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venerdì 28 dicembre 2018

Ruggero Zangrandi. Settembre 1943

Si riporta la dedica al volume
"1943  25 luglio - 8 settembre 1943"

DEDICO QUESTO LAVORO
A MIA FIGLIA GIOVANNA
ED AI GIOVANI DELLA SUA ETA'
NELLA FIDUCIA
CHE UNA CONOSCENZA NON CONVENZIONALE
DI QUEL CHE ACCADDE
INTORNO AL 8 SETTEMBRE 1943
CONCORRA A FAR LORO IMPARARE PRIMA
IL MALE CHE POSSONO ARRECARE AD UN PAESE
LE CATTIVE AZIONI DI CAPI VILI
E QUANTO POCO
IL SACRIFICIO DI MIGLIAIA DI UOMINI SEMPLICI
RIESCA POI A PORVI RIPARO


centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

lunedì 24 dicembre 2018

La crisi armistiale del 1943. I Prodomi


I fallimenti  di una politica insensata,
 gli errori e le incongruenze
alla fine portano solo a disastri
ed il destino presenta il conto

chi realmente pagò il prezzo più alto degli errori e delle incongruenzeù
 della politica estera italiana 

Da Duce a prigioniero

di Alessia Biasiolo*

Sbarcati gli anglo-americani in Sicilia, la scelta alleata fu quella di uccidere Mussolini, in modo che, fuori gioco il Duce, gli italiani si sarebbero resi conto che il fascismo non poteva continuare ad essere la scelta politica giusta per il Paese. Le missive segrete o segretissime correvano da un comando all’altro e, mentre gli Americani erano convinti di continuare a bombardare Roma allo scopo di arrivare non solo a piegare la resistenza dei nervi degli Italiani, ma anche a radere al suolo, possibilmente, Palazzo Venezia e Villa Torlonia, Churchill era perplesso sulla necessità di una soluzione così drastica. Poco importava ai comandanti come Harris di dover distruggere monumenti storici unici al mondo, perché in quel momento risultava imperativo soltanto piegare la dittatura italiana. Churchill si consultò con il ministro degli Esteri Anthony Eden che, il 14 luglio 1943, gli rispose di non essere d’accordo sull’operazione denominata “Dux”, in quanto non era sicuro che Mussolini sarebbe stato nei suoi due siti (Palazzo Venezia e la Villa), non era certo che il bombardamento ne avrebbe causato la morte e, in caso l’operazione non fosse riuscita, si rischiava di tramutare la causa dei problemi in un idolo ulteriore. Il rischio, inoltre, di causare pesanti danni al patrimonio storico di Roma senza successi militari e politici, oltre all’estrema sofferenza inferta alla popolazione civile, avrebbe tramutato i “liberatori” in nemici assoluti del popolo italiano. Questo era il clima dei nemici, mentre Mussolini e Hitler si incontravano a Feltre e, come abbiamo letto, i bombardamenti su Roma non smettevano. Infatti, se si fermavano a terra gli aerei inglesi, recuperavano terreno quelli americani, che a loro volta organizzarono bombardamenti sulla Città Eterna per il 19 luglio, pur senza l’intento di colpire Mussolini, fatto comunque inutile, dato che era a Feltre per l’incontro con l’alleato tedesco. I risultati furono, invece, di distruggere numerosi siti, in modo particolare intorno a Ciampino, mentre i quartieri civili distrutti furono molti, inutilmente. Gli anglo-americani, inoltre, avevano abbandonato l’operazione “Brimstone” sulla Sardegna, per concentrarsi nell’avanzata verso Napoli e Salerno. Alternativamente, inglesi e americani organizzavano incursioni aeree che sfiancavano la resistenza italiana, sia sul piano militare che psicologico.
Rientrato a Roma, Mussolini si trovò a dover affrontare un clima pessimo. Il generale Vittorio Ambrosio si era già incontrato con il Re prima dell’incontro di Feltre, per discutere della destituzione di Mussolini. Ambrosio era convinto che, a fronte dell’iniziativa di sganciarsi dall’alleato tedesco, sostituendo all’occorrenza Mussolini con Badoglio o Caviglia, sarebbe riuscito a convincere il Duce a dichiarare una pace separata con gli aglo-americani, ma dopo l’incontro di Feltre, rivelatosi infruttuoso, era evidente che l’unica soluzione possibile era destituire Mussolini. Nel frattempo, un’iniziativa simile venne presa dal Partito Fascista, nella persona dei componenti del Gran Consiglio del Fascismo. Vittorio Ambrosio dal 20 luglio 1943 seppe che, essendo stato vano ai fini delle mire reali l’incontro con Hitler, Vittorio Emanuele III voleva sostituirlo con il Maresciallo Badoglio, ma non seppe rompere gli indugi fino alla decisione del Gran Consiglio.
Il 20 luglio, Mussolini si recò a visitare le zone di Roma colpite dai bombardamenti soprattutto americani del giorno prima. Al mattino verificò gli esiti del raid aereo all’aeroporto del Littorio e all’Università, nel pomeriggio all’aeroporto di Ciampino, dove non mancarono manifestazioni in suo favore. Quindi dovette recarsi dal Re a riferirgli dei colloqui di Feltre con l’alleato. Il clima non era dei migliori. Trovò il Re accigliato, nervoso, gli disse che la situazione era tesa e: “Non può più a lungo durare”. La Sicilia perduta, il morale delle truppe scaduto, tanto che gli avieri di Ciampino erano fuggiti a Velletri durante l’attacco, sostenne: “I Tedeschi ci giocheranno un colpo mancino”, ma del resto era stato chiesto loro di inviare truppe per contenere l’avanzata nemica. Aggiunse: “L’attacco dell’altro giorno io l’ho seguito da Villa Ada, sulla quale le ondate sono passate. Non credo che fossero come si è detto quattrocento gli apparecchi incursori. Erano la metà. Volavano in perfetta formazione”, ciò a dire che nessuno li aveva in qualsiasi modo infastiditi, contrastati da terra. “La storia della ‘città santa’ è finita. Bisogna porre il dilemma ai Tedeschi…”. Questo fu l’ultimo colloquio di lavoro tra il Re e Mussolini, che si incontravano regolarmente due volte la settimana dal novembre 1922 al Quirinale, il lunedì e il giovedì, Mussolini accompagnato dal Sottosegretario alla Presidenza. Altri incontri avvenivano in altre giornate, e in estate praticamente tutti i giorni, come quel mercoledì; il rapporto tra i due era cordiale, ma non divenne mai amichevole. Vittorio Emanuele III si era sempre dimostrato restio nelle scelte di guerra, tranne per la dichiarazione del 1940, da come ne scrisse Mussolini. Quello stesso mercoledì, a mezzogiorno, il segretario del partito Scorza portò a Mussolini l’ordine del giorno del Gran Consiglio del Fascismo di Grandi. Il Duce lo lesse e lo considerò inammissibile e vile. Scorza parlò a Mussolini di un “giallo”, ma non fu ben chiaro. Nel pomeriggio, Mussolini ricevette Grandi che trattò diversi argomenti, ma non affrontò quello dell’ordine del giorno.
L’indomani, Scorza parlò ancora a Mussolini di giallo in corso, ma sempre senza precisazioni, tanto che di nuovo il Duce pensò si trattasse di una delle solite voci di cambio ai vertici; verso sera, Grandi ipotizzò di rinviare la riunione del Gran Consiglio, come manovra ennesima e, forse, tentativo di crearsi un valido alibi, ma Scorza non ebbe conferma del rinvio quando telefonò a Mussolini. Questi sostenne che, ad inviti diramati e giorno fissato, si doveva arrivare ad un chiarimento. E così fu.
La riunione del Gran Consiglio ebbe luogo a Palazzo Venezia il 24 luglio, sabato, alle ore 17, alla presenza di 28 membri, su ordine del giorno di Grandi che recitava queste parole, dattiloscritte: “Il Gran Consiglio del Fascismo riunendosi in questi giorni di supremo cimento, volge innanzi tutto il suo pensiero agli eroici combattimenti d’ogni arma che, fianco a fianco con la fiera gente di Sicilia in cui più alta risplende l’univoca fede del popolo italiano, rinnovano le nobili tradizioni di strenuo valore e l’indomito spirito di sacrificio della nostre gloriose Forze Armate.
Esaminata la situazione interna e internazionale e la condotta politica e militare della guerra:
proclama
il dovere sacro per tutti gli italiani di difendere ad ogni costo l’unità, l’indipendenza, la libertà della Patria, i frutti dei sacrifici e degli sforzi di quattro generazioni dal Risorgimento ad oggi, la vita e l’avvenire del popolo italiano:
afferma
la necessità dell’unione morale e materiale di tutti gli italiani in quest’ora grave e decisiva per i destini della Nazione;
dichiara
che a tale scopo è necessario l’immediato ripristino di tutte le funzioni statali, attribuendo alla Corona, al Gran Consiglio, al Governo, al Parlamento, alle Corporazioni i compiti e le responsabilità stabilite dalle nostre leggi statutarie e costituzionali;
invita
il Governo a pregare la Maestà del re, verso il quale si rivolge fedele e fiducioso il cuore di tutta la Nazione, affinché Egli voglia per l’onore e per la salvezza della Patria assumere con l’effettivo comando delle forze armate di terra, di mare e dell’aria, secondo l’articolo 5° dello Statuto del Regno, quella suprema iniziativa di decisione che le nostre istituzioni a Lui attribuiscono e che sono sempre state in tutta la nostra storia nazionale il retaggio glorioso della nostra Augusta Dinastia di Savoia”.
Seguono la data e le firme dei partecipanti: Grandi, Presidente della Camera; Federzoni, Presidente dell'Accademia; De Bono, quadrumviro; De Vecchi, quadrumviro; il genero di Mussolini Ciano, membro a titolo personale; De Marsico, Ministro della Giustizia; Acerbo, Ministro delle Finanze; Pareschi, Ministro dell'Agricoltura; Cianetti, Ministro per le Corporazioni; Balella, della Confederazione dei Datori di Lavoro dell'Industria; Gottardi, Confederazione dei Lavoratori dell'Industria; Bignardi, Confederazione degli Agricoltori; De Stefani, Alfieri, Rossoni, Bottai membri a titolo personale; Marinelli, ex-segretario amministrativo del Partito fascista; Albini, Sottosegretario agli Interni; Bastianini, Sottosegretario agli Esteri. Albini e Bastianini erano stati invitati, pur non appartenendo al Gran Consiglio. Mentre Farinacci, membro a titolo personale non firmò, ma si astenne anche di presentare il suo ordine del giorno in difesa del regime. Non firmarono il documento Scorza, Segretario del Partito fascista; Biggini, Ministro dell'Educazione; Polverelli, Ministro della Cultura Popolare; Tringali Casanova, Presidente del Tribunale Speciale; Frattari, della Confederazione dei Datori di Lavoro dell'Agricoltura; Buffarini, membro a titolo personale; Galbiati, Comandante della Milizia. Si astenne il Presidente del Senato Suardo. Anche l’ordine del giorno di Scorza, che voleva difendere l’operato del regime, non venne preso in considerazione.
