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venerdì 30 luglio 2021

Il gruppo di Combattimento Legnano nella offensiva finale

 


Gruppo di Combattimento “Legnano”

E’ l’erede deli reparti del I Raggruppamento Motorizzato, nato dall’ordinamento della Divisione Legnano nel settembre 1943, poi ossatura del Corpo Italiano di Liberazione. Era al comando del generale Umberto Utili, già comandante del C.I.L., come vicecomandante il gen. Giovanni Imperiali e come capo di SM prima  il colonnello Lombardo, poi il col. Federico Garofali. Il “Legnano” inquadrava il 68° Reggimento fanteria, il IX Reparto d’Assalto, il Reggimento speciale su due battaglioni alpini e battaglione bersaglieri “Goito”, l’ 11° Reggimento artiglieria, il LI battaglione misto genio, due sezioni di Carabinieri Reali, ed i servizi divisionali (amministrazione, sussistenza, sanitario, automobilistico, munizioni, carburanti ecc.). Era inserito nell’organico il 52° BLU, il nucleo di collegamento composto da ufficiali britannici

               

“Il “Legnano” entrò in linea il 23 marzo 1945, nel settore dell’Idice, avendo alla sua destra la 10ª divisione indiana (8ª Armata) e alla sua sinistra la 91a Divisione statunitense (V Armata), quindi nel delicato punto di saldatura fra le due Grandi Unità alleate. Il tratto di fronte affidato al Gruppo italiano si estendeva per circa 9 chilometri in un terreno di limitato sviluppo altimetrico, ma dalle caratteristiche morfologiche della montagna: declivi scoscesi, avvallamenti e calanchi profondi, creste sottili, agglomerati rocciosi a pareti verticali. Il nemico, sistemato a difesa sulla linea Poggio Scanno-Monte Armato, dominava l'intera zona a cavallo dell'Idice.

All'alba del 10 aprile, in esecuzione di un piano inteso a disorientare l'avversario sui tempi e sulle direttrici della ormai imminente avanzata generale, una compagnia e un plotone del IX Reparto d'assalto investirono Parrocchia del Vignale e q. 459.

Il giorno 16 il "Legnano" mosse con obiettivo Bologna. Gli alpini del battaglione "Piemonte" conquistarono il caposaldo nemico di q. 363, i fanti del II/68° le posizioni dei roccioni di Pizzano. Il 20 aprile il battaglione bersaglieri "Goito" espugnò il sistema difensivo di Poggio Scanno e, mentre il battaglione alpino "L'Aquila", il IX reparto d'assalto e i fanti del 68° raggiungevano tutti i loro obiettivi, puntò su Bologna, facendovi il suo ingresso l'indomani alle 9.30.

L'impegno del Gruppo si protrasse ancora. Una colonna di formazione raggiunse Brescia il 29 e Bergamo l’indomani; reparti alpini il 2 maggio entravano a Torino. Lo stesso giorno una compagnia del I/68° fanteria ebbe la meglio su elementi tedeschi in Val di Sabbia.

Il ciclo operativo del "Legnano", pur esauritosi nel breve arco di quaranta giorni, era stato contrassegnato da significativi successi. Questo fu il bilancio delle perdite subite: 55 caduti, 279 feriti.”[1]

 



[1] Loi S. I Rapporti fra alleati e italiani nella cobelligeranza, cit., pag. 156

martedì 20 luglio 2021

Gruppo di Combattimento "Friuli". Impiego 1945


 

Gruppo di Combattimento “Friuli”

Anche questo Gruppo di Combattimento come il “Cremona” nasce dal reimpiego dei reparti che già costituivano la Divisione “Cremona” che nel settembre 1943 era stanziata in Corsica e, integra, era stata trasferita in Sardegna. Era al comando del generale Arturo Scattini, e come vicecomandante il generale Giancarlo Ticchioni, e coma capo di SM il ten. col. Guido Vedovato. Il “Cremona” inquadrava il 87° e 88° Reggimento fanteria, il 35° Reggimento artiglieria, il battaglione misto genio divisionale, due sezioni di Carabinieri Reali, un reparto trasporti e rifornimenti, ed i servizi divisionali (amministrazione, sussistenza, sanitario, automobilistico, munizioni, carburanti ecc.). Era inserito nell’organico il 50° BLU, il nucleo di collegamento composto da ufficiali britannici.

 

“L’impegno del Gruppo di Combattimento “Fiuli” fu all'inizio difensivo: si presentava piuttosto difficile perché nel tratto di fronte assegnatogli si profilava un saliente nemico dal quale avrebbe potuto prendere l'avvio una manovra di aggiramento delle Unità alleate schierate ai lati. I Tedeschi avevano concentrato nella zona truppe scelte.

Il 12 febbraio 1945 venne respinto un attacco avversario all'altezza di Casa Barbanfusa. Nei giorni successivi reparti dell'88° Reggimento fanteria occuparono q. 92, nei dintorni di Riolo Bagni. Quel caposaldo fu aspramente conteso: venne riconquistato dai Tedeschi il 14 marzo, e ripreso dai nostri quarantott’ore dopo.

