A
Lero, dopo la fine dei combattimenti nel novembre del 1943, si ebbe la ovvia
reazione tedesca, in parte attenuata dalla volontà teutonica di trasferire i
militari italiani in Germania per fronteggiare la nota carenza di mano d’opera.
I soldati italiani si divisero nelle note tre categorie, aderenti combattenti,
aderenti volontari ausiliari e non aderenti. Questi furono quasi immediatamente
avviati in continente. I convogli si susseguirono uno dopo l’altro. Ai primi di
gennaio 1944 il piroscafo “Leda” trasportò al Pireo 2273 internati militari e
con trasporti a fine gennaio e fine febbraio altri 2850 militari italiani; il
piroscafo “Gertrud” trasporto quelli che i tedeschi considerarono gli ultimi
internati militari italiani del Dodecanneso, ovvero 3200 soldati italiani. Tutti i trasporti arrivarono al Pireo e i
soldati italiani furono ammassati sulle banchine in attesa per ore. Poi a piedi
furono avviati al campo di concentramento distante 18 chilometri. Nella tarda
primavera a Lero erano rimasti circa 809 soldati italiani, di cui non ci sono
dati, per carenza di fonti per sapere a quali categorie appartenessero. Sicuramente
circa 200 soldati italiani appartenevano a personale medico, ufficiali, sottufficiali
e soldati ed appartenenti alle categorie di specialisti, soprattutto elettrici
e trasmettitori. Costoro godevano di una certa libertà e potevano accedere
saltuariamente alle razioni tedesche e potevano approfittare di opportunità per
tentare fughe verso la Turchia. Gli Alleati monitoravano la situazione a Lero e
nel maggio 1944 a loro risultavano circa 1000 soldati italiani aderenti volontari
ausiliari e 250 non aderenti adibiti a lavori pesanti. Era, peraltro, una
difficile situazione il cui motivo principale era la sopravvivenza a qualsiasi
costo, compreso il doppio gioco. Nell’ottobre 1944 Lero fu dichiarata dai
tedeschi “piazzaforte” e la prima conseguenza fu la diminuzione delle razioni
alimentari. Il 1944 terminò con una situazione di stallo, in attesa di vedere
come la guerra si sarebbe evoluta in Europa.
Nelle
altre isole minori, le Cicladi, le Sporadi settentrionali ed altre minori il
1944 ricalca in termini minori le vicende dei soldati italiani nelle isolale
maggiori, con le stesse caratteristiche; il dato comune è sì la minaccia
tedesca, il dramma di aderire o non aderire, ma il vero problema era la
sopravvivenza reale in quanto la carenza di viveri era comune a tutte le isole.
(massimo coltrinari)