In realtà, il documento riporta il principale ruolo italiano al Re, ma senza citare la cancellazione del regime. Sembra che i membri del Gran Consiglio non si fossero resi conto che, volendo deporre Mussolini come scelta per cercare di migliorare le sorti dell’Italia, sarebbero stati strumento del Re che aveva già preso le sue decisioni e che non aspettava fors’altro che il momento opportuno per attuarle. Sembra che ognuno riponesse fiducia in ciò che doveva fare qualcun altro, nell’intento forse di creare un triunvirato o di cercare il modo di salvare il partito e l’Italia, sacrificando soltanto la posizione di Mussolini. Il quale viene messo in minoranza dal Gran Consiglio per 19 voti a sfavore, 8 a favore e 1 astenuto. Sono quasi le tre di notte del 25 luglio. L’ordine del giorno Grandi viene approvato, Mussolini deve rimettere il mandato al Re. Cianetti cambiò idea di lì a poche ore, ma il risultato non cambiava lo stesso. Grandi affidò al Ministro della Real Casa Pietro d’Acquarone, lo stesso portavoce tra il re e il generale Ambrosio, il compito di informare il Re della decisione del Gran Consiglio.
Cos’era accaduto? Intanto, la riunione si doveva tenere come al solito alle 22, e invece era stata debitamente anticipata, prevedendo che la discussione sarebbe stata lunga. Negli intenti di Mussolini, doveva essere quasi una riunione segreta per chiarirsi tra loro, invece tutti i membri del Gran Consiglio erano puntuali, in uniforme, la classica sahariana nera. Non mancava nessuno. Il discorso iniziò da Mussolini, che espose una serie di documenti.
Mussolini dichiarò che la guerra era giunta ad una fase critica, dato che l’ipotesi che sembrava assurda di invasione del territorio metropolitano si era avverata. La vera guerra era iniziata dalla perdita di Pantelleria.
“In una situazione come questa tutte le correnti ufficiali, non ufficiali, palesi e sotterranee ostili al Regime fanno massa contro di noi e hanno già provocato sintomi di demoralizzazione nelle stesse file del Fascismo, specialmente tra gli ‘imborghesiti’, cioè fra coloro che vedono in pericolo le loro personali posizioni”.
E aggiunse: “In questo momento io sono certamente l’uomo più detestato, anzi odiato in Italia, il che è perfettamente logico, da parte della masse ignare, sofferenti, sinistrate, denutrite, sottoposte alla terribile usura fisica e morale dei bombardamenti ‘liberatori’ e dalle suggestioni della propaganda nemica”.
Egli era il responsabile della guerra ed era anche stato delegato al comando delle Forze Armate dal Re, ma su idea di Badoglio. A quel punto, Mussolini ricordò le varie fasi della decisione del Re, la volontà di Badoglio di avere un ruolo di primo piano nel conflitto, e molti altri dettagli della sua attività politica ultima, mettendo infine in chiaro che l’ordine del giorno Grandi sarebbe stato un pericoloso passo per l’esistenza del Fascismo stesso. Grandi prese la parola con notevole violenza, come volesse sfogarsi da tempo per ruoli interni. La discussione divenne accesa, fino a quando, verso mezzanotte, il Segretario Scorza propose il rinvio, che venne negato, e anche Mussolini era di quell’avviso. Dopo una pausa di un quarto d’ora, necessaria alla lettura dei telegrammi dalle zone operative, la seduta riprese, continuando la discussione, che finì con le parole di Mussolini stesso, alla lettura dell’esito della votazione dell’ordine del giorno Grandi da parte di Scorza: “Voi avete provocato la crisi del regime. La seduta è tolta!”. Dispensò anche i presenti dal saluto al Duce che Scorza voleva chiamare e si ritirò nel suo studio, dove venne raggiunto dai membri del Gran Consiglio che avevano votato in suo favore. Mussolini lasciò Palazzo Venezia verso le 3, accompagnato a Villa Torlonia da Scorza stesso.
La mattina della domenica, 25 luglio, Mussolini si recò come al solito al lavoro a Palazzo Venezia, dove arrivò per le 9. Alle 11 gli portarono il mattinale con la brutta notizia del bombardamento di Bologna. Arrivò notizia del ripensamento di Cianetti, mentre Grandi era irreperibile e Albini venne interrogato direttamente dal Duce circa la decisione di votargli contro, fatto non concesso, dato che non era membro del Gran Consiglio, e Albini, tra le scuse e il rossore, ammise solo l’ipotetico errore, ma anche l’assoluta fedeltà. In realtà elemosinerà un posto a Badoglio nel giro di poco tempo.
Mussolini incaricò quindi il suo segretario particolare di telefonare al generale Puntoni per chiedere quando il Re sarebbe stato disposto a riceverlo, in abiti civili. L’appuntamento venne fissato a Villa Ada per le 17 dello stesso giorno.
Alle 13, incontrò l’ambasciatore giapponese Hidaka, al quale riferì l’incontro di Feltre, quindi si recò in visita al quartiere Tiburtino, particolarmente colpito dal bombardamento del 19 luglio. Rientrò a Villa Torlonia per le 15, dove, alle 16.50, giunse il segretario particolare che lo accompagnò a Villa Ada.
Il suo animo era tranquillo, pensava di riferire sui fatti della notte e di rimettere il comando delle Forze Armate, se il Re lo avesse richiesto, o forse anche lo stesso, come pensava di fare da tempo. Il Re lo aspettava sulla porta della Villa, vestito da maresciallo; in giro un rinforzo di Carabinieri. Lo fece accomodare in salotto, il volto teso, e gli disse: “Caro Duce, le cose non vanno più. L’Italia è in tocchi. L’esercito è moralmente a terra. I soldati non vogliono battersi. Gli alpini cantano una canzone nella quale dicono che non vogliono più fare la guerra per conto di Mussolini”, e canticchiò dei versi della canzone in dialetto piemontese. Aggiunse che a Mussolini non era rimasto altro amico che lui stesso, con la rassicurazione che lo avrebbe fatto proteggere. L’uomo della situazione, in quel momento, era il maresciallo Badoglio che avrebbe cominciato a formare un Ministero di funzionari per l’amministrazione e avrebbe continuato la guerra. Tutti si attendevano un cambiamento, essendo venuti a conoscere della notte del Gran Consiglio e si sarebbe visto cosa sarebbe accaduto di lì a sei mesi. Mussolini mise davanti al Re le sue perplessità sulla scelta politica e militare, che avrebbe significato la sensazione di una vittoria per i nemici e per gli italiani l’idea che la guerra stava finendo, ma il Re lo congedò, livido in volto. Erano le 17.20. Mussolini, andando verso la sua automobile, venne avvicinato da un carabiniere che gli comunicò la volontà del Re di proteggere la sua persona, e lo fece salire su un’ambulanza. Si unirono il segretario De Cesare, un capitano, un tenente, tre carabinieri e due agenti in borghese. Erano armati di mitra. Dopo mezz’ora di tragitto, l’ambulanza si fermò ad una caserma dei carabinieri circondata da sentinelle con fucili a baionetta innestata; dopo una sosta di un’ora, venne portato alla caserma degli allievi carabinieri.
Ancora convinto di essere sotto protezione, Mussolini ricevette la visita di alcuni carabinieri che gli dimostravano simpatia, ma non toccò cibo. Di notte, arrivò un messaggio di Badoglio che scriveva: “Il sottoscritto Capo del Governo tiene a far sapere a V. E. che quanto è stato eseguito nei Vostri riguardi è unicamente dovuto al Vostro personale interesse essendo giunte da più parti precise segnalazioni di un serio complotto contro la Vostra Persona. Spiacente di questo, tiene a farVi sapere che è pronto a dare ordini per il Vostro sicuro accompagnamento, con i dovuti riguardi, nella località che vorrete indicare. Il Capo del Governo: Maresciallo d’Italia Badoglio”.
Implicitamente, si voleva rassicurare Mussolini che il regime continuava, dato che Badoglio ne faceva parte, avendone anche ricoperto ruoli importanti, allo stesso tempo rassicurando che la parola del Re veniva mantenuta.
All’una di notte del 26 luglio, Mussolini rispose al Maresciallo, dopo averlo ringraziato, che l’unica residenza di cui poteva disporre era la Rocca delle Caminate, dove era disposto a trasferirsi anche immediatamente. Assicurava anche, in nome della collaborazione avuta precedentemente, che non avrebbe posto al lavoro di governo di Badoglio, alcuna difficoltà.
Aggiunse che era contento della decisione presa di continuare la guerra con gli alleati tedeschi, riconoscendo il grave ruolo che Badoglio aveva assunto per ordine e in nome del Re “del quale durante 21 anni sono stato leale servitore e tale rimango”. Al Re non mandò alcuna missiva.
Forse ingenuamente, Mussolini credeva che la politica di Badoglio non sarebbe cambiata, sia per quanto riguardava la politica interna, mantenendo il fascismo, sia con gli alleati tedeschi contro gli anglo-americani. La partenza che sembrava sempre imminente, tardò fino al 27 luglio, quando un carabiniere, dopo le 20,  comunicò all’oramai ex Duce che dovevano partire.
Accompagnato da alcuni ufficiali, Mussolini era sempre convinto di essere portato a Rocca delle Caminate, invece, da uno spiraglio del finestrino dell’auto, vide che la direzione non era verso la Flaminia, ma verso l’Appia. Soltanto all’imbocco della strada per Albano chiese dove stessero andando.
La risposta l’ebbe da colui che era stato comandato di accompagnarlo, il generale Polito, diventato generale da ispettore di Polizia per equiparazione di grado. Era una vecchia conoscenza, noto per avere arrestato a Campione Cesare Rossi e aver sgominato la banda Pintor in Sardegna, e tanti altri aneddoti raccontò a Benito durante il viaggio, che evidentemente aveva altra meta dall’immaginata. Mussolini, infatti, era stato inviato all’isola di Ponza, passando da Gaeta e dal Molo Ciano, quasi un’ironia della sorte. Dal molo, l’ammiraglio Maugeri accompagnò l’illustre ospite alla corvetta “Persefone” che salpò all’alba.
* Comm. Alessia Biasiolo, associata al Centro Studi sul Valore Militare CESVAM

