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mercoledì 25 dicembre 2019

Corsica. La crisi armistiziale



IL IV FRONTE DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE
Settembre 1943



 Come la Francia meridionale, anche la Corsica fu occupata dalle truppe italiane a seguito degli sbarchi anglo-americani in Marocco ed in Nord Africa. L’importanza della Corsica era sicuramente inferiore a quello della Sardegna, ma dopo i citati sbarchi, il suo ruolo strategico non poteva essere sottovalutato. Occupava la Corsica il VII Corpo d’Armata, al comando del gen. Giovanni Magli, che aveva assunto il comando nel marzo del 1943, con sede a Corte. Il Corpo d’Armata aveva alle dipendenze due divisioni costiere, le divisioni di fanteria Friuli e Cremona, il 10° Raggruppamento celere, il 175° Reggimento alpini, ed inquadrava forze navali, nei porti di Ajaccio, Portovecchio e Bastia, e aeree dislocate negli aeroporti di Borgo, Ghisonaccia, Ajaccio, Campo dell’Oro, Portovecchio. In totale vi erano 74.000 soldati italiani più 2000 tra avieri e marinai. I tedeschi avevano forze di circa 4000 uomini, ovvero della brigata d’assalto “Reichfuhre-SS, inviata nel luglio 1943. Il comandante tedesco era il gen. Von Senger und Etterling, che si distinguerà per il suo equilibrio nei giorni della battaglia di Cassino.

All’annuncio dell’armistizio, il Comando italiano fu colto completamente di sorpresa. La nota memoria 44 emanata dal gen. Roatta giunse in Corsica solamente il 10 settembre quando i combattimenti con i tedeschi erano in corso da 48 ore, Dati i rapporti intercorrenti con i tedeschi, Magli, sentito Il Comando Supremo a Roma, accoglieva la richiesta di far transitare in Corsica la 90° Divisione leggera tedesca e le altre truppe provenienti dalla Sardegna. Magli indicava anche l’itinerario da seguire.
Nonostante gli accordi tra Magli e Von Senger sulla evacuazione tedesca dell’isola, nella notte tra lì8 ed il 9 settembre la guarnigione tedesca di bastia attaccò le truppe italiane, soprattutto nel porto. Qui gli scontri assunsero aspetti violenti, in cui intervennero anche le unità navali. Al termine, dopo che gli italiani ripreso il controllo alla mattina del 9 si ebbero a terra 5 morti tra gli italiani, mentre tra i marinai, soprattutto tra l’equipaggio di nave Ardito, si ebbero 80 morti e un centinaio di feriti. I tedeschi contarono oltre 500 morti ed altrettanto feriti, soprattutto fra gli equipaggi e personale imbarcato delle motozattere che avevano tentato di prendere il largo ed affrontate dallo stesso Ardito e fatte bersaglio dalle postazioni di artiglieria della difesa costiera.

Con l’afflusso delle forze tedesche dalla Sardegna la situazione assunse aspetti diversi. Ricevuto da Roma la comunicazione che le truppe tedesche dovevano considerarsi nemiche il gen. Magli impartì gli ordini relativi e fu scontro aperto. La prima fase di questi scontri iniziò il 12 settembre. Si combatte il giorno 12 a Casamozza, Bastia e Vezzani, il giorno successivo di nuovo a Bastia con violenti combattimenti che provocarono perdite rilevanti alla divisione Friuli; lo stesso giorno elementi della Cremona si scontrarono con truppe tedesche a Zonza costringendole a ritirarsi su Quenza. In queste circostanze entrarono anche in combattimento le forze della resistenza locale al comando di Paolo Colonna d’Istria e furono particolarmente utili nel settore delle informazioni e in quello dei collegamenti; i partigiani corsi compirono diversi attacchi “mordi e fuggi” contro elementi tedeschi isolati. I tedeschi erano superiori in termini di mezzi corazzati e motorizzati e quindi fu riordinato lo schieramento delle forze italiane. La Friuli si scierò sulla fascia costiera, un raggruppamento di cinque battaglioni e otto batterie nella valle di Golo, il comando del 182° battaglione costiero nella zona di Morosaglia; nella zona centrale dell’isola, un raggruppamento della Cremona si schierò nella conca di Corte, un raggruppamento di bersaglieri e di alpini nella zona del colle di Sorba-Vezzani, mentre la 226° divisione costiera si schierò nella zona occidentale.
Il 14 settembre venne respinto un attacco tedesco nella zona attorno a La Barchetta; il giorno 17 nella zona di Morosaglia fu prima rallentata poi definitivamente fermata una puntata tedesca di mezzi corazzati e motorizzati; nello stesso giorno nella zona centrale si combatte nella zona di Ghisoni, ed il giorno successivo un attacco tedesco venne stroncato sul nascere nella valle Trevignano.
 Nella zona meridionale le forze italiane il giorno 15 attaccarono, con azione convergente partito da Acellene, la cittadina di Zonza, annientandone il presidio tedesco; il giorno 16 un attacco tedesco lanciato nella zona di Lieve fu respinto. Il risultato di queste operazioni fu che i tedeschi, nonostante numerosi tentativi, non riuscivano a penetrare all’interno dell’isola, oltre al fatto che era definitivamente tramontata l’idea di disarmare le truppe italiane che reagivano nella loro totalità.

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