Alla fine di marzo 1945 il generale Hawkesworth, comandante del X Corpo britannico, ordinò al "Friuli" di costituire una testa di ponte oltre il Senio fra Poggio (escluso) e Cuffiano (compreso). L'azione, fallita il 10 aprile per la violentissima reazione del nemico, venne ripetuta con successo l'indomani.

Il Gruppo avanzò quindi verso il Santerno, concorrendo indirettamente alla occupazione di Imola da parte di truppe polacche. Il 16 aprile i fanti del "Friuli", nonostante la ferma e tenace reazione avversaria, oltrepassarono il Sillaro, costituendo oltre quel corso d'acqua una testa di ponte che i Tedeschi tentarono vanamente di eliminare. Il 18 e il 19 furono investite le posizioni nemiche di Casalecchio dei Conti, mentre sulla sinistra operava, contro il capo saldo germanico di Grizzano, il Gruppo di combattimento "Folgore".

Varcato l'Idice, i reparti del "Friuli" puntarono su Bologna, raggiunta alle 8 del 21 aprile. 1945

Il 2 maggio si concludevano le operazioni di guerra sul territorio italiano.  La bella Unità aveva offerto un contributo di bravura e di sangue, testimoniato da queste cifre: feriti, 61 dispersi.”[1]

 



[1] Loi S. I Rapporti fra alleati e italiani nella cobelligeranza, cit., pag. 154

sabato 10 luglio 2021

Gruppo di Combattimento "Folgore". Impiego 1945

 


Gruppo di Combattimento “Folgore”

Il Gruppo di Combattimento “Folgore, che aveva assunto il nome della Divisione “Folgore che si era ben distinta in Africa settentrionale e soprattutto alla battaglia di El Alamein, era integralmente composto da elementi della Brigata “Nembo” del disciolto Corpo Italiano di Liberazione. Si era costituito il 24 settembre 1944 ed era al comando del generale Giorgio Morici, e come vicecomandante il col. Ezio de Michelis, e come capo di SM il ten. Col..Giovanni De Martino Il “Folgore” inquadrava il Reggimento fanteria paracadutisti “Nembo”, il Reggimento di marina 2San Marco” il Reggimento artiglieria “Folgore”, un  battaglione misto genio, due sezioni di Carabinieri Reali, un reparto trasporti e rifornimenti, ed i servizi divisionali (amministrazione, sussistenza, sanitario, automobilistico, munizioni, carburanti ecc.). Era inserito nell’organico il 53° BLU, il nucleo di collegamento composto da ufficiali britannici.

 

“Il "Folgore", posto alle dipendenze del XIII Corpo britannico, venne schierato sulle posizioni fra il Senio ed il Santerno nella notte del 1° marzo 1945. Gli vennero assegnati rinforzi britannici.

La linea affidata al Gruppo si estendeva per circa 14 chilometri, in un terreno molto accidentato, dal fondo in massima parte argilloso, reso ineguale da numerosi rilievi di altezza modesta ma inframezzati da speroni con dorsali molto ripide, e solcato da diversi corsi d'acqua a regime torrenziale; nel centro, all'altezza di Tossignano (punto di forza dello schieramento avversario) stavano le posizioni contrapposte di Vena del Gesso, aspro gradino roccioso. In parole brevi, un settore difficile per chi si proponeva di svolgervi azioni offensive, e favorevole invece a chi vi era sistemato a difesa.

Nel mese di marzo si ebbe una intensa attività di pattuglie da entrambe le parti. I paracadutisti, per saggiare la capacità di reazione del nemico, assalirono di sorpresa le posizioni "i boschi dell’Acqua Santa" e quelle di casa Colonna.

Il 10 aprile l'intero fronte alleato era in movimento. Nuclei esploranti del "Folgore" accertarono che il nemico si accingeva a sgomberare Tossignano. Fu impartito l'ordine di avanzare, e i reparti del Gruppo, attraversando campi minati, agganciarono le retroguardie nemiche. L'11 aprile venne occupata Tossignano. Il 14, dopo aspri combattimenti, furono conquistate le posizioni di Pieve Sant'Andrea, monte Bello, Casalpidio.

Il 19 aprile venne espugnato, dai paracadutisti, il caposaldo tedesco di Grizzano. L'indomani il reggimento Nembo raggiunse Matteuzza e Parrocchia di Cappella, mentre il battaglione Caorle, del reggimento San Marco occupava l'abitato di Poggio Ribano.

Bologna era ormai vicina, ma un ordine superiore indirizzò il Gruppo in altra zona, mentre le ostilità volgevano ormai al termine.

Il "Folgore", in due mesi di ininterrotto impiego, aveva subito queste perdite: 164 caduti, 244 feriti, 14 dispersi.”[1]



[1] Loi S. I Rapporti fra alleati e italiani nella cobelligeranza, cit., pag. 154