(centrostudicesvam#istitutonastroazzurro.org


giovedì 29 novembre 2018

Master I Livello Storia Militare Contemporanea 1796 1960

ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO
FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALOR MILITARE

COMUNICATO

Il Presidente del Nastro Azzurro, gen. Carlo Maria Magnani, attraverso il  CESVAM – Centro Studi sul Valor Militare, in patnerschip con l'Università degli Studi Nicolò Cusano, telematica Roma, ha proposto ed è stato attivato un Master di I Livello in:

STORIA MILITARE CONTEMPORANEA 1796 – 1960

presso la Facoltà di Scienze Politiche per l'anno Accademico 2018-2019, della durata di 1500 ore e per complessivi 60 CFU.
Tale Master propone ai partecipanti le conoscenze riguardanti un approccio interdisciplinare alla ricostruzione ed intepretazione di un avvenimento militare. Prevede l'erogazione dei seguenti insegnamenti: Storia del Risorgimento, Storia Moderna, Storia Contenporanea, Storiografia, Geografia Generale, Geografia Storica e Militare, Storia delle Dottrine ed Ordinamenti Militari, Logistica ed Armamenti, Scienze Strategiche ed è strutturato nei seguenti moduli. L’articolato dei Moduli è in allegato, insieme al Bando. I Moduli saranno svolti nella modalità e-learning e saranno supportati da apposite sinossi (da scaricare informaticamente) e da test di autovalutazione per la verifica di apprendimento.
I Partecipanti potranno disporre del supporto di Tutor per gli approfondimenti, inoltre durante l'anno, saranno attivati "seminari tematici" resso la sede nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro Piazza Galeno 1 sulla base delle richieste pervenute.
L'Esame finale consiste nella discussione di una "breve tesi" concordata con la Direzione Scietifica del Master e seguita dai  Docenti del Master.

L'Istituto del Nastro Azzurro e la Presidenza Nazionale nel dare comunicazione alle Federazioni di questa attività, annunciata al XXX Congresso Nazionale di Napoli, indirizzata alla formazione e che ulteriormente aumenta il prestigio dell‘Istituto, invita tutti i Presidenti delle Federazioni Provinciali di farsi portavoce nei singoli territori di pertinenza di questa iniziativa, tenendo presente che il Master è rivolto ai giovani, nella fascia di età dai venticinque ai quaranta anni, ovvero a coloro che sono in cerca di una occupazione e vogliono acquisire titoli, e coloro che già nel mondo del lavoro, voglio aiutarsi nella progessione di carriera.
Detto invito è esteso anche alle Associazioni Combattentistiche consorelle, con messaggio analogo, consisderando che i soci di entrambi non sono, per lo più, annoverabili ed inseribili nelle indicazioni di cui sopra; quindi questo comunicato è inteso come il comune sforzo di colloquiare con le nuovi generazioni, in modo costruttivo e fattivo a favore della conoscenza del nostro mondo militare, coì poco conosciuto o male inteso nelle nostre comunità e collettivita.

Informa inoltre che per ogni chiarimento in merito si può contattare il CESVAM (alla e mail: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org) e, per chi è interessato alla partecipazione, è possibile rivolgersi all‘Universtà degli Studi Nicolò Cusano Segreteria Generale Master via Don Carlo Gnocchi 3 00166 Roma, infomaster@unicusano.it, oppure sul sito della Università Nicolò Cusano www.unicusano.it/master. Inoltre si può utilizzare la email: contatti@unicusano.it oppure il numero verde 800.98.7373 o i telefoni 06 45678350 oppure 06 70307312,
Il Bando del Master è pubblicato presso il sito della Universita degli Studi Nicolò Cusano Telematica Roma (www.universitacusano.it/master). A questo comunicato è annessa la locandina, il bando, l’articolato e la nota delle agevolazioni che l’Istituto del Nastro Azzurro accorda ad eventuali frequentatori nell’utilizzo e impiego del master.






venerdì 9 novembre 2018

Master alla Cusano Università


                                                             www.unicusano.it/master



giovedì 1 novembre 2018

Anniversario d ella Fondazione di Aprilia.




