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martedì 28 febbraio 2023

Dizionario minimo della Grande Guerra. Compendio 1945.


 

Il volume tratta dei QUATTRO mesi della Guerra di Liberazione, il 1945.E’ descrizione indicativa e sommaria degli eventi che portarono alla concessione delle 140 Medaglie d’Oro al Valor Militare del terzo anno della Guerra di Liberazione, intesa questa come guerra degli italiani nel contesto della campagna in Italia combattuta da una parte dalla Germania e suoi alleati, dall’altra dalla coalizione delle Nazioni Unite. I suoi limiti di tempo sono nell’anno temporale, cioè il 1945. I suoi limiti di spazio sono, principalmente il territorio della penisola italiana, i territori degli Stati, alleati, nemici o neutrali, coinvolti nella seconda guerra mondiale, nella accezione dei luoghi ove a seguito degli eventi bellici o armistiziali vi erano soldati italiani nella loro qualità di prigionieri di guerra, internati, o cittadini italiani internati o deportati.

Vengono dati cenni alle vicende della conclusione della Campagna in Italia, la consistenza, le motivazioni e le azioni conclusive del movimento ribellistico alla coalizione hitleriana in Italia e a quello europeo, oltre ai risvolti che già sono stati accennati nel Compendio 1943 e nel Compendio 1944, ovvero il fenomeno dell’internamento, della resistenza dei soldati italiani all’estero ed alla prigionia, che in questo anno trovano la loro conclusione attraverso la fase del rimpatrio. In questo volume queste componenti sono chiamate fronti, i fronti della Guerra di Liberazione. La finalità che il volume si propone è quella di dare delle indicazioni di larghissima massima affinché con queste si riesca ad avere strumenti idonei a sviluppare ulteriori ricerche, utilizzando anche le altre componenti del Dizionario. 

Il volume è anche espressione di un progetto, titolato appunto “Dizionario minimo della Guerra di Liberazione” che, insieme ad uno precedente, titolato “Dizionario minimo della Grane Guerra sono parte di progetti approvati dal Ministero della Difesa.


Alla data odierna in stampa.

lunedì 20 febbraio 2023

Dizionario minimo della Guerra di LIberazione Piano dell'Opera

 

EDIZIONI ARCHEOARES PER

 L’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO

 

DIZIONARIO MINIMO DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE

1943 - 1945

 

N.1 MASSIMO COLTRINARI

Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione. 1943 – 1945*

Una guerra su cinque fronti

 

N.2 MASSIMO COLTRINARI, OSVALDO BIRIBCCHI

Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione 1943 – 1945.  Il 1943

Compendio. Il momento delle scelte

 

N.3 MASSIMO COLTRINARI, OSVALDO BIRIBCCHI

Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione 1943 - 1945

Glossario

 

N.4 MASSIMO COLTRINARI, OSVALDO BIRIBCCHI

Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione 1943 – 1945.  Il 1944

Compendio. Dalla speranza alla delusione

 

N.5 MASSIMO COLTRINARI, OSVALDO BIRIBCCHI

Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione 1943 – 1945. 

Glossario

 

N.6 MASSIMO COLTRINARI, OSVALDO BIRIBCCHI

Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione 1943 – 1945.  Il 1945

Compendio. Una vittoria amara*

 

N.7 MASSIMO COLTRINARI, OSVALDO BIRIBCCHI

Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione 1943 - 1945

Glossario*

 

N.8. Tomo I MASSIMO COLTRINARI, OSVALDO BIRIBCCHI

Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione 1943 – 1945. *

venerdì 10 febbraio 2023

Un episodio della Guerra di Liberazione. La morte del generale Cesare Rossi, comandante della fanteria divisionale della Divisione "Torino" in Russia MAVM

 

                                                          Generare di Brigata Cesare Rossi

Nato a Milano il 14.05.1892; entrò in accademia nel 1910 e ne uscì S.Ten. nel 1912. Dal luglio 1942, come Generale di Brigata, fu comandante della 1^Brigata di marcia e poi destinato al fronte russo come c.te della fanteria della divisione ""Torino"", guadagnandosi una medaglia d'Argento al VM durante la ritirata del dicembre 1942. Colpito da congelamento fu rimpatriato. Dopo l'armistizio collaborò attivamente con la resistenza ma fu arrestato dai tedeschi il 4.01.1945 e morì a causa di un mitragliamento aereo durante il suo trasferimento in Germania. Alla sua memoria fu conferita la medaglia d'Argento al VM. Dalle cronache dell'epoca il ricordo dell'eccidio sulla Vigentina (http://ricerca.gelocal.it/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2006/04/20/PC7PO_PC705.html) 


Il convoglio, destinato a raggiungere il campo di concentramento di Bolzano, arrivò a Pavia attorno alle 7 del 24 aprile e dopo una breve sosta riparti per Milano seguendo la strada Vigentina. Nelle vicinanze di Bornasco il convoglio fu avvistato da aerei alleati e, prima che fosse attaccato, i tedeschi abbandonarono la corriera per mettersi in salvo imponendo ai detenuti di non allontanarsi dal mezzo. Non appena gli aerei iniziarono a mitragliare, due prigionieri, Raffaele Pieragostini, partigiano comunista, e l'anarchico Rinaldo Ponte, balzarono fuori dalla vettura. Il sergente SS Langmann, accortosi del tentativo di fuga, non esitò a freddarli con una scarica di colpi. 


Nel frattempo un nuovo raid aereo investi la colonna colpendo a morte il generale di brigata Cesare Rossi, il maggiore GiovanBattista Stallo, il dottor Renato Negri, seguace del partito d'azione, e Giovanni Napoli. Quel momento di particolare tragicità fu l'occasione propizia per 9 prigionieri di darsi alla fuga mentre altri 10 rimasero nelle mani del nemico. In un'osteria di Pontelungo, di proprietà di Giuseppe Uggè, ricevettero i primi soccorsi assistiti da don Achille Boggioni e dal medico Carlo Casalino. 



Il convoglio riparti e alle prime luci dell'alba del 25 giunse al carcere di San Vittore dove vi fu uno scambio di prigionieri con le formazioni partigiane. Il gruppo degli scampati volle tornare sul luogo dell'eccidio dove, il giorno 27, si stava preparando la cerimonia per omaggiare i caduti. I nazisti avevano impartito drastiche disposizioni alla popolazione di Bornasco perchè le salme fossero gettate in una fossa comune. E invece i cittadini, pur temendo rappresaglie, raccolsero i cadaveri e li composero in casse di legno acquistate con i fondi di un'improvvisata sottoscrizione popolare. I resti dei caduti, il 4 maggio, tornarono a Genova dove a Palazzo Ducale fu allestita la camera ardente che divenne meta, secondo le cronache del tempo, di un incessante pellegrinaggio popolare. FONTE: http://miles.forumcommunity.net/?t=51306112&st=30