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domenica 22 dicembre 2013

Auguri

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venerdì 13 dicembre 2013

C.I.L.: gli armamenti individuali e di reparto

La solita vecchia storia: tutto si deve adattare

Prima di procedere ad una disamina degli armamenti in dotazione al C.I.L. bisogna sicuramente ricordare come il reparto, proveniente dal disciolto 1° Raggruppamento Motorizzato, abbia ereditato nella prima fase dei combattimenti gli armamenti del soppresso reparto. Con tali dotazioni, armato soprattutto di non comune spirito di sacrificio e  tanta volontà, il C.I.L. è riuscito a caratterizzare il proprio impegno nella campagna della primavera del 1944, in particolare nelle regioni adriatiche delle Marche ed Abruzzo.
Le maggiori lacune del CIL erano dovute alla cronica deficienza di automezzi, alla scarsità delle
artiglierie e alla assoluta mancanza di  mezzi corazzati  per il combattimento, oltre alla deficienza delle dotazioni d’armamento, sia individuali che di reparto, anche nell’equipaggiamento le risorse erano davvero limite e poco efficienti, potendo i reparti far fronte ad un limitato munizionamento capace di non superare la soglia massima di venti giorni di combattimento.
                                                  
Del Corpo Italiano di Liberazione fecero parte:
- un Reggimento di fanteria: il 68° su due battaglioni (forza circa 1.800 uomini);               
- un Reggimento bersaglieri: il 4° su due battaglioni, XXIX e XXXIII (forza circa 1.250 uomini ) ; 
 - un Reggimento artiglieria: l'11°su tre gruppi (forza circa 600 uomini)                                               
- un battaglione paracadutisti: il CLXXXV su tre compagnie (forza circa 450 uomini)                  
- un battaglione alpini: il "Piemonte", con una btr. da 75 mm. someggiata (forza circa 600 uomini);
- un battaglione arditi: il IX reparto d'assalto (circa 600 uomini)                                                        
 - unità dei Carabinieri, del Genio e dei Servizi.
 Era un complesso di forze di tutto rispetto. 

In particolare gli armamenti di cui era dotato il CIL erano tipici di dotazioni di brigate miste nelle quali però è da sottolineare che il rapporto tra gli elementi di manovra (fanteria) ed elemento di fuoco pesante (artiglieria)  era tutto a favore del primo.
Tale situazione sottolinea l’importanza rivolta alla manovra in un momento in cui l’avanzata era in fase di assumere un ritmo celere.
In totale i gruppi di artiglieria compresi quelli della divisione Nembo e delle brigate dipendenti  erano di 10 unità di fronte ai 14 battaglioni di fanteria.
Salvo qualche variante di marginale rilievo fu questo l’ordinamento del CIL di fatto mantenuto fino al suo scioglimento. In particolare l’attività bellica del CIL fu condotta con armamenti tipici di reparti di fanteria più un nutrito ma obsoleto parco di pezzi di artiglieria, disponibile in diversi calibri. Assai lamentata è inoltre la mancanza di mezzi corazzati che al contrario, il nemico tedesco, seppur in ritirata disponeva in  maniera significativa.
In attesa che il Comando alleato affidi i mezzi corazzati, lo Stato Maggiore Italiano, cerca di ottenere un carro M13/40 dal Centro Studi Motorizzazione, un semovente con pezzo da 75 , un auto blindo e due semoventi con pezzi 105 e per ultimo 8 auto blindo da disciolti corpi stanziali in Roma, ma il C.I.L. sarà sciolto prima che questi mezzi vengano assegnati.
  
  Le armi di dotazione personale del CIL comuni ad entrambe le specialità erano il moschetto mod.91 e il M.A.B. 38 A (ritenuto migliore dei mitra alleati distribuiti),  gli ufficiali avevano in dotazione le loro Beretta 34 cal. 9 corto, inoltre alcuni militari erano armati con moschetto automatico. Le dotazioni di reparto tipiche di un segmento di fanteria erano invece costituite da:
-         fucili mitragliatrici;
-         mitragliatrici Breda;
-         bombe a mano SRCM;
-         mortai 45/81 – 47/82;

I reparti di artiglieria erano invece equipaggiati con :
- 3 gruppo con pezzi da 75/13 ( noto come gruppo someggiato),
- 3 gruppi con pezzi da 75/18;
- 2 gruppi con pezzi da 100/22;
- 2 gruppi con pezzi 105/28
- 3 batterie da 20 mm c.a.;
- 4 batterie 57/50 contro carri;
- diverse compagnie dotate di pezzi da 47/32

Bisogna in ultimo ricordare che successivamente allo scioglimento il CIL sarà interamente riarmato con dotazioni di nuova fabbricazione in uso alle truppe inglesi, dalle quali oltre agli armamenti riceverà anche le divise e tutte le ulteriori dotazioni necessarie al nuovo armamento dei gruppi di combattimento.
Dunque aspetto singolare è l’estrema versatilità con cui i reparti combattenti, fino alla battaglia di Filottrano utilizzano armi e mezzi di produzione nazionale, passando successivamente ad affrontare le altre campagne con nuovi armamenti ed anche con divise degli alleati, sperimentando direttamente sul campo le nuove dotazioni affidate.   

In conclusione per quanto in ultimo accennato, volendo adottare un azzardato parallelismo  con quanto oggi avviene, secondo le nuove dottrina di sperimentazione degli armamenti, dove gli stessi sono testati e adottati direttamente in teatro, si può sicuramente affermare che il glorioso CIL, inconsapevolmente ma sicuramente con i risultati che oggi sarebbero più che mai attuali, il reparto con l’utilizzo in combattimento dei nuovi e diversi armamenti degli alleati, è stato precursore di tale teoria adottando inoltre, come nel caso del fucile mitragliatore MAB 38 scelte sulle sua capacità di fuoco rispetto all’omologo armamento proposto dagli alleati.


BIBLIOGRAFIA

- Conti G. “Il 1° Raggruppamento motorizzato Italiano(1943-1944)”, Stato Maggiore Esercito, Ufficio storico, Roma 1984.

- Crapanzano S.E. “Il Corpo italiano di Liberazione (aprile-settembre 1944)” , Stato Maggiore Esercito, Ufficio Storico, Roma 1971.

- Coltrinari M.  “31 marzo 1944: Monte Marrone”




martedì 3 dicembre 2013

Abbiamo perso un amico. Ricordo di Carmelo Testa


E' spirato nel capoluogo irpino Carmelo Testa, presidente del Comitato ANVGD di Avellino. Fiero sostenitore della causa degli esuli, nativo di Pola, non ha rinunciato fino all'ultimo al suo battagliero impegno per la nostra Associazione, nonostante una terribile malattia progressiva. Fu anche combattente nella difesa dell’italianità dell’Istria, tanto da ricoprire fino alla morte anche la carica di presidente della Federazione Combattenti e Reduci di Avellino.


Le comunità ANVGD si stringono intorno alla famiglia, nel ricordo di un simbolo di grande umanità, coraggio e indomito orgoglio delle proprie origini. La sua dedizione nel ricordare continuamente e con passione le nostre vicende storiche, ai più alti livelli istituzionali, hanno rappresentato in Campania un punto fermo per decenni.

© ANVGD Sede nazionale

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Carmelo testa è stato anche un Combattente della 

della Guerra di Liberazione,

nel C.I.L.

e

nei ranghi del gruppo di Combattimento "Friuli"