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sabato 20 aprile 2024

Rivista QUADERNI, Anno LXXXIV, Supplemento XXXI, 2023, n.4, Ottobre - Dicembre 2023, 30° della Rivista



La Rivista può essere chiesta a: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org


 

mercoledì 10 aprile 2024

Il 1944 in Italia La Guerra di Liberazione. il Quinto Fronte . O dimenticati o merce di scambio

  

 Il V Fronte. I prigionieri,  rimanere fedeli o collaborare?

 

 Il 1944 fu un anno terribile per i prigionieri italiani in mano alleata. La crisi armistiziale aveva fatto sperare a tutti un rapido ritorno a casa. In realtà un armistizio, dal punto di vista giuridico, non prevede la restituzione dei prigionieri. Nelle clausole firmate dal Governo Badoglio, peraltro, questi sì “era dimenticato” di chiedere la restituzione dei prigioneri italiani in mano alleata, suscitando negli Alleati sospetti pesanti sulla sua credibilità e sulla sua lealtà. Badoglio si era ricordato di loro nel momento in cui si pose mano alla ricostruzione delle forze armate predisponendo piani per l’approntamento di Armate con personale da tratte dai campi di prigionia alleati. Il progetto fu ovviamente osteggiato dagli Alleati che vedevano i prigionieri italiani in loro mano solo come forza da impiegare nel settore logistico: in pratica, con condizioni più umane, quello che facevano i tedeschi con gli Internati Militari in loro potere. Anche per i prigioneri in mano alleata si poneva il dilemma se aderire o non aderire, se rimanere fedeli al giuramento prestato a quel Re, il cui governo non dava alcuna indicazione su come comportarsi fuggendo ancora una volta dalle sue responsabilità, lasciando ancor più il singolo abbandonato a sé stesso. In tutti l’alto senso della disciplina e dell’onore militare era un freno a prendere decisioni, soprattutto per il fatto che al rientro in Italia sapevano tutti che il loro comportamento in prigionia sarebbe stato oggetto di attento giudizio. Anche questo fronte si divise in collaboratori e non collaboratori, con le conseguenze nel lungo periodo che questa scelta a posteriori fu etichettata ideologicamente.

Addirittura per quelli in mano alla URSS furono gettate le premesse per quelle violentissime polemiche sui prigionieri in mano sovietica che caratterizzò i primi anni del secondo dopoguerra. Anche per i prigionieri il 1944 fu un anno di speranze, delusioni, di difficoltà, senza prospettive di vedere realizzato quello che tutti aspettavano: rientrare in Italia.

 

(massimo coltrinari)

domenica 31 marzo 2024

Il 1944 in Italia. La Guerra di Liberazione. Il Nemico. I tedeschi occupatori ed il rapporto con i camerati fascisti

 

 



 

Il nemico.


