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venerdì 11 novembre 2011

Il C.I.L e la liberazione delle città delle Marche I Parte

Convegno di Studi
Firenze 28 ottobre 2011

Il Ruolo delle Forze Armate Italiane nella liberazione delle città. 1943-1945
Relazione
Massimo Coltrinari

La Liberazione delle Città delle Marche


Oggetto della mia relazione sarà l’attività del Corpo Italiano di Liberazione dopo il passaggio dal fronte tirrenico al fronte adriatico, e dopo le operazioni svolte per la liberazione delle città dell’Abruzzo e Molise, argomenti questi che sono stati trattati in un'altra relazione.

L’arco temporale di queste attività è il periodo giugno-settembre 1944. Occorre fare la dovuta premessa che nella sua avanzata verso il nord il Corpo Italiano di Liberazione liberava, percorrendo i suoi assi di movimento, paesi, villaggi e città, come è facilmente intuibile. Noi non possiamo scendere in ogni particolare di queste liberazioni e ci fermiamo solo sulle città principali liberate. Queste sono Ascoli Piceno, Macerata, Tolentino, Jesi, Cingoli e Urbino. Come si può ben vedere non compare Ancona. E’ un dato estremamente significativo, in quanto la conquista della città dorica era un obiettivo primario per gli Alleati, nel quadro della campagna d’Italia: peer loro nell’avanzare verso nord, le linee logistiche si stavano allungando troppo. I porti di sbarco erano rimasti quelli del settembre 1943, ovvero Napoli, per il fronte tirrenico, Taranto, Bari e Brindisi per quello adriatico. Mentre dal punto di vista aeronautico, con la conquista del tavoliere di Foggia, ogni problema non sussisteva, per l’alimentazione logistica terrestre iniziavano a manifestarsi problemi di tenuta. Era necessario conquistare un porto degno di questo nome, per poter far giungere i materiali ed i rifornimenti, soprattutto la benzina, più a nord. Come si può vedere dalla carta nella tarda primavera del 1944, gli obiettivi erano facilmente, sotto questo punto di vista, individuabili: Livorno per il settore tirrenico e Ancona per quello adriatico.



In questo quadro, il 17 giugno il Corpo Italiano di Liberazione fu posto alle dipendenze del II Corpo Polacco, cessando di dipendere dal V Corpo d’Armata britannico, comandato dal gen. Allfrey.



Il generale Andres, proprio quel giorno si recò al Comando del C.I.L. illustrò i suoi intendimenti per le prossime future operazioni. Obiettivo primario era la conquista di Ancona e descrisse come intendeva conseguirlo. Tale conferenza si trasformò in un ordine di operazioni che possiamo così sintetizzare:

- compito del Corpo polacco era quello di inseguire il nemico e raggiungere, conquistandola, Ancona ed il suo porto.

- Per assolvere a questo compito si doveva muovere su due direttrici: l’una costituita dalla rotabile costiera n. 16 la quale sarebbe seguita dalle truppe polacche con l’ incarico di puntare su Ancona; l’altra sulla sinistra, fronte nord, costituita dalla rotabili Chieti-Teramo-Ascoli-Macerata, le quali sarebbero state percorse dalle truppe del C.I.L. con l’incarico di proteggere il fianco sinistro del Corpo polacco ed occupare via via tutte le località presenti su questo asse.

- Il C.I.L. doveva a tal fine costituire un raggruppamento della forza di una brigata rinforzata da artiglieria e mezzi sussidiari col compito di muovere contemporaneamente e parallelamente alle truppe polacche della 3a Divisione “Carpatica”.

- LA 5a Divisione “Kresowa”, la II Brigata corazzata e il reggimento Carpatico da ricognizione sarebbero stati tenuti in riserva.



Sulla base di tali ordini del Comandante del II Corpo Polacco, Anders, il Comandante del C.I.L., gen. Utili, prese accordi con il comandante della 3a Divisione Carpatica in merito ai movimenti da effettuarsi in parallelo: i polacchi sulla strada Pescara-Ancona, gli italiani sulla direttrice Teramo- Ascoli Macerata.

In questa fase la grande preoccupazione dei Comandanti era quella dello stato delle strade e della viabilità. Il nemico concentrava tutti i suoi sforzi per ridurre al minimo ogni movimento, e praticamente frapponeva, con distruzioni, campi minati speditivi, abbattute, lavori e quant’altro ogni possibile ostacolo al movimento.




Il Comandante del C.I.L., sulla base di questi ordini, emanò le sue disposizioni per l’avanzata verso nord fissando per le unità dipendenti i rispettivi compiti, che erano:

a) la Divisione “Nembo” doveva gravitare con le proprie forze nella zona di Teramo e spingere avanguardie verso Ascoli Piceno ed elementi celeri alla ricerca con il contatto con il nemico

b) LA I Brigata doveva: mantenere con il CLXXXV battaglione paracadutisti l’occupazione dell’Aquila; proteggere i lavori, che gli inglesi stavano effettuando, per il ripristino della strada di arroccamento Popoli, L’Aquila, Rieti e orientarsi a costituirsi riserva del C.I.L.

c) La II brigata e l’artiglieria doveva orientarsi a seguire la Divisione “Nembo”

d) Il Genio doveva provvedere ai lavori stradali al ripristino ed alla manutenzione delle strade ed assicurare il collegamento radio con i reparti in avanzata.


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