81 Anniversario della fondazione di Aprilia

distrutta 
 nei combattimenti seguiti allo sbarco ad Anzio
 nel gennaio 1944

giovedì 20 settembre 2018

Sardegna: gli eventi del 9 settembre




Nella giornata del 9 settembre 1943, nelle acque dell’Asinara, si consuma una tragedia nazionale che coinvolge le Forze da Battaglia della Regia Marina. Il messaggio radiofonico registrato con cui il generale Eisenhower comunica alle 1830 del giorno 8 la “resa senza condizioni“ del Regno d’Italia, coglie di sorpresa il governo, e ingenera sensazioni di  sbigottimento  e  prospettive fallaci di fine della guerra che attraversano l’intero paese. Clima e modalità di conduzione del processo decisionale politico-militare nonché sottovalutazione delle conseguenze del cambio delle Alleanze, avranno pesanti ripercussioni sulle funzioni di comando controllo delle forze Armate sparse nei vari teatri. In quei momenti di confusione strategica, culminata con la partenza dei vertici istituzionali dalla capitale, prende corpo la reazione tedesca pre-pianificata e pronta a scattare sin dalla battitura della notizia da parte dell’Agenzia Reuters nel primo pomeriggio. La catena di comando della Regia Marina rimane in piedi, e, pur nelle difficoltà dell’accavallarsi degli eventi  e dei limiti tecnici del tempo, continua ininterrotta. Sul piano etico, superati i momenti di tentennamenti e incertezze, prevale la bussola della lealtà istituzionale e della subordinazione alla volontà politica. In breve, la volontà di collocarsi dal lato giusto della storia si manifesta nel senso del dovere, fedeltà alle istituzioni e nella consapevolezza dei risvolti dei loro atti sui destini della patria. Sono questi gli unici riferimenti che possono garantire la salvezza del paese e prospettive di rinascita. Dopo l’azione mattinale della Torpediniera Aliseo (CF Carlo Fecia di Cossato, MOVM) e, nel pomeriggio, delle Vedette AntiSom  nell’Alto Tirreno (Contrammiraglio Federico Martinengo MOVM alla memoria),  le Forze Navali da battaglia, in fase di trasferimento per una missione ben diversa da quella cui erano state preparate,  lamentarono la perdita della Corazzata Roma e dei 2 CC.TT. Da Noli e Vivaldi. Questi ultimi assegnati originariamente alla scorta del sovrano da Civitavecchia alla Maddalena, furono dirottati per il ricongiungimento alle Unità della Squadra e, nel primo pomeriggio, dopo aver ingaggiato mezzi con a bordo reparti tedeschi in trasferimento verso la Corsica,  incapparono nella trappola sia delle batterie costiere piazzate sul versante corso che di uno sbarramento minato predisposto da posamine germanici a fine agosto, di cui le due unità non erano state messe al corrente.  
Proprio la tempistica e la tragicità di questo episodio, in cui muore in combattimento anche il Comandante in Capo, Ammiraglio di Squadra MOVM alla memoria Carlo Bergamini, e tutto il suo staff, assieme ai Comandanti e gran parte degli Stati Maggiori e degli equipaggi , assurge,  a esempio della maldestra messa in atto delle misure soggiacenti, senza adeguata conoscenza della situazione reale. Nella tragedia, si mettono in risalto anche personaggi ed episodi di valore, come il ritorno a bordo a nuoto sul CT Vivaldi, da parte del CC Alessandro Cavriani e del Capo Meccanico Virginio Fasan, per verificare le cause della lentezza del processo di auto-affondamento; entrambi si inabissarono con la loro nave e furono decorati MOVM alla memoria.
In un continuum operativo-temporale, le vicende navali si intrecciano, pur nella diversità dello scenario,  con ciò che avviene nel teatro delle operazioni Gallurese del Nord-Est della Sardegna: la tragica fine del Ten. Col. A. Bechi Luserna, MOVM, trucidato e poi gettato in mare a S. Teresa di Gallura da chi non accetta la collocazione con gli Alleati, e, soprattutto, il trasferimento della 90.ma Divisione tedesca dalla Sardegna alla Corsica con il colpo di mano di elementi di quest’ultima, finalizzato alla disarticolazione della piazzaforte della Maddalena. Eppure, nella base paralizzata dalla sorpresa iniziale, vi sono tanti che in quei momenti convulsi, contravvenendo agli ordini del Comando, rispondono al richiamo del dovere . In questo contesto, la tragedia nazionale, di cui gli eventi in mare costituiscono una parte significativa, diventa alla Maddalena il prologo della resistenza armata, portata avanti da militari della Marina, dell’Esercito,  dei Carabinieri e operai dell’Arsenale. Proprio alla Maddalena, dove erano dirette le navi e  che da Domenico Millelire alla reazione armata di quei giorni sintetizza la storia della Regia Marina, si colgono quindi quei segni di una riscossa che non può non esser riconosciuta come embrione di quella nazionale. Essa infatti precede i successivi eventi a Napoli di fine Settembre e i successivi sviluppi al Centro e al Nord della Penisola. Ha origine con personaggi che, riusciti a svincolarsi dalla morsa degli occupanti, riescono nell’intento di una mobilitazione, che possiamo definire sia interforze di militari della Regia Marina, Carabinieri,  e  delle batterie costiere dell’Esercito, che generale grazie all’attiva partecipazione di operai militarizzati dell’Arsenale e al sostegno della popolazione, già messa alla prova da massicci bombardamenti. Li accomuna la volontà di non arrendersi e tanto meno collaborare con l’ex alleato. Dopo l’arresto del tentativo di occupazione dei punti chiave, le varie azioni di guerriglia culminate con l’ultimo assalto volto al  recupero dei punti chiave occupati della piazza, in cui trova la morte il CV Carlo Avegno ( MOVM alla memoria), testimoniano un rigurgito di riscatto sostenuto dall’etica del dovere e dell’onore nazionale.
E’ bene allora ricucire i fili di questa storia, anche perché questa pagina di Storia, conosciuta parzialmente e per lo più nei termini negativi dell’occupazione della Base e dell’arresto senza colpo ferire degli Ufficiali radunati all’ora della mensa, sia riesaminata e fatta conoscere  nella sua interezza,  e non lasciata all’oblio, che suona come evento da dimenticare. Questo evento mette in luce una dimensione oblativa dell’esistenza in cui si offre la propria vita per la salvezza del proprio paese in un momento drammatico. Nel 75.mo anniversario delle tragiche giornate di quel “settembre nero”,  quei caduti (tra i quali tantissimi sardi) ci chiedono che la loro resistenza armata, opposta alle minacce e violenze di una forza straniera, sia ricordata, raccontata nei suoi termini reali e non sminuita. Anche perché quei volenterosi erano consci dei pericoli derivanti dal doversi confrontare con  una delle più agguerrite unità militari dell’epoca. Quest’ultima infatti, una volta trasferita nella penisola, nella prima metà del 1944 riuscì a inchiodare le forze anglo –americane sbarcate ad Anzio. Per questo motivo gli eventi nel Nord della Sardegna, apparentemente sconnessi, vanno ricordati, senza retorica,  a esempio della nostra identità con una narrativa e per una memoria coerente con i fatti. Pur nei diversi orientamenti politici, il mantenimento della memoria di ciò che unisce non può che favorire i processi di  pacificazione consapevole. Si suole dire che senza memoria, l’identità e, con essa, la nazione non poggia su solide basi ed è anche acquisito che l’inabilità a coltivare e difendere la memoria è un segno di decadenza.

Ammiraglio di Squadra (r) Mario Rino Me


martedì 4 settembre 2018

sabato 30 giugno 2018

martedì 26 giugno 2018

domenica 20 maggio 2018

Jesi. Un combattente ricorda il 20 luglio 1944


70° ANNIVERSARIO LIBERAZIONE DI JESI
20 Luglio 1944 – 20 Luglio 2014

Oratore ufficiale: Corrado Fiorini (Reduce IV° Rgt Bers)

