martedì 18 agosto 2015
Cefalonia. Alla fine, uno alla volta, firmiamo tutti
“ALLA FINE, UNO
ALLA VOLTA, FIRMIAMO TUTTI”
“L’annuncio della grazia – dice il
capitano Bronzini – provoca in noi un enorme turbamento. Ed un grande tremito
scuote ora le nostre membra. L’interprete fa sentire di nuovo la sua voce: “Il
comando tedesco vuole che voi non commettiate più atti ostili contro la
Germania e le sue forze armate. Siete disposti a prometterlo?”. Tutti
rispondiamo di sì. Allora alcuni soldati tedeschi vengono inviati in macchina
ad Argostoli per prendere carta e macchina da scrivere. Il comando tedesco ci
presenterà una dichiarazione che dobbiamo firmare personalmente. Noi intanto
attendiamo alla “Casa Rossa”.
“Vidi una scena – dice P. Formato –
che mi riempì di terrore e di sdegno: i soldati tedeschi lasciati liberi, si
scagliarono come jene sugli indumenti lasciati nel recinto dagli ufficiali
uccisi, depredando tutto”.
“Alcuni soldati tedeschi – continua il
Bronzini – quelli che durante l’esecuzione erano tristi (uno ad un certo
momento, l’ho visti io piangere) adesso ridono di gioia. Ci stringono a tutti
la mano e dall’espressione dei loro volti e dalla cordialità dei gesti, ci
accorgiamo che il loro sentimento è sincero. Un nostro ufficiale che parla
tedesco li interroga: sono quasi tutti austriaci. C’è fra di essi (quello che
ho visto piangere) un russo. Essi ci danno qualche sigaretta e ci offrono
acqua”.
“Da che non c’è più il rumore della
fucileria, sovrasta il silenzio campestre”.
“Passano i soldati del plotone di
esecuzione. Chiacchierammo far loro allegramente. Perché, ci dice l’interprete,
dopo che hanno “lavorato” tutta la mattina, possono finalmente recarsi al
bagno, e poi al rancio”.
“Ritornano i soldati con la
dichiarazione preparata dal comando tedesco. Contrariamente a quello che ci era
stato richiesto, la dichiarazione suona così: “Dichiaro di voler far parte
delle forze armate tedesche con qualunque grado e condizione, contro chiunque”.
C’è allora fra di noi – più di tutti il capitano Italo Postal – che dichiara di
non voler firmare. Ma don Formato, consultato in proposito, dice: “è un
giuramento strappato a gente non in libertà di coscienza. Firmate. Non ha
nessun valore morale”.
“Alla fine, uno alla volta, firmiamo
tutti”.
“Dopodiché montammo tutti su una
autocarretta e fummo trasportati ad Argostoli”.
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