Per la Repubblica Sociale Italiana il 1944 fu un anno che all’inizio dava grandi speranze e grandi aspettative; nel prosieguo dei mesi si passò via via sempre più verso la rassegnazione e il velleitarismo, con la sensazione di essere sempre più isolati e lontani dalla popolazione, con un consenso che quasi giornalmente era sempre più labile. Tutte le offensive lanciate contro le forze ribellistiche non avevano dato i risultati sperati; il movimento partigiano anziché scomparire, ad ogni offensiva portata a termine, convinti di aver raggiunto una vittoria, si ripresentava ancora più forte e non minimamente indebolito. Vi erano zone praticamente perse e sotto il controllo dei ribelli. Nelle città la sicurezza era labile e qui si dimostrava tutto il carattere di questo avversario imprendibile. Con i mesi il rapporto con i tedeschi, anche sul campo militare, si logorò. E questo era la conseguenza di un aspetto della Repubblica Sociale che ormai era sotto gli occhi di tutti. Non vi era concordia, con vi era unità di comando, non vi era una linearità di intenti. Vi era L’Esercito di Graziani, l’esercito apolitico, le Brigate Nere di Pavolini, l’esercito del partito in armi, la Guardia Nazionale Repubblicana di Ricci, una miriade di altre reparti ed unità semi dipendenti; mentre praticamente inesistente per mancanza di mezzi la Marina Militare, l’Aeronautica si immolava con i pochi aerei rimati. In più erano sorte ad opera di capi improvvisati, le varie polizie speciali, vere bande di delinquenti, ladri, torturatori sadici che terrorizzavano la popolazione. Tutto questo, era evidente, per mancanza di un potere centrale che doveva essere nelle mani del Duce, capo carismatico; ma Mussolini come già nel Regime, voleva i suoi collaboratori l’uno contro l’altro, in lotta fra di loro, e questa scelta era la fonte primaria del suo potere personale. Potere molto limitato, peraltro, perché quello vero era in mano ai tedeschi, cioè ai rappresentanti di Hitler ed Himmler in Italia. Il vero smacco per la Repubblica Sociale fu il perenne diniego dei tedeschi di inviare reparti della Repubblica al fronte. Le quattro divisioni che rientrarono dalla Germania furono impiegate in funzione antipartigiana, scavando ancora di più il fossato tra la Repubblica Sociale e gli Italiani, mentre la vera destinazione sarebbe stato il fronte di Cassino. Su questo fronte, altro smacco per la Repubblica Sociale, vi erano presenti solo un reparto di Valerio Borghese, che aveva stipulato un patto privato tra lui ed i tedeschi, e soprattutto vi erano dei soldati italiani; come gli ex paracadutisti della divisione “Ciclone”, o i volontari nelle Waffen-SS italiane che si erano arruolati nelle fila della Whermacht con uniforme tedesca e giuramento ad Hitler, per non aderire alla Repubblica Sociale, di cui avevano perso ogni stima. Anche se non a conoscenza dei dirigenti della Repubblica, in primis Mussolini, a ottobre del 1944 i tedeschi iniziano contatti segreti con gli Alleati in Svizzera per arrivare ad una pace separata, (operazione Sunrise), contatti che continueranno fino all’aprile successivo e che porterà alla firma della resa a Caserta del 29 aprile 1945 dei tedeschi In Italia, senza alcun rappresentante della RSI presente. L’ultimo oltraggio tedesco, espressione della disistima sempre coltivata dai nazisti, per alleato fascista italiano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

lunedì 11 marzo 2024

Antonio Raggio: Un Eroe Dimenticato

 

In memoria del Comandante Antonio Raggio di Chiavari


Ten. cpl. Art. Pe. Sergio  Benedetto  Sabetta

 

            Medaglia di Bronzo al Valore Militare con Regio Decreto dell’11.2.1943 per avere salvato nell’agosto del 1942 la nave “Nino Bixio” e i prigionieri di guerra neozelandesi imbarcati verso i campi di prigionia in Italia.

            Dopo avere raccolto i naufraghi, tra cui molti prigionieri neozelandesi, imbarcati sulla “Jason” silurata al largo della costa greca dal “fuoco amico” del sommergibile inglese “Porpoise” al comando del Capitano Pizey e abbandonata dal suo comandante, venne a sua volta silurata il 17.8.1942 dal sottomarino inglese “Turbulent” al comando del Capitano Tubby Linton.

            Scoppiata una rivolta a bordo del “Nino Bixio” da parte dei prigionieri riuscì, pistola in pugno, a riportare la calma, a raccogliere gli uomini gettati in mare ed a fare rimorchiare la nave nel porto di Navarino.

            I prigionieri superstiti neozelandesi, ritornati in patria nel dopoguerra fondarono a Levin una Associazione denominata “Pow’s Nino Bixio” a ricordo dell’evento e del comportamento del Capitano Antonio Raggio che li salvò.

            Nel 1992, 50.mo anniversario, invitarono il nipote e pubblicarono un libro dl significativo titolo “No Honour, No Glory” di Spence Edge e Jim Henderson a memoria.