Desidero anzitutto porgere saluti bersagliereschi e ringraziamenti al Sindaco dott. Bacci che ha autorizzato questa meravigliosa manifestazione riguardante il 70° anniversario della liberazione di Jesi. Saluti bersagliereschi alle altre autorità presenti, la loro presenza onora sensibilmente il vero significato di questa bella manifestazione. Saluti bersagliereschi anche al Presidente della sezione bersaglieri di Jesi bersagliere Ivo Vincenzetti e al bersagliere Omero Bezzeccheri per la buona riuscita di questa cerimonia. Saluti bersagliereschi anche a tutti i presenti.
Io sono un reduce, uno dei pochi rimasti ancora in vita.
Negli anni 1943/44/45 ho partecipato alla guerra contro la Germania, dichiarata dal Generale Pietro Badoglio,nella qualità di capo del governo del Sud.
L’ Italia era divisa in due parti.
Io facevo parte del LI° btg bers AUC e con me c’ era l’ indimenticabile caro amico Giorgio Barletta che come a Voi noto è stato il Presidente Regionale Marche della Associazione Bersaglieri e Consigliere Nazionale della medesima associazione.
Il LI° btg bers. fu l’ antesignano della rinascita morale e materiale del nuovo Esercito Italiano che per primo iniziò il 9 settembre 1943, giorno dopo del doloroso armistizio, con la difesa di Bari dai tedeschi quella marcia di dolore e di gloria verso il nord “A RICERCARE LA PATRIA SMARRITA” per salvare il salvabile che purtroppo non ho ancora ritrovato, considerata la deludente situazione politica ed economica in cui si dibatte la nostra Italia da molti anni.
Primo episodio bellico
La battaglia dell’ 8 e del 16 dicembre 1943 a Monte Lungo con il “Primo Raggruppamento Motorizzato” lo scontro fu molto duro ed il LI°btg fu molto provato subendo perdite molto gravi. Comunque Monte Lungo, forte caposaldo tedesco prima di Cassino, fu liberato. In quella battaglia fu gravemente ferito il carissimo amico Giorgio Barletta, ferita che lo ha tormentato tutta la vita fino alla morte avvenuta qualche anno fa. In suo onore il Comune di Ancona ha intestato a suo nome, in considerazione delle sue ottime doti culturali e quale combattente di Monte Lungo, una via cittadina. Dopo questo primo successo si costituì un gruppo di combattimento molto più forte il “C.I.L. Corpo Italiano di Liberazione” composto dal 68° Rgt Fanteria, un btg Alpini “Piemonte”, un btg Paracadutisti “Nembo”, un btg di Arditi, il IV° Rgt bers. Composto dai btg XXIX e XXXIII nei quali fummo inseriti rispettivamente noi del LI° btg bers, reparti del Genio e della Sanità.
Fu una lunga primavera di guerra di posizione sugli Appennini Abruzzesi, catena delle Mainarde, Monte Mare e Monte Marrone. I primi di giugno i tedeschi si sganciarono per ritirarsi verso Nord e noi a seguirli sempre da vicino con marce forzate e scambi di artiglieria. Noi non avevamo mezzi di locomozione per il trasporto di viveri, armi pesanti e quant’ altro necessario e quindi la nostra fatica fu enorme. Finalmente riuscimmo a trovare dei carri agricoli tirati da buoi i cosiddetti “birocci” e quindi l’ avanzata fu facilitata.
Ai primi di luglio arivammo a sud della Marche, Arquata del Tronto, Tolentino, San Severino e poi verso Jesi Collina, Santa Maria Nuova, Filottrano. Qui a Filottrano il gruppo di combattimento riordinò le file e ci fu segnalato che Jesi era saldamente in mano tedesca per cui bisognava organizzare un attacco adeguato. I due btg. Bers hanno così avuto l’ ordine di andare avanti verso Jesi con tutte le cautele del caso e quindi arrivammo sulle colline adiacenti alla Valle dell’ Esino.
Il XXIX btg bers era nella zona di Montegranale e noi del XXXIII eravamo leggermente più in basso. Improvvisamente i tedeschi fecero un furioso, furibondo e cattivo attacco con mortai e tiri di mitragliatrice nella zona di Montegranale. Il XXIX subì lo scontro e si trovò in difficoltà subendo la eroica morte del serg. magg. Giuseppe Riccardi e quindi noi del XXXIII avemmo l’ ordine di farci sotto per tamponare la situazione e così fu fatto ben assistiti dal nostro plotone mortai e con il XXIX che nel frattempo si era ripreso colpimmo ripetutamente le posizioni tedesche ed a lungo andare scoprimmo che i tedeschi non davano più segni di vita.
Grande sorpresa, ma in guerra le sorprese sono molto pericolose perché il nemico lascia le sue posizioni per ritrovarlo poi inspiegabilmente in una altra posizione con tutte le conseguenze negative. Stando così le cose assumemmo un atteggiamento di prudenza e restammo sulle nostre posizioni in attesa di chiarimenti sulla situazione.
Come su detto il serg.magg. Riccardi fu ucciso. Questo valoroso giovane prima che l’ Italia entrasse in guerra era emigrato in Svizzera , poi venuto a conoscenza degli eventi bellici rientrò immediatamente, per amor di Patria, si arruolù volontario nel corpo dei bersaglieri immolandosi in terra jesina. Fu decorato con medaglia d’ oro al V.M. e promosso sten. per meriti di guerra. E’ da tutti ricordato come figura tipica di grande bersagliere patriota ed il suo nome Jesi lo ricorda su di un cippo agli Orti Pace. Nello scontro suddetto lodevole fu il comportamento degli allievi del già LI° btg bers AUC.
Oltre alla situazione dei tedeschi che non si sapeva ove erano finiti, altro impedimento per andare avanti verso Jesi era il Fiume Esino che doveva essere necessariamente attraversato. Fu dato questo ordine con tutte le cautele necessarie, ma come al solito non avevamo mezzi adeguati per poterlo fare facilmente. Io con la mia squadra eravamo sulla sponda pianeggiante del fiume e decidemmo di farlo a guado, e così fu fatto armi sulle spalle iniziammo la traversata. Quando fui nel mezzo del fiume l’ acqua mi arrivava sul petto e provai una piacevole sensazione di freschezza, l’ acqua era fredda mentre fuori faceva molto caldo. Continuammo la traversata con molta attenzione perché c’ era il pericolo di cadere dal momento che in qualche punto il fondo del fiume presentava delle buche. Con buona volontà arrivammo sull’ altra sponda e lì piazzammo le nostre armi in attesa di ricevere ordini precisi sul da farsi. Mentre eravamo sulle posizioni con i nostri pensieri e le preoccupazioni vedemmo da lontano venire avanti a ridosso di un canneto, che arrivava fino al fiume, un uomo gobbo gobbo con qualcosa in mano. Subito pensai “questo farà un brutta fine” perché di fronte alle situazioni dubbiose in guerra era molto facile sparare. Fortunatamente nessuno lo fece e questi giunto a pochi metri di distanza a voce alta gridò “bersaglieri i tedeschi hanno lasciato Jesi” chi era costui che con tanta sicurezza e determinazione faceva questa affermazione? Sorge il dilemma crederci o non crederci, ma nel dubbio rimanemmo impavidi sulle nostre posizioni in attesa di ordini precisi dal nostro comando. Poco dopo infatti ci fu segnalato che effettivamente i tedeschi avevano lasciato Jesi e si erano ritirati verso Barbara. La notizia fu presa con grande gioia da tutti. Quell’ uomo aveva detto la verità e quella cosa che aveva in mano era un fiasco di vino. Cogliemmo l’ occasione per berlo tutto tutti quanti. Credetemi in quel momento eravamo molto provati sia fisicamente che mentalmente e quella bevuta di vino “sapemmo poi che era Verdicchio”fu per noi un tocca sana che diede immediatamente quella vitalità tipica bersaglieresca.
Era il giorno 20 Luglio 1944
Jesi fu liberata.
Viva l’ Italia viva il glorioso Corpo dei Bersaglieri, sempre pronto a intervenire in ogni occasione con successo a difesa della Patria.
                                                                                                          Bers Corrado Fiorini

sabato 5 maggio 2018

Corrado Fiorini combattente con il C.I.L.


Testimonianza. 1
Corrado Fiorini ricorda: "Dopo la battaglia di Filottrano, che vide protagonisti i paracaduti della Nembo, il nostro comandante generale Utili, il 10 luglio (vedi schizzo n. 11) chiama a rapporto in particolare i suoi bersaglieri e, senza giri di frase, indica quello che c'è da fare nei prossimi giorni, ovvero conquistare Jesi. E’ un compito importante ma gravoso, in quanto da informazioni raccolte risulta che Jesi è fortemente presidiata dai tedeschi. Si doveva andare avanti, continuando quella marcia iniziata dal momento del trasferimento nel settore adriatico. Una marcia a piedi, in carenza di automezzi adeguati. Era una fortuna trovare il caratteristico carro agricolo marchigiano, il “biroccio” trainato da due bovi, per il trasporto del materiale. Si va avanti tra mille cautele verso la vallata del Musone e Santa Maria Nuova”.

Emerge dalla testimonianza di Fiorini tutto lo status del Corpo Italiano di Liberazione. La carenza di mezzi è impressionante; ed è una scelta voluta, in quanto gli Alleati, in particolare i Britannici non vogliono assolutamente che il Corpo Italiano di Liberazione giochi in queste operazioni nelle Marche un ruolo primario



Testimonianza 2
Corrado Fiorini ricorda: "La mattina del 19 luglio, alle prime luci dell’alba, mentre stavo ancora dormendo sotto la mia tenda, a poca distanza da una casa di contadini, sento un fischio di richiamo, a me molto familiare, che annunciava  l’arrivo delle palombe a nella selva di Villa Romana, fuori Ancona, un bosco di querce dalle mie parti. Era un modo d’uso molto praticato dai cacciatori: costruivamo tunnel di vegetazione e, grazie a segnali convenzionati, arrivavamo inosservati nel punto giusto dove le palombe, sulle querce, si erano posate. Nella casa dei contadini, per puro caso, erano alloggiati Cesare e Giuseppina Fiorini genitori di mio cugino MOVM Sottotenente Aldo Fiorini del 5° Reggimento bersaglieri (vds scheda a parte). Erano sfollati da Ancona a causa dei bombardamenti. A sentire il richiamo per le palombe, mi alzo e vado verso la casa dei contadini e subito incontro gli zii. Era lo zio Cesare a fischiare (perché vedendo i bersaglieri pensava ci fosse anche suo nipote) e in un primo momento non riconosce nel bersagliere che gli è di fronte Corrado (che in famiglia viene chiamato “Corradì”) , ma anche Giuseppina non mi riconosce. Mi ero fatto crescere i baffi (come nella poesia Davanti a San Giusto: "Con quei baffi a capecchio e con quei musi davanti a Dio dritti come fusi") e indossavo l’uniforme kaki, quella coloniale, come tutti i bersaglieri. Ma poi mi  riconobbero e ci abbracciammo."
 Era voce tra i soldati che avevano l'uniforme kaki che la vestissero per non confondersi con i tedeschi. Nella realtà ogni reparto indossava la divisa che aveva al momento della crisi armistiziale, essendo praticamente impossibile essere riforniti di vestiario ed equipaggiamento regolare da parte della logistica del Regio Esercito.

