalle isole dell’Egeo, mentre, data le difficoltà dei trasporti marittimi ed aerei inizialemnte di larga massima diedero ordini di non trasportare i soldati non aderenti che dovevano essere lasciati sul posto. Nella seconda metà del 1944 quando l’ordine di sgombero divenne attuativo, fu dato orine di non trasportare in continente anche gli aderenti, e tale ordine divenne tassativo nel settembre-ottobre 1944. Nel 1944 la Wehrmacht sgomberò le isole greche nelle date segnate tra parentesi: Lesbo e Chio (11 settembre) Zacinto (12 settembre) Cefalonia (13 settembre) Simi (26 settembre) Corfù (30 settembre) Samo (-1 ottobre) Stampalia (2 ottobre) Nisiro e Scarpanto (6 ottobre) e Lemno (18 ottobre). Per inciso i porti principali di arrivo dalle isole greche erano Atene e Salonicco. Quando a fine ottobre 1944 si rese necessario sgombrare anche Salonicco non fu più possibile recuperare i soldati tedeschi di Creta, Rodi e Lero. Queste isole furono dichiarate “piazzeforti” con l’ordine di difendersi fino all’ultima cartuccia. Rimasero così a Creta 11.828 tedeschi e 4737 italiani; a Rodi 6356 tedeschi e 4097 italiani, a Lero 3228 tedeschi e 809 italiani, a Coo 1116 tedeschi e 611 italiani e a Calino 193 tedeschi ed 1 italiano. Nelle isole greche, all’indomani della ritirata tedesca, nell’autunno del 1944 erano rimasti circa 10255 soldati italiani, dei quali 7455 aderenti e circa 2800 non aderenti.