 

Bibliografia

Il Comandante Antonio Raggio di Chiavari un eroe ricordato soltanto in Nuova Zelanda, 59-65, in E. Andreatta, C. Gatti , B. Malatesta, B. Sacella, P. Schiaffino, Le storie nella scia, Tipolitografia Meca, Recco, 2022.

domenica 10 marzo 2024

Il 1944 in Italia. La Guerra di Liberazione. Il Quarto fronte. Da invasori ed oppressori a resistenti nei movimenti di liberazione

 


 

  Il IV Fronte. I combattenti all’estero: come sopravvivere


Per i militari italiani all’estero, che avevano scelto di andare in montagna e dare guerra al tedesco, il 1944 fu un anno di difficili prove. Venuto meno il vincolo disciplinare che, bene o male, era stato un elemento di riferimento all’indomani della proclamazione dell’armistizio, nel 1944 i militari italiani erano stati nella maggior parte assorbiti nelle formazioni locali partigiani. Tattiche di guerriglia, gerarchia, disciplina, logistica erano completamente diverse e spesso in contrasto anche con il proprio pensiero sia politico che nazionale. In ottobre un altro dramma: il conflitto interno greco, al momento della ritirata tedesca, coinvolge i militari italiani che rappresentano, spesso, l’unico motivo di concordia per i Greci che si combattono: gli italiani erano e sono solo dei fascisti invasori. In Albania e in Jugoslavia, pur cercando di mantenere la propria identità, i soldati italiani, accettati e rispettati come combattenti, vengono via via assorbiti dalle scelte ideologiche di questi movimenti, soprattutto quella comunista che al momento è accettata ma che in prospettiva sarà di grande peso al termine della guerra, senza che il singolo soldato italiano se ne rendesse conto. Per i soldati italiani combattenti all’estero è imperativo sopravvivere, cercare di abbreviare il più possibile la guerra, nella speranza di ritornare cercando di barcamenarsi al meglio tra tedeschi e partigiani locali, anche per loro in un contesto di solitudine ed abbandono da parte delle Autorità in Italia.

 

(massimo Coltrinari)


giovedì 29 febbraio 2024

Il 1944 in Italia. La Guerra di Liberazione. Il Terzo fronte. Combattere dietro il filo spinato Il Fallimento del fascismo con le nuove generazioni


  Il III Fronte: Gli Internati, combattenti sfruttati e traditi.




La scelta di non aderire alle proposte di collaborazione al nazifascismo da parte degli Internati Militari Italiani fu una sorpresa sia per i tedeschi che per Mussolini.  Sia i tedeschi, come mano d’opera volontaria, sia Mussolini, come soldati delle forze Armate repubblicane, molto avevano contato su questa massa di giovani che nella sostanza era stata educata dal fascismo, nelle fila della Gioventù Italiana del Littorio. Il loro massiccio rifiuto fu la certificazione del fallimento del fascismo come regime, e per la Repubblica Sociale, una ennesima dimostrazione di debolezza agli occhi dei tedeschi. A tutto questo si cercò di porre rimedio con una operazione di vertice, ovvero trasformando lo status di Internato Militare in quello di “lavoratore civile”, accordo tra Hitler e Mussolini del 20 luglio 1944, firmato in circostanze drammatiche proprio nel giorno dell’attentato di von Stauffenberg alla Tana del Lupo. Nella sostanza poco cambiava: gli Internati, a prescindere da come era il loro status continuarono ad essere trattati dai tedeschi come schiavi, mentre quelli che avevano aderito avevano condizioni poco migliori dei non aderenti, ma sempre lavoratori coatti. Questo ennesimo tentativo di mascherare la non adesione sottolinea il significato di una decisione che rappresenta una delle scelte più difficili della Guerra di Liberazione. Cercare di minimizzare, o mascherare questa scelta è stata la caratteristica di questo fronte nel 1944, a cui si risposte da parte degli Internati Militari, in un contesto di disperata solitudine, con coerenza e determinazione a continuare nelle scelte iniziali.

 

 

martedì 20 febbraio 2024

Il 1944 in Italia. La Guerra di Liberazione. Il Secondo Fronte. Andare in montagna e combattere

 


 

Il II Fronte. I Ribelli, l’unità come regola base.