[1] Nato ad Ancona il 10/01/1922. Se possibile aggiungere alcune note biografiche. ha partecipato alla Guerra di Liberazione come bersagliere
Componente del LI Battaglione Bersaglieri AUC, partecipa agli eventi armistiziali in Puglia e alla difesa del Porto di bari il 9 settembre 1943.; poi con il suo battaglione si addestra nell’ambito del I Raggruppamento Motorizzato e partecipa alla battaglia di Montelungo, l’8 dicembre 1943. E’ testimone diretto di questa battaglia, come componente della 1° Compagnia, ove assiste al sacrifico della 2° Compagnia bersaglieri decimata lungo il torrente Peccia. Soccorre Giorgio Barletta, ferito in quell’attacco, cementando una amicizia pluricinquantennale.
Il LI battaglione bersaglieri esce provato dalla prova di Montelungo, Ritirato come tutto il I Raggruppamento Motorizzato, per riorganizzarsi il LI battaglione bersaglieri dà vita ai due battaglioni che formeranno il 4° Reggimento bersaglieri, il XXXIII ed il XXIX, i due battaglioni che saranno protagonisti della campagna del Corpo Italiano di Liberazione nelle Marche. Fiorini, Allievo Ufficiale di Complemento, viene promosso sergente nel dicembre 1943. Le vicende dei bersaglieri che andarono oltre le righe lo videro partecipe, sempre animato e sostenuto dal suo grande amore di Patria.


Segue Testimonianze su Combattimento di Montegranale Passaggio del Fiume Esino a nuoto
Uomo con il fiasco in mano tratte dal discorso di Jesi ( se mi mandi il testo del discorso come allegato le riporto)


 Testimonianza 3
Corrado Fiorini ricorda: "Arrivati a Jesi e conquistata, ottengo dieci giorni di licenza per recarmi in Ancona. E’ con me il serg.magg. Ezio Buzzo, abitante al Poggio, una frazione di Ancona, emigrato poi in Argentina. Non vi erano mezzi di trasporto. Da buoni bersaglieri entrambi pensammo: “abbiamo fatto tante marce inutili nel corso del nostro servizio militare, almeno questa ci porta a casa a riabbracciare i nostri cari che da oltre un anno non hanno nostre notizie" e ci mettemmo in cammino a piedi alla volta di Ancona, per la precisione verso la frazione delle Tavernelle distante circa 50 chilometri."

mercoledì 25 aprile 2018

25 aprile 2018. Ricorrenza che fa riflettere


Le Fosse Ardeatine sono il fondamento della Italia repubblicana,
uscita dalla guerra di liberazione,
liberata dalle truppe delle Nazioni Unite
in cui nei 335 Martiri è rappresentato tutto il Popolo Italiano


giovedì 29 marzo 2018

Giornata del Decorato 2018. Roma 13. 14,15 aprile 2018


SYLLABUS

Oggetto: Scopo del presente Syllabus è quello di delineare la architettura della Giornata del Decorato che si terrà a Roma dal 13 al 15 aprile 2018.
Articolazione della Giornata:
La Giornata del Decorato 2018 si articola in tre giorni, nei quali si svolgeranno le seguenti attività
a)                 Venerdì 13 aprile 2018
. Convegno di Studi: Tema Il Valore militare dall’Unità alla Crisi Armistiziale 1861-1943
. Cerimonie di Omaggio al Valore Militare
b)                 Sabato 14 aprile 2018
. Commemorazione Ufficiale. Cerimonia Alle “Fosse Ardeatine”
. Attività Culturale Presso la Sede Nazionale.
. Cena Di Gala 
c)                  Domenica 15 aprile 2018
. Omaggio al Valore Militare. Passeggiata al Gianicolo. La Repubblica Romana 1849
  Il Colpo di Cannone di Mezzogiorno.
. Conclusione con l’omaggio al Sacrario dei Caduti della Repubblica Romana.













I GIORNATA.
Venerdì 13 aprile 2018
. Convegno di Studi: Tema Il Valore militare dall’Unità alla Crisi Armistiziale 1861-1943
Il Convegno di Studi si articola nel seguente modo
Ore 08,30.
Presentazione degli Atti. Giornata del Decorato 2017.“Il Valore Militare e le missioni di pace”
Oggetto della relazione è la presentazione, in forma sintetica, degli Atti del Convegno tenuto lo scorso anno in occasione della Giornata del Decorato 2017. Rappresenta la Continuità della Ricerca scientifica del CESVAM, che vede nella Giornata del Decorato una occasione per approfondire aspetti del Valore Militare. Gli Atti sono stati Pubblicati nella Collana Storia in Laboratorio.
Ore 9,00  Apertura del Convegno di Studi
Saluti delle Autorità Convenute.
Saluti del Presidente Nazionale del Nastro Azzurro gen. Carlo Maria Magnani
L’Intervento del Presidente Nazionale introduce i lavori del Convegno. Ha lo scopo di illustrare la volontà dell’Istituto di dare un significato anche accademico-scientifico oltre che rievocativo-commemorativo alla Giornata del Decorato, ribadendo l’impegno di diffondere i significati e i contenuti dello Statuto dell’istituto, così come svolto lo scorso anno.
Presiede : Direttore del Centro Studi su Valore Militare gen. Dott. Massimo Coltrinari
La Presidenza del Direttore del Centro Studi ha il preciso significato di far svolgere i lavori del convegno entro i binari dei lineamenti che il CESVAM si è dato. Oltre al naturale rispetto dei tempi, ha il compito di fa svolgere le relazioni secondo gli intendimenti  espressi e come sono state commissionate ai rispettivi Relatori. Inoltre deve svolgere una attenta azione di rispetto della articolazione del Convegno, nelle tre fasi, la prima di raccordo con la Giornata del Decorato del 2016 e quella del 2017, la seconda di approfondimento storico-giuridico-militare del Valore Militare durate tutto l’arco del periodo monarchico della nostra Storia Unitaria la terza di testimonianza dei Soci che, hanno la possibilità di estrinsecare nella seconda parte del Convegno.. Dovere di chi presiede e che queste testimonianze siano incisive, brevi e significative e non personali.
Il Significato del Convegno illustrato dal Direttore del CESVAM.

