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martedì 28 luglio 2020

Il Copro Italiano di Liberazione- Azione su Jesi 20 luglio 1944

 Le direttrici di attacco 
 del II Corpo Polacco e del Corpo Italiano di Liberazione 
 per la presa di Ancona 18 luglio 1944
 e Jesi 20 luglio 1944

venerdì 17 luglio 2020

Corpo Italiano di Liberazione. Azione sul Musone 17 luglio 1944


Il fiume Musone nel 1944


Ma ancora più delicata a causa della violenza del combattimento furono le azioni condotte sul Musone (17 luglio). Nei piani strategici alla Sezione di Sanità erano stati affidati dei compiti ben precisi: schierarsi in località avanzata, spingere i suoi due plotoni alle calcagna delle due Brigate, prepararsi a sostenere il lavoro di sgombero e di raccolta dei feriti.
Segue una notte tremenda, disturbata dal fuoco intenso dei mortai nemici; il transito delle autoambulanze è difficile, ma con sforzi inumani i portaferiti al seguito della fanteria , riescono a raggiungere la sponda del fiume conteso; ci sono i più alti, i più forti, poiché ci sarà la possibilità di portare la barella a guado, il coraggio è in tutti, il più piccolo attraverso l’acqua si trascinerà da solo un ferito sulle spalle e si meriterà una medaglia di bronzo. Le operazioni di raccolta dei feriti continuano anche durante la notte e non mancano fulgidi esempi di altruismo e solidarietà- Gli autieri delle autoambulanze, fanno compiere alle loro traballanti carcasse prodigi di equilibrio e resistenza. Sul fiume impetuoso c’è sosta obbligata, ma si vede persino un autiere che nell’attesa del carico, anziché aspettare in una buca al riparo, corre al di là delle stretto guado a dare una mano a portare le barelle.  




martedì 14 luglio 2020

Corpo Italiano di Liberazione. 51a Sezione di Sanità Composizione







: La 51a Sezione di Sanità, in occasione del combattimento sul Musone, sempre al comando del capitano Gerosa, comprendeva il s.ten. med.Franco Gasparro Rocca, il s.ten. med.Franco Cartelli, il ten. s.ten d’amministrazione Ferdinando Movalli, il ten. cappellano Costantino Carnevale, tutti membri del Comando; comprendeva inoltre il primo reparto auto carreggiato al comando del s.ten. Roberto Calcanotnio, il I plotone portaferiti al comando del ten. Pietro d’Ercole, il II plotone portaferiti al comando del s.ten. Antonio Furino. 

Cfr.  Franco S., Aspetti sanitari Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.). in Atti del Convegno di Studi, Corinaldo 22.23.24 Giugno 1994, Sala Grande del Comune, Roma, Centro Studi e Ricerche sulla Guerra di Liberazione, Scena Illustrata Editrice, 1996

martedì 7 luglio 2020

Corpo Italiano di Liberazione. 51a Sezione Sanità. Nota






51a Sezione Sanità 

Questo reparto godeva della stima di tutti ed in particolare del gen. Utili. Nei giorni difficili della costruzione e dell’amalgama delle truppe del Corpo Italiano di Liberazione, quando episodi di indisciplina anche gravi come l’ammutinamento di circa 190 allievi ufficiali dei bersaglieri, la 51a sezione di sanità era un modello di organizzazione e disciplina. Scrive il gen. Utili: 

“Un giorni, uscendo da Sant’Agata per una delle mie quotidiane ispezioni, incontrai un reparto che faceva sulla strada provinciale istruzione d’ordine chiuso; e lo faceva veramente bene, con una serietà e con una sicurezza del maneggio d’arme che mi colpirono….Questa disciplinata  prestanza, indice di un equilibri morale tanto più sorprendente considerati gli umori incerti della maggioranza ed il fatto che si trattava di un reparto non combattente, non era che il frutto dell’azione personale del capitano medico Gerosa, il quale funzionava da capufficio Sanità dalla costituzione del Raggruppamento. …..Gerosa assunse, poi, il comando della 51a Sezione di Sanità sebbene fosse previsto un ufficiale superiore anche per questa carica. Ne fece una unità modello, che tale rimase anche nei periodi più difficili durante la guerra ed in appresso fino al suo scioglimento che coincise col congedamento del Gerosa. Era una gioia constatare l’ordine, la nettezza, la serena alacrità del personale, il senso di benessere che si leggeva subito sul volto dei ricoverati e della truppa e che faceva spicco nell’ambiente circostante. Soprattutto era la compattezza spirituale di quella gente e la fiducia e l’amore che essa aveva per il comandante, sebbene questi fosse esigente e piuttosto severo che indulgente; ma era giusto, energico, attivo e limpidamente esemplare. Mi sono dilungato perché il caso dimostra quello che si possa ottenere dagli italiani e quello che occorre pero ottenerlo..” 

Cfr. Utili U., Ragazzi in piedi!.... La ripresa dell’Esercito Italiano dopo l’8 settembre, Milano, Mursia, 1979, pag. 98 e segg.