Il 1944 per il II fronte, il movimento ribellistico nasceva dalle ceneri dei disastri dei mesi precedenti. Si era compreso che la rivolta armata non poteva essere condotta con i criteri della guerra classica. Occorreva adottare nuove tattiche, per evitare di essere sempre soccombenti di fronte ad un nemico agguerrito e più forte, con un armamento più potente ed adeguato.  Inoltre occorreva provvedere ad una logistica partigiana più accorta, meno labile, dipendente dal caso e dalla improvvisazione. Basilare la ristrutturazione del settore informativo, con contrasto efficace alle spie, ai delatori, agli opportunisti e ai doppiogiochisti.  Dal punto di vista militare le bande si organizzarono in modo tale da evitare lo scontro diretto, la difesa ancorata e soprattutto di attaccare in massa il nemico. Inizia una progressione di qualità militare che porterà le formazioni ribellistiche ad essere sempre più agguerrite. Oggi si direbbe la strategia del debole verso il forte, in cui non solo la guerriglia ma anche gli atti singoli, detti di terrorismo, furono adottati. Sulle montagne prese quindi sempre più forme dirette di guerriglia, mentre nelle città, i GAP e le SAP adottarono le tecniche terroristiche, con attentati e colpi di mano diretti a personalità e simboli della Repubblica Sociale italiana e dei tedeschi. Fu una progressione di miglioramento costante, mese dopo mese.  La reazione delle forze avversarie fu sostanzialmente inefficace e improduttiva, tutto basato sulla rappresaglia e sulla violenza incontrollata verso la popolazione, che sostanzialmente conquistare la quale era il vero obiettivo del movimento ribellistico che fu realizzato sul finire del 1944.

 Per i responsabili della Resistenza, risolto il problema militare, rimaneva quello principale, ovvero mantenere unite le forze che avevano deciso di ribellarsi.  I tedeschi fecero ogni sforzo per dividere le varie componenti del movimento ribellistico, soprattutto quelle di democrazia liberale, monarchica, cattolica e in genere, centrista. Ogni sforzo fu sventato e l’unità del fronte ribellistico fu mantenuta integra. Paradossalmente il vero colpo mortale al movimento fu portato, a metà novembre, da chi meno lo si aspettava: gli Alleati. Il proclama di Alexander del 20 novembre che invitava i ribelli a smobilitare e a tornarsene a casa per l’inverno fu in sostanza interpretato da amici e nemici come un invito ad abbandonare la lotta armata. Fu un momento molto difficile, che diede vigore agli avversari e metteva in discussione tutta l’architettura della Resistenza. Il 1944 fu un anno di crescita, di successi, di speranza che tutto si concludesse entro l’inverno ma che si concluse con una momentanea botta d’arresto, soprattutto politica e morale.

 

 (massimo coltrinari)

 


 

sabato 10 febbraio 2024

Il 1944 in Italia. La Guerra di Liberazione. Il Primo Fronte. La Monarchia alla ricerca di credibilità

 


 


Il I Fronte. La lunga lotta per esistere


Il primo fronte deve combattere una sua propria battaglia per esistere. Dopo il ritiro dalle posizioni di Montelungo, sconfitti e con il morale bassissimo, la possibilità di avere truppe combattenti italiane stava per scemare. I Britannici insistevano per non concederle ed impiegare i soldati italiani solo nelle Divisioni Logistiche dette “Ausiliare”, mentre il solo sostegno statunitense poteva non bastare se le truppe ed i quadri mostravano le carenze disciplinari mostrate fino ad allora. Le diserzioni, ovvero l’assenza arbitraria e momentanea alle bandiere come si usava dire allora avevano caratterizzato la compagine combattente italiana. La rivolta di oltre 190 Allievi Ufficiali dei bersaglieri rimase significativa. Ci volle tutta la abilità del gen. Utili, e la sensibilità del gen. Messe per riuscire a controllare la situazione che stava degenerando in modo incontrollabile. La situazione migliorò nel mese di marzo con l’arrivo di unità integre dalla Sardegna. La felice azione di Monte Marrone fu la svolta che salvò la situazione: gli americani e quindi tutti gli altri alleati si convinsero che gli Italiani potevano ritornare utili nel prosieguo della guerra. Assegnati al settore adriatico, come divisone del Corpo d’Armata polacco, la bella prova di Filottrano a luglio, fece sì che gli Alleanti, compresi i britannici, anche per le esigenze ormai pressanti di “Anvil”, decisero non solo di accettare truppe combattenti italiane, ma anche di elevarne il numero da 25.000, e portarle a 40. /50.000 giugno luglio, e a settembre, a 250.000 con la creazione dei Gruppi di Combattimento. Intanto il numero delle unità logistiche, dette “Ausiliare” avevano raggiunto i 200.000 uomini.