I TORNATA SESSIONE MATTUTINA
 Presentazione delle Relazioni
Preside Segretario Generale della ANFIM – Aladino Lombardi
ORE 09.20 I RELAZIONE  Massimo Coltrinari
                          Il Valore Militare in età risorgimentale 1861-1870
La Relazione intende dare un quadro generale della evoluzione ed espansione dell'Esercito Sardo iniziato nel 1859 con l'annessione della Lombardia ed alimentato dalla emigrazione in Piemonte di tutti i rivoluzionar in italiani. Questa evoluzione si accentuò nel 1860 con l'annessione degli stati dell'Italia Centrale, delle Marche e dell'Umbia e con la spedizione dei Mille con le provincie meridionali. Inoltre nel 1861 vide affluire i componenti dell'esercito garibaldino. Uno dei fattori coagulanti e di amalgama che operarono in senso a quelo che divenne il 4 maggio 1860 l'Esercito Italiano fu il Valore Militare. Il suo riconoscimento alimetò il senso di apparteneza e di dedizione. La Relazione esplorerà questo aspetto.
ORE 09,40 II RELAZIONE Relatore Gen C. A. Carmine Fiore
                          Il Valore Militare nelle campagne coloniali 1882-1915
La Relazione intende tracciare un quadro (syllabus della relazione da sviluppare)
0RE  10.00 III RELAZIONE  Paolo Formniconi
                          Il Valore Militare e la Grande Guerra
Nell'arco di tre anni di guerra il Valore Militare fu uno degli elementi di sostegno e di coesione insieme all'amor di patria ed al dovere di cittadini in armi. La Relazione presenterà la Grande Guerra da questa visione, ovvero il valore militare come fattore concorrente per la vittoria finale.
La Relazione intende  dare un quadro esaustivo (syllabus della relazione da sviluppare)
ORE  10.20 IV RELAZIONE  Gen. Antonio Daniele
                          Il Valore Militare fra le due guerre mondiali 1919.1939
La Relazione vuole dare indicazioni sul significato  al valore militare all'indomani della Grane Guerra, al suo retaggio; in più la nascita dell'aviazione come Arma indipendente darà vita a nuove figure, come l'Asso dell'aeronautica che si affianca alla tradizionale figura del Valoroso e dell'Eroe.
ORE 10.40 V RELAZIONE   Ten. Col. t.ISSMI Gianluca Bonci
                          Il Valore Militare nella Seconda Guerra Mondiale 1940-1943
La Relazione intende sviluppare l’intero arco del Secondo Conflitto Mondiale, i vari teatri operativi in Balcania, in Africa sia Orientale che Libico.egiziana, russia e metropolitano nel modo in cui è emerso il valore militare, che nella retoroica e nella memorialistica è stato spesso utilizzato per mascherare errori, sconfitte e  responsabilità dei Capi e con un approccio assolutorio e giustificativo per l'opinione pubblica.
ORE 11.00 V RELAZIONE   Prof. Giancarlo Ramaccia
                            Il Valore Militare e la Crisi armistiziale. Per gli Italiani il momento delle scelte
La Relazione intende sviluppare l’intero arco della crisi armistiziale ( settembre-ottobre 1943) in cui gli Italiani si sono trovati davanti a se stessi, ovvero per tutti loro era arrivato il Momento delle Scelte.I rapporti con l'ex alleato, con il regime crollato il 25 luglio 1943, con gli Alleati-conquistatori che diedero vita alla reazione armata con varie figure espressione dei rinascenti partiti politici  a fronte di chi preferiva attendere il vincititore (attendismo) e la solita massa degli ooprtunisti pronti a stare accanto al più forte. Il Valore militare in queste circstante assume un aspetto di chiarificazione e di identificazione comunitari.
A seguire se vi sarà la possibilità, altri interventi sulle relazioni presentate
ORE 12.00 Conclusioni:
Presidente della Anfim Aladino Lombardi
Presidente Nazionale del Nastro Azzurro.   Gen. Carlo Maria Magnani
ORE 12.15. TERMINE DELLA PRIMA TORNATA DI LAVORI
Free Lunch  (su prenotazione) Raggruppamento Logistico Centrale. Complesso Logistico Lungara” Via della Lungara 81/C  Palazzo Salviati Tel. 06 6867743   L.M. 3/ 7579   3/7588

Nella Mattinata del 13 aprile 2018 dalle 9,30 alle 12,30 si svolgeranno cerimonie e di Omaggio floreale come segno di Onore verso il Decorato in alcuni monumenti di Roma, scelti in relazione alla tematica del Convegno.
Il Segretario Generale, presente il Labaro Nazionale e Soci decorati al Valor Militare renderà omaggio, pronunciando una allocuzione di circostanza, ai seguenti monumenti
Ore 9,30-10 – Porta Pia. Monumento alla Breccia. (Il Valore Militare nel Risorgimento)
Rendere omaggio al Monumento che ricorda il passaggio di Roma dallo Stato Preunitario allo Stato Nazionale significa prendere atto che si compiva nel 1870 l’unità nazionale e l’Italia non era più una semplice espressione geografica come era considerata fino al 1849.
Ore 10,30 -11, 30 – Monumento ai Cinquecento di Dogali ( Il Valore Militare nelle guerre coloniali)
Il Monumento ai Cinquecento Caduti nella battaglia di Dogali rappresenta il ricordo del nostro impegno coloniale, voluto per trovare sbocchi economici alla giovane nazione italiana e che ebbe risvolti tristi e difficili, ma in cui non venne meno la dimostrazione del Valore Militare.
                                 Santa Maria degli Angeli. Tombe dei protagonisti della Grande Guerra
                                 (Valore Militare nella Grande Guerra)
Santa Maria degli Angeli a Roma ha accolto la salma del Milite Ignoto il 3 Novembre 1921 prima che questa fosse  trasferita all’Altare della Patria, il giorno dopo. Ospita la tomba del duca della Vittoria, Diaz, la tomba dell’Ammiraglio Thaon di Revel, e del Primo Ministro Vittorio Emanuele Orlando. Deporre un omaggio floreale su queste tombe significa onorare tutti i combattenti della Grande Guerra.
Ore 12,30 -13,00      Porta San Paolo. Monumento. (Valore Militare nella Seconda Guerra Mondiale)
Porta San Paolo ha visto le gesta del popolo romano nei primissimi giorni della crisi armistiziale, quando per gli Italiani venne il momento delle scelte. Ricordare quei momenti fondanti la nostra attuale Repubblica significa aiutare a capire e riflettere sui momenti decisivi della nostra storia in cui non venne anche in queste difficili circostanze il Valore Militare.


II TORNATA  SESSIONE POMERIDIANA
(Scopo delle Comunicazioni e quello di dare spazio ai Soci del Nastro Azzurro)
 Comunicazioni
Presiede Gen. Prof. Massimo Coltrinari
Ore 15.00     I Comunicazione       Prof. ssaAlessandra Soroni.
                     Collaborazione Società Tarquiniense di Arte e Storia e Istituto del Nastro Azzurro.   La Emeroteca
                     relativa alla Pubblicistica Militare.
Nota comunicativa relativa al progetto di edificare una Emeroteca della Pubblicistica Militare con accardo fondi di archivio specialistici che sono il frutto delle ricerche e degli studi condotti dal CESVAM, con particolare alla storia recente di Tarquinia sul versante militare ( Scuola paracadutisti e attività speciali)
Ore 15.15     II Comunicazione   Avv. Domenico Baldassarre
                     La Federazione di Torimo dei suoi primi cento anni di vita.            
Ore 15.30     III Comunicazione   Dott. Emanuele Cerutti
                      Il Museo dell’Istituto del Nastro Azzurro a Salò
Illustrazione dello stato e delle attività di prospettiva del Museo Storico dell'Istituto del Nastro Azzurro e le sue attività collegate ed in particolare come sinergia del CESVAM
Ore 15.45     IV  Comunicazione   Sig. Mario Pereira Federazione di Pistoia
                      La FEB (Forza di Spedizione Brasiliana) in Italia 1943-1945
Nota riguardante il Contributo dei soldati Brasiliani venuti in Italia e partecipati alla Campagna d''Italia delle Forze Alleate.
Ore 16.00     V Comunicazione  Sig. Stefano Bernini – Federazione di Pistoia
                      Breve storia di Francesco Ciavarella, cittadino pistoiese Caduto nell’Eccidio delle Fosse Ardeatine
Ore 16.15   VI Comunicazione  Cav. Uff. Giorgio Lavorini Federazione di Pistoia
                   Breve Storia della M.O.V.M. Giovanni Marini, Decorato pistoiese al quale è stata intitolata la Caserma del  
                   183° Reggimento Paracadutisti Nembo”
Ore 16.30   VII Comunicazione Dott. Giovan Battista Birotti
                   Il Soldato Giapponese del '900 ed il Valore Militare.
Nota riguardante i risvolti sociali ed econominci oltre che militari nella formazione dello Stato del Giappone ad inizio secolo
Ore 16.45  VIII Comunicazione   Dott Massimo Squillaci
                 Don Giovanni Mimozzi e le Case del Soldato nella guerra 1915-1918.
Il trentenne Cappellano militare Don Giovanni Minozzi raggiunge il fronte italiano nel giugno 1915 per prestare assistenza spirituale e materiale ai soldati, e organizza una rete di luoghi di accoglienza che nel poco tempo libero concesso ai soldati offra loro un ambiente familiare dove ricrearsi divertendosi ed anche istruendosi. Nascono così le Case del Soldato (sala lettura, scrittura, scuola analfabeti, cinema, teatro, strumenti musicali). Alla fine della guerra saranno più di 500 su tutto il fronte.
Ore 17.00   IX  Comunicazione. Avv. Francesco Atanasio
                    Il Valore Militare in Età Monarchica Vittorio Emanuele II e Umberto I
Ore 17.15   X Comunicazione Osvaldo Biribicchi. 
                   Il Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione
                    Nasce dalla presentazione di un Progetto presentato al Ministero della Difesa. Ha lo scopo di preparare un Dizonario su otto volumi di cui 3 relativi al Compendio,3 relativo al Glossario, uno di indici ed uno dedicato alla Guida in cui si esplicano le mappe tecniche e le mappe logiche per la consultazione del Dizionario che deve essere inteso come uno strumento per accedere ad internet a sostegno di studi e ricerche.
Ore 17.30   XI  Comunicazione.Gerardo Severio
                    Michele de Rada Storia di un Generale
La Comunicazione illustrerà nei dettagli la figura e l'opera del Generale De Rada a cavallo della fine dell'ottocento ed inizio del novecento.
Ore 18.00   XII  Comunicazione. Anna Maria Menotti
                    Il valore prerisorgimentale. Ciro Menotti ed i congiurati del 1831. Manfredo Fant, Enrico Cialdini ed altri.
La comunicazione illustrerà la vicenda di Ciro Menotti ed il suo sacrificio come antesignano della epopea risorgimentale; darà cenno anche ai suoi compagni tra cui giovanissimi patrioti che diverranno protagonisti delle vicende unitarie italiane
Ore 18.15   XIII  Comunicazione. Alessio Pecce
                    La Preparazione del Dizionario minimo della Grande Guerra 1915-1918.
Su progetto presentato al Ministero della Difesa, dal giugno 2017 un equipe di ricercatori in seno al CESVAM ha elabarotato questo Dizionario che si articola in Compendio (cinque volumi) e Glossario (cinque volumi) più un volume di Indici e di Guide.
Ore 18.30 XIV Comunicazione  Federico Mammarella
                   Il Valore Militare nella Guerra di Spagna 1936-1939
Sulla base degli studi condotti in Spagna nel quadro Emmaus, e sugli elaborati della tesi di dottorato si presenta un cenno sul Valore Militare in questa guerra civile sia da parte franchista che da parte delle brigate internazionali con un cenno al Corpo Truppe Volontarie Italiano.
Ore 18.45  XV Comunicazione Mario Me
                      Gli eventi nel Nord della Sardegna all’indomani dell’Armistizio. (Titolo provviosio)
Esposizione di sintesi del progetto in preparazione al CESVAM sugli eventi armistiziali che videro protagonisti le unità della Squadra Navale Italiana e le forze di terra schierate nel Nord della Sardegna.
Ore 18.45    Conclusioni Gen. Dott. Massimo Coltrinari .
Ore 19.00   Termine dei Lavori

