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giovedì 30 gennaio 2020

Lo sbarco di Salerno 2

          INTRODUZIONE

Lo scoppio della 2a Guerra Mondiale è preceduto da una serie di “prove tecniche di mobilitazione”: la Guerra Civile spagnola (1936-1939) che vede la partecipazione di Italia e Germania al fianco degli insorti nazionalisti, l’annessione tedesca della regione dei Sudeti (1937 – appartenente alla neonata Repubblica Cecoslovacca, sorta sulle ceneri dell’Impero Asburgico ed abitata da popolazione di etnia tedesca) e dell’Austria (1938). Tutto ciò, mentre l’Italia completa la sua espansione coloniale in Africa occidentale con la conquista dell’Etiopia (1935).
Specie nel conflitto spagnolo, vengono sperimentate nuove tecnologie e modalità d’impiego dell’arma aerea e le più avanzate tattiche di guerra di cui la Germania, ma non l’Italia, saprà trarre il massimo vantaggio. Lo dimostrerà l’attacco e la rapida conquista della Polonia (spartita con l’U.R.S.S. in base ad un’anacronistica e poco longeva alleanza) nel quale la preparazione, la determinazione e l’efficienza della macchina da guerra germanica si mostreranno in tutta la loro pericolosità. Il limite di tale strumento sarà costituito dall’eccessivo numero di fronti aperti, dalla necessità di provvedere a dar man forte all’alleato italiano che dopo aver dato corso ad una sua guerra parallela (quasi fosse in competizione con Berlino) è costretto a chiederne l’intervento sui fronti greco-albanese e nord-africano e dall’entrata in guerra (1941) degli Stati Uniti che con la loro enorme capacità industriale garantiranno agli Alleati grandi quantità di mezzi ed equipaggiamenti. Le limitate risorse germaniche finiranno per essere disperse su più teatri d’operazione e quindi sottratte alle originarie destinazioni: i fronti europei.
Proprio nell’ambigua alleanza italo-tedesca è insita la principale debolezza dell’Asse. Gli Alleati sanno che essa si regge sulla personale intesa politica tra Mussolini ed Hitler mentre è, da sempre, avversata dai monarchici italiani e neanche all’interno dello stesso partito e governo fascista gode di unanime consenso. La sera del 25 luglio 1943, con gli Alleati ormai in Sicilia da quindici giorni e in avvicinamento a Messina, si compie l’ultimo atto del Governo fascista. Sordo all’invito a dimettersi ricevuto indirettamente dal Re, Mussolini, ignaro del suo imminente arresto, partecipa alla seduta del Gran Consiglio del Fascismo che vede l’approvazione dell’ordine del giorno Grandi, con cui egli e la guerra da lui intrapresa, vengono entrambi sconfessati. Il neo-costituito governo Badoglio cerca inutilmente di convincere Hitler ad aprire trattative congiunte di pace con gli alleati. Mentre si dichiara, fino all’ultimo, fedele all’alleato nazista, segretamente si accorda con gli Alleati e la sera del 3 settembre 1943 sottoscrive, tramite il Generale Castellano il famoso “armistizio corto” nella tenda di Cassibile. L’alleato tedesco, per nulla convinto di tale assicurazione, ha già predisposto, in momenti successivi, i piani di emergenza “Alarich” e “Achse”, entrambi concernenti le azioni da intraprendere in caso di defezione italiana, compresa l’occupazione della penisola. Egli ha ben chiare le due opzioni praticabili, proposte rispettivamente da Rommel e Kesserling:

        ritiro delle forze tedesche fino all’Appennino tosco-emiliano, se non alle Alpi, per non pagare l’alto tributo, in termini di risorse umane e materiali, che la campagna d’Italia presumibilmente richiederà data la particolare conformazione della penisola;

        resistenza per linee di difesa successive da predisporre lungo la penisola allo scopo, quanto meno, di imporre agli Alleati un elevato tasso di logoramento con successive lunghe battute di arresto nella loro progressione, punendo al tempo stesso l’ex-alleato italiano trasformandone il territorio in campo di battaglia e sfruttandone, per quanto possibile le pur limitate risorse industriali, in massima parte presenti al nord, per alimentare la macchina bellica tedesca.

Hitler accoglie il piano di Kesserling, giudicando troppo prudente e pessimista quello di Rommel. Tale scelta, porta a distogliere preziose truppe dagli altri fronti, specie da quello russo che versa in una fase particolarmente critica.  

          Vds. Carta dello sbarco pubblicata con post in data 31 luglio 2019 su questo blog
          ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org

