La Liberazione di Ascoli Piceno non presenta aspetti particolari. I tedeschi, vista la posizione della città, nel quadro generale della rettifica del fronte, all’alba del 18 giugno 1944 la abbandonarono totalemte. Verso le 12,30, quando la città aspettava, prostata dalla situazione di guerra, arrivò una pattuglia della 184a compagnia motociclisti della “Nembo”. Fu per il C.I.L. un movimento logistico, in quanto i reparti avanzanti raggiunsero la città nelle ore e nei giorni successivi, accolti dalla popolazione in festa, sorpresa di essere stata liberata da soldati italiani.
Da notare che è di questi giorni l’iniziativa di costituire un battaglione della divisione “Nembo” da lanciare nella zona di Firenze in appoggio alle bande di patrioti ivi operanti e con l’obiettivo di liberare Firenze. Nonostante il parere contrario del gen. Utili, il CLXXXV battaglione paracadutisti “Nembo” fu trasferito nella zona di Brindisi a disposizione della I Forza Speciale alleata per la preparazione e l’addestramento speciale. A sostituire il battaglione paracadutisti, furono mandati due battaglioni della Regia Marina: il “Bafile” ed il “Grado” i quali formarono nel C.I.L. il reggimento Marina. Assegnato alla II brigata.
La liberazione di Macerata divenne l’obiettivo successivo a quello della liberazione di Ascoli Piceno. La situazione tattica era incentrata sull’inseguimento del nemico, che si ritirava e sgombrava le posizioni senza fare ostacolo attivo. La 184a compagnia motociclisti, che aveva l’ordine di raggiungere Macerata, trovo una prima resistenza nella zona di Sarnano; superata questa con l’affluire di nuove forze. Il 21 giugno la compagnia prosegui il suo movimento verso Macerata, ma fu fermata, da forze consistenti tedesche, nella zona di Colbuccaro ed Abbadia di Fiastra, a sud di Macerata. Accorreva a sostegno il XVI battaglione del 183° reggimento fanteria. I combattimenti in questa zona divennero consistenti.
Si era riusciti a prendere contatto e chiarire le intenzioni del nemico. Ma ad una analisi delle informazioni i tedeschi non sembravano intenzionati ad opporre una seria resistenza. La linea che tenevano erano le alture tra il fiume Chienti e Macerata con distaccamenti a Caldarola, Tolentino e Camerino. Si calcolava che non vi erano più di 1000 tedeschi schierati con mitragliatrici e poca artiglieria.
La situazione consigliava di raccogliere le forze del C.I.L: e poi procedere. Cosa che fu fatto e che permise, il 26 giugno di lanciarsi in avanti nel seguente modo:
a) il XV battaglione del 183° reggimento fanteria e la 184a compagnia motociclisti di attaccare lungo la strada Sforzacosta- Macerata Villa Potenza
b) Il XVI battaglione dello stesso reggimento di proteggere queste truppe dalle provenienze di Tolentino
c) All’artiglieria, schiera nella zona di Fiastra, di appoggiare l’attacco.
Questo attacco non riuscì, per via della reazione tedesca, che fu particolarmente violenta. Le perdite furono di 9 morti e 24 feriti.
Si studiò di nuovo un piano per la conquista di Macerata. Le ipotesi erano tre: attacco frontale della città; attacco avvolgente da est; attacco avvolgente da ovest. Mentre si stavano studiando queste ipotesi, e le truppe serravano sulle posizioni di partenza, nella notte sul 30 giugno i tedeschi ripresero il movimento retrogrado, sgombrando Macerata. Era la tattica tedesca di arresto momentaneo, volto a far montare un attacco al C.I.L., per poi, risparmiando forze, sganciarsi manovrando in ritirata.
Alle 10 del 30 giugno pattuglie del 183° reggimento paracadutisti passarono il Chienti in direzione di Sforzacosta seguite da elementi del XV e del XVI battaglione. Verso le 15, queste forze, proseguendo l’azione, entrarono in Macerata impegnando gli ultimi elementi ritardatori tedeschi . A sera la città era interamente occupata.
A seguito della azione su Macerata, la azione sulla sinistra dello schieramento, pattuglie del CLXXXIV battaglioni guastatori occupavano la quota 445 di Colle Tolentino, mentre elementi motociclisti muovevano da San Ginesio verso Tolentino che veniva liberata alla sera del 30 giugno. Il I luglio l’intera I brigata, con tutto il XXXIII battaglione bersaglieri raggiunse e presidiò Tolentino. La vallata del Chienti era in mano del C.I.L.
All’alba del 1 luglio 1944 ripreso il movimento il 183° reggimento paracadutisti alle 7,45 raggiunse Villa Potenza e quindi prendeva posizione lungo il fiume potenza, iniziando a riconoscere il terreno verso Nord.
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