La battaglia per l’esistenza come combattenti era stata vinta. Il Regio Esercito, e le altre Forze Armate partecipavano alla guerra, combattendo non solo come contributo alle esigenze logistiche. Per l’Italia si poteva sperare in un futuro migliore.

 

(massimo coltrinari) 

mercoledì 31 gennaio 2024

Il 1944 in Italia. La guerra di Liberazione. Gli Italiani di fronte a loro stessi

 

 

. Le scelte di campo sono terminate


Il trauma della crisi armistiziale del settembre 1943 produsse i suoi effetti per anche nel mese di ottobre, di novembre e di dicembre. Con la fine dell’anno era ormai chiaro a tutti che l’Italia era divisa in due, che eserciti stranieri si combattevano sul suolo nazionale e che vi era una parte di italiani che operavano a favore di una coalizione ed una parte che operava per l’altra. Nel mezzo la massa di coloro che cercavano solo di sopravvivere. Molti di loro adottarono una forma di attesa, per vedere chi avesse prevalso, altri si adattavano alle circostanze e cercavano di approfittarne per migliore la propria posizione, altri sopravvivevano e basta, nelle tantissime difficoltà che la situazione presentava. Erano giorni tristi, difficili e in qualcuno si fece strada che il peggio doveva ancora avvenire. Le popolazioni meridionali erano leggermente avvantaggiate, in quanto il regime alleato era più tollerante. Il mercato nero fioriva, i vincoli sociali si stavano allentando, e l’autorità statale era molto labile, ma nella sostanza si sopravviveva senza patemi d’animo e apprensioni. Nel centro e nel nord Italia la popolazione era presa tra l’azione tedesca di occupazione e repressione e l’azione dei repubblichini di Salò animati da una grande voglia di ricostruire un fascismo che tutti, in un modo o nell’altro, anche inconsciamente, ritenevano che avesse fallito. Era iniziata la caccia ai “traditori”, a qualcuno a cui dare la colpa di tanti disastri e punirlo; nel contempo cercare di agire in modo tale che l’idea fascista, pura e scintillante, potesse essere finalmente realizzata. Tutti erano chiamati a vivere “pericolosamente”, ma nella realtà erano estremisti più velleitari che reali, in quanto tutto dipendeva dai tedeschi e dall’andamento della guerra, che peraltro non si sarebbe decisa in Italia.

 

(massimo coltrinari) 

sabato 20 gennaio 2024

Il 1944 in Italia La Guerra di Liberazione. Gli Italiani ed i fronti

 

 

Gli Italiani: La Guerra di Liberazione


Esiste una profonda differenza tra la Campagna d’Italia e la Guerra di Liberazione. La prima è combattuta da alleati contro i tedeschi nel quadro della seconda guerra mondiale. La seconda è il risultato della sconfitta del Regno d’Italia e del fascismo nella seconda guerra mondiale; gli Italiani, senza più nulla si trovarono di fronte a loro stessi con eserciti stranieri che si combattevano sul loro territorio. Ognuno fu chiamato ad una scelta, che diede vita ai fronti di quella che poi fu chiamata “guerra di liberazione”, liberazione da chi aveva combinato tanto sfacelo e tanto disastro. Nel 1944 i fronti della guerra ebbero loro caratteristiche ed evoluzioni, frutto delle scelte dell’anno precdente.