sabato 25 gennaio 2020

Lo Sbarco di Salerno 1

1.           PREMESSA

Nella seconda guerra mondiale vengono affrontate le questioni lasciate in sospeso dalla Grande Guerra, conflitto con il quale si è affermata l’Europa delle Nazioni a scapito di quella dei grandi imperi centrali sovrannazionali ed ha avuto termine l’epopea risorgimentale italiana.
Il primo conflitto mondiale, nonostante le innovazioni tecnico-belliche appena palesatesi tra il 1914 e il 1918 (come il carro armato e l’aereo da combattimento), vede l’impiego di tecniche di poco evolutesi rispetto a quelle in uso nel XIX secolo. Vale la pena di citare, a titolo esemplificativo, le cariche di unità di cavalleria che ancora hanno, durante la Grande Guerra, spesso grande efficacia nell’ambito di un conflitto caratterizzato da unità che si fronteggiano, sovente per mesi, da opposte trincee in attesa di un attacco risolutivo.
La 1a Guerra Mondiale assume, per molte famiglie europee, site in regioni lontane dalle zone di combattimento, ancora un evento lontano poiché occorso in luoghi distanti e sconosciuti, spesso legato ai racconti di un congiunto che vi ha combattuto o, in molti casi, al ricordo di un parente che ivi è sepolto. Ciò che differenzia la 1a Guerra Mondiale dalle guerre ottocentesche e l’accomuna alla 2a è l’impiego di grandi masse di combattenti, consentito non solo dall’ampia mobilitazione attuata ma, soprattutto, dalla capacità industriale nel frattempo acquisita che consente di equipaggiarle in modo standardizzato.
La 2a Guerra Mondiale, porta con sé i grandi numeri del primo conflitto ma vede il massiccio impiego dell’arma aerea e dei mezzi corazzati e, soprattutto, coinvolge l’intera società mondiale portando la guerra, ad eccezione del continente americano, nelle case, nelle campagne e nelle officine senza alcuna distinzione tra combattenti e civili.
Il sogno di un mondo senza più guerra, sorto al termine della Grande Guerra, tramonta essenzialmente per l’assenza di organizzazioni internazionali capaci di arginare, per tempo, le mire espansionistiche naziste. L’impotenza della Società delle Nazioni deriva dalla sua sostanziale incapacità di imporre e far rispettare sanzioni e di intraprendere azioni coercitive efficaci. Tali aspetti sono stati in parte imputati, ai nostri giorni, anche alla vigente Organizzazione delle Nazioni Unite durante la crisi verificatasi nella ex Jugoslavia. La citata debolezza viene opportunamente sfruttata, nel 1939, dalla Germania nazista per dare corso alla pretesa rinascita del “Reich”, riguadagnare cioè un preteso ruolo di egemonia sulla scena internazionale e fondare un nuovo ordine europeo se non mondiale. L’Italia fascista, inizialmente riluttante ad entrare in guerra, vede la possibilità di vendicare la “vittoria mutilata”, l’amarezza del trattamento subito a Versailles nel 1918 a onta dello sforzo bellico profuso nella Grande Guerra. Simile rivendicazione è quella dell’Impero del Sol Levante che ha visto disatteso il suo sogno espansionistico in Asia, suo preteso naturale bacino d’influenza e garanzia di sviluppo economico.

          VDS. Cartina pubblicata con post in data 27 luglio 2019
           ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org

mercoledì 22 gennaio 2020

QUADERNI n. 2 del 2019


La rivista si può chiedere a: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org
Per collaborazione: quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org
Per info:www,vesvam.org
QUADERNI ON LINE: www.valoremilitare.blogspot.com


mercoledì 15 gennaio 2020

Volume La Seconda Guerra Mondiale di Giovanni Cecini








Giovanni CECINI,

L’incredibile storia della seconda guerra mondiale. Strategie, Armi, Protagonisti del conflitto che ha cambiato le sorti del mondo, Roma, Newton Compton Editori, pag. 495, E. 12,90, ISBN 978-88-227-3620



La seconda guerra mondiale grande contenitore di più conflitti distinti ma collegati tra loro, è in realtà un serbatoio di storie in credibili, spesso sconosciute che vale la pena di approfondire per capire meglio il nostro presente e le cause che l’hanno contribuito a rendere il mondo come lo conosciamo oggi. Questo libro intende quindi travalicare la tradizionale narrazione cronologica, procedendo per argomenti chiave come le alleanze, la diplomazia, le economie, gli oltre sessanta milioni di morti e gli scenari del dopoguerra. Il quadro complessivo è quello di una pagina fondamentale nella storia dell’uomo, che, nella sua brutale ferocia, esercita ancora oggi grande fascino su tutti gli appassionati di storia. Ogni vicenda, infatti, rappresenta un frammento di quello che è stato uno dei momenti più complessi di tutta la storia contemporanea, nonché lo spartiacque del Novecento.


Giovanni Cecini (Roma 1979) à laureato in Scienze Politiche e Storia contemporanea. E’ membro del CEVAM – Centro Studi sul Valore Militare e docente di Master in Storia Militare Contemporanea 1796-1960 presso la Università N. Cusano Nicolò Cusano.

venerdì 10 gennaio 2020

Corsica.


IV FRONTE DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE
Settembre 1943
Semovente italiano nel porto di Bastia



Azioni per il presidio di un ponte. Zona di Ajaccio

Mezzi corazzati tedeschi colpiti dalle batteria della Marina Italiana
Personale Sanitario italiano presta la sua opera

domenica 5 gennaio 2020

Corsica. Le operazioni 2 . Il costo pagato dai soldati italiani



IV FRONTE DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE
Settembre 1943


Dal 9 settembre al 14 ottobre le forze italiane persero in Corsica 
637 morti, 537 feriti, 2512 dispersi. 
Nei giorni della offensiva finale in collaborazione con le forze francesi i caduti furono 
245 tra ufficiali, sottufficiali e militari di truppa.


Da rilevare, quindi, che in Corsica non si ebbero episodi come quelli della Francia meridionale in cui le truppe furono disarmate con estrema facilità. Qui le forze italiane, soprese inizialmente dall’annuncio dell’armistizio, avuti precisi ordini, seppero tenere testa alle truppe tedesche e a non farsi sopraffare. E facile rilevare che se al momento dell’annuncio dell’armistizio ci fossero stati ordini e piani chiari, certamente la situazione sarebbe stata uguale a quella corsa.

La consistenza dei combattimenti e della determinazione dei soldati italiani è anche sottolineata dalla concessione di 18 Medaglie d’Argento, 171 medaglie di bronzo e 6 croci di guerra, oltre a una Medaglia d’Oro, concessa ad un comandante di batteria, in uno dei tanti scontri all’indomani della dichiarazione di armistizio.