Ore 20.00    Cena alla Foresteria Lungara  Da Definire nei dettagli
Free Lunch  (su prenotazione) Raggruppamento Logistico Centrale. Complesso Logistico Lungara”
Via della Lungara 81/C  Palazzo Salviati Tel. 06 6867743   L.M. 3/ 7579   3/7588

La COMMEMORAZIONE
II GIORNATA 
MATTINA14 APRILE 2018
Commemorazione Ufficiale. Cerimonia Alle “Fosse Ardeatine”
Mausoleo delle Fosse Ardeatine
Ore 09,30 – 10.00 Arrivo dei Partecipanti. Ammassamento Labari e Rappresentanze
Ore 10,00 – 10.20  Accesso al Mausoleo delle Fosse Areatine.
Ore 10.25 -  Arrivo Massima autorità
Ore 10,30 – Inizio Ceromonia
                    La Massima Autorità, il Presidente dell'ANFIM; il Presidente del Nastro Azzurro depositano
                    la Corona d'Alloro.
Ore 10.40    Saluto del Presidente dell'ANFIM
                    Saluto del Presidente del Nastro Azzurro
                    Allocuzione della Massima Autorità
Ore 11,10     Appello dei Martiri Decorati al Valor Militare   (Aladino Lombardi)
                     Letture di Studenti
 Ore 11,50    Cerimonie Religiose ( Rito Cattolico e Rito Ebraico)                  
Ore 12.00 -  Silenzio Fuori ordinanza
                    Gli Studenti depositano un fiore sui Sacelli dei Decorati  al Valor Militare
                    Termine della cerimonia











POMERIGGIO.  Sabato 14 aprile 2018
Attività Culturale Presso la Sede Nazionale.   Piazza Galeno 1.
  Ore 16, 00 – ore 19  Presentazione del Volume di Giovanni Cecini
I Generali decorati nella Grande Guerra”
 . Gen. Carlo Maria Magnani,  Gen. Dott. Massimo Coltrinari,  Gen.  Antonio Daniele,  Prof. Giancarlo Ramaccia

Presentazione della Collana “I Libri del Nastro Azzurro” e della produzione editoriale del Nastro Azzurro. Promozione e sottoscrizione delle pubblicazioni
Ore 16-19,00 

Lady Programme  per il pomeriggio. Il centro di Roma. Piazza di Spagna, Fontana di Trevi, Via Condotti ed altro

SERA 14 APRILE 2018 Ore 20,00.
Cena Di Gala ( Su Prenotazione) Foresteria della Pio IX. Castro Pretorio






 OMAGGIO AL VALOR MILITARE
III Giornata
MATTINA 15 APRILE 2018
Omaggio al Valore Militare. La Repubblica Romana 1849. Il Gianicolo. Roma, Medaglia d’Oro al Valor Militare. Forte Bravetta.
Parte Culturale.(Facoltativa)
Spiegazione Itinerante a cura del CESVAM sul Gianicolo. Componenti del CESVAM spiegheranno ai convenuti il significato dei vari monumenti o loghi che si andranno a visitare sotto il profilo del Valore Militare). Facoltativo per tutti i partecipati
Ore 9,00 -9,30 Arrivo dei partecipanti a  Piazza della Rovere. 
Ore 9,30 – 11,00 – Percorso guidato in cui verrà illustrato come è rappresentato il Valore Militare: la Chiesa di Sant’Onofrio, L’Anfiteatro e la Quercia di Torquato Tasso. Il panorama di Roma verso ovest; Il faro degli Italiani. Gabriele d’Annunzio ed il valore militare nel primo novecento.; Le Erme della parte occidentale del Gianicolo: il valore militare nella Repubblica Romana.;  Il Monumento di Annita Garibaldi ed il Valore militare al femminile;  Giuseppe Garibaldi e la sua azione nella Repubblica Romana; Il retaggio della Costituzione del 1849
 Arrivo a Piazzale Garibaldi-
Parte Celebrativo.Commemorativa
Forte Bravetta. Via di Bravetta 78. Roma
Ore 09,30. Il Presidente Nazionale,  con il Labaro Nazionale e Soci Decorati renderà omaggio ai Martiri decorati[1] di Forte Bravetta. Parco della Memoria. Deposizione di una Corona di Alloro al monumento di Forte Bravetta.
                         Continuazione della Cerimonia alle Fosse Ardeatina come omaggio al Valore Militare non solo ai Martiri delle Fosse Ardeatina ma a tutti i combattenti ed i Caduti della Guerra di Liberazione  a Roma 1943-1944
Gianicolo. Piazzale Giuseppe Garibaldi
Ore 11,00 – 11,50 Ammassamento dei Labari e delle Rappresentanze al Mausoleo della Repubblica Romana
                              Partecipanti tuti alla Giornata del Decorato                            
                              Spiegazione della Tradizione del Colpo di Cannone di mezzogiorno e note sulla Repubblica Romana.
Ore 12.00 Il Colpo di Cannone di Mezzogiorno.
Ore 12.01  Sfilamento dei  Labari del Nastro Azzurro,  delle Rappresentanze e  dei partecipanti  dal Piazzale Giuseppe Garibaldi al
                  Mausoleo della Repubblica Romana.
                  Apre il corteo il Vice Presidente Nazionale Giuseppe Pica, con accanto il Labaro Nazionale.
Ore 12,30 Omaggio al Sacrario dei Caduti della Repubblica Romana.
                 Deposizione di Corona. Cerimonia. Presenza del  Labaro Nazionale e di tutte le Rappresentanze
                 Lettura della Motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Città di Roma 1849-1949
                 Onore ai Caduti. Silenzio Fuori ordinanza
                 Discorso di Chiusura della Giornata del Decorato 2018 : Vice Presidente Nazionale Domenico Pica
Ore 13,00 Termine della Giornata del Decorato 2018.

Indicazioni logistiche:
Free Lunch  (su prenotazione) Raggruppamento Logistico Centrale. Complesso Logistico Lungara”
Via della Lungara 81/C  Palazzo Salviati Tel. 06 6867743   L.M. 3/ 7579   3/7588.


Giornata del Decorato 2018
Segreteria:
Segreteria  Generale del Nastro Azzurro Piazza Galeno 1 Roma
Email:segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org
Tel. 06 4402676
CESVAM Centro Studi sul Valore Militare.


[1] Martiri Medaglia d’Oro: Fortunato Caccamo, Antonio d’Ortenzi, Ezio Malatesta, Fabrizio Vassalli:
                Medaglia d’Argento: Mario Carucci, Paolo Renzi, Corrado Vinci.
Una dettagliata nota incentrata sulle biografie e sulle gesta dei Martiri Decorati sarà pubblicata con post di marzo su QUADERNI ON LINE, www.valoremilitare,blogspot.com