 



mercoledì 10 gennaio 2024

ALBO D'ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI STRANIERI DAL 1793 AD OGGI, ANNESSO, Anno I, N. 6 Novembre - Dicembre, 2023, 1 gennaio 2023

 

INFOCESVAM

BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

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ANNO X, 47/48 N. 6, Novembre - Dicembre 2023, 1 Gennaio 2024

ANNESSO

A: BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

Situazione bimestrale dello stato di sviluppo, approntamento e finalizzazione de:

ALBO D’ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1793 AD OGGI

Email: albodoro@istitutonastroazzurro.org

ANNO I, N. 6, Novembre –  Dicembre 2023, 1 Gennaio 2024

 

 

 

I/6/101. La decodificazione di questi numeri è la seguente: I anno di edizione dell’annesso, 1 il mese di edizione di INFOCESVAM –ANNESSO ALBO D’ORO, 01, il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi, riferita ad ogni Federazione/Provincia citata o altra notizia. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione del ALBO D’ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1793 AD OGGI”. Questo ANNESSO trova come naturale complemento la piattaforma www.cesvam.org.

I/6/102 Dal 2024 la emissione dell’Annesso  al Bollettino INFOCESVAM dedicato all’Albo d’oro nazionale dei decorati italiani e stranieri dal 1793 ad oggi avrà cadenza mensile. Pertanto al Bollettino Notizie del Centro Studi sul Valore Militare saranno allegati i rispettivi Annessi riferiti ai mesi di edizione.

1/6/103. Elenco delle fonti. 1.Albo d’Oro a Stampa disponibile, 2. Bibliografia di pertinenza, 3. Archivio di Stato Foglio matricolare o Stato di Servizio, 4.Bollettino Ufficiale dello Stato, 5. Gazzetta Ufficiale.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       

I/6/104. Provincia di Firenze.(23) L’Albo d’Oro di Firenze  a stampa (oltre 5000 Decorati) è terminato. Provveduto alla estrazione dei dati per il controllo  e ulteriore inserimenti (Export Firenze)

I/6/105. Provincia di Torino.(73) Carlo Maria Magnani ha inserito 3081 Decorati appartenenti alla Lettera dalla A alla M. per un totale di 3081. Lavoro prosegue per completamento lettere da N a Z.

I/6/106. Provincia di Iglesias (30) Albo d’Oro Sardegna. Provincia di Iglesias Alla data Odierna sono stati inseriti 254 Decorati. Acquisito il volume di E. Sau Medaglie d’Oro della Provincia di Nuoro che riporta anche la situazione statistica.

I/6/107. Procedura Correzione dati inseriti. Acquisita dal Dott Orioli la procedura per la correzione dati ineriti Costo in abbonamento. Abilitati R. Orioli e M Coltrinari. Password e User Name definiti. Applicata alla Provincia di Ancona la procedura risulta accessibile ed efficace

I/6/108 Provincia di Catania (17) Il Dott. Davide Truscello ha assunto l’onere di inserimento. Precedentemente erano stati inseriti 203 Decorati Alla data odierna sono stati inseriti 675 Decorati.

I/6/109. Utenti già indicati Sig. Coltrinari e Orioli e le Sig.re, Bottoni, Tomassini, Monteverde, Mastrantonio. Le predette persone svolgeranno attività di tutoraggio per i nuovi Utenti. Questi hanno iniziato la loro attività sono CM Magnani, G Baldelli, M. Vignola, A, Biasiolo, O Biribicchi, F. Lombardelli, R Olevano. M Montagnani, G. Madeddu, A. Trogu, L Marsibilio, M.L. Suprani, C. Ciocca, F. Atanasio, A. Vido, S. Pirolozzi, N. Paganelli, A. Mattioli, D. Truscello, R. Meloni, S Bodini. Nel periodo considerato sono stati iscritti i seguenti: Mario Brutti, Sauro Marsili, Anconetani Claudio, Monica Apostoli, Bosio Paola, Claudio Fiori, Stefano Mangiavacchi, Manuel Vignola, Davide Corona

I/6/110. Provincia  di Pesaro-Urbino.(52) Albo d’Oro Marche.  Testo base “Decorati al Valor Militare della Provincia di Pesaro Urbino. Edizione 1984. Inserimento a partire da marzo 2023. Utente Dott. Roberto Olevano. L’inserimento è stato completato. Inseriti  456 Decorati

I/6/111. Provincia di Salerno.(66) Albo d’Oro della Campania.  Studio ed analisi dei decorati di questa provincia. Esiste un Annuario. Sarà incaricato per l’inserimento il Dott. Sergio Pirolozzi. Da ottobre l’inserimento è demandato a Coltrinari o altri per attività di lavoro di Pirolozzi. Alla data odierna inseriti 248 Decorati

I/6/112. Provincia di Imperia.(31) Albo d’Oro Liguria. Utente Dott. Manuel Vignola, Fonte ulteriore II Volume Decorati della Provincia di Imperia. Alla data odierna inseriti 344 Decorati

I/6/113.  Provincia di Terni (72). Albo d’Oro dell’Umbria. Da utente G. R Baldelli. inseriti 260 Decorati. Nel mese di maggio 2023 passato incarico al Sig Quintili Roberto. Decorati inseriti 987

I/6/114. Esposizione grafica dell’Albo Nazionale dei Decorati. Il Dott. Orioli predisporrà nel mese di Gennaio un quadro di presentazione in cui si avranno una arera di accesso libera per la conoscenza anagrafica del decorato ed un area di accesso riservata, in cui saranno disponibili tutti i dati concernenti le Decorazioni

1/6/115 Nel periodo di gennaio- dicembre 2023 gli inserimenti sono stati: Tomasini (2846), Mastrantonio (1309), Monteverde (2103) Coltrinari (322), Bottoni (2291). Coltrinari (222) Decorati Collettivi. .

I/6/116. Provincia di Forlì(25). Albo d’Oro Emilia Romagna Utente la Dott.ssa Maria Luisa Suprani Quezioli. Alla data odierna sono stati inseriti 508 Decorati. Attivata la procedura Export-Forlì.

1/6/117.Il Dott Roberto Orioli ha fornito la procedura export, utile per estrarre i dati per provincia. E’ stata applicati per le provincia di Biella, Firenze, Pesaro-Urbino, Ancona, Forlì

1/6/118 Provincia di Ancona.(2) Albo d’oro delle Marche Utente Dott. Massimo Coltrinari. Sono stati inseriti 784. Trovata una ulteriore fronte. G Santini “Valore Marchigiano” Incompleta nella pubblicazione ma completa nel Fondo Santini della Biblioteca “Benincasa “ di Ancona. Progetto di consultazione appena disponibile (febbraio 2024) Fonti Ulteriori. Albo d’Oro di Jesi. Albo d’oro dei Decorati di Senigallia.

1/6/119 Provincia di Pisa(55). Albo d’Oro della Toscana. Utente il Sig. Alessio Matteini. Dal mese di Gennaio 2024. inizierà inserimento dati per questa provincia.

1/6/120 Provincia di Pordenone.(57) Albo d’Oro del Veneto. Utente Dott.ssa Monica Apostoli. Base ’Albo d’Oro della Provincia esistente presso la Federazione di Pordenone. Alla data odierna inseriti 444 Decorati

1/6/121 Provincia di Macerata.(38) Albo d’Oro delle Marche. Utente Mario Brutti Base: l’Albo d’Oro dei decorati della provincia di Macerata. Predisposto dal Sig. Borroni Barbera di Potenza Picena  Alla data odierna sono stati inseriti 40 Decorati.

1/6/121 Provincia di Catania(17). Albo d’Oro della Sicilia Utente Dott Davide Truscello, Inseriti alla data odierna 675 Decorati

1/6/122. Provincia di Cremona(21). Albo d’Oro della Lombardia. Utente la Dott.ssa Paola Bosio Inizio inserimenti gennaio 2024

1/6/123 – Provincia di Perugia (51) Albo d’Oro dell’Umbria. Il Sig. Quintili ha contattato Il Sig. Sauro Marsili. Marsili ha inserito nel data base oltre 200 decorati della Provincia di Perugia

1/6/124 Alla data del 1 novembre 2023 gli inserimenti totali sono stati 14.483, alla data del 1 dicembre 2023 16168, alla data del 1 gennaio 2024 sono 18180

I/6/125 - – Prossimo INFOCESVAM – ANNESSO PER ALBO D’ORO sarà pubblicato il 1 marzo 2024. I precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio 2023) ANNESSO  sono,  pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM e sui blog: www.associazionismomilitare e su www.valoremilitare.org.

(redattore: massimo coltrinari)