Alle 18.30
Radio Algeri mise in onda il messaggio di Eisenhower che annunciava la firma
dell’armistizio con l’Italia, il messaggio venne ripetuto poi alle 19.20 dalla
BBC in un suo notiziario. L’una o l’altra di queste trasmissioni fu ascoltata
dalle truppe alleate a bordo dei convogli e purtroppo, nonostante che alcuni
degli ufficiali si dessero da fare per spiegare che ad aspettarli avrebbero
trovato i tedeschi, tra i soldati si diffuse la convinzione che lo sbarco
sarebbe stato una semplice passeggiata. Le loro speranze furono ben presto
smentite e la stessa sorte toccò d'altronde alle ottimistiche previsioni degli
strateghi alleati, secondo i quali Napoli sarebbe caduta entro tre giorni dallo
sbarco: le forze di invasione vi sarebbero arrivate solo dopo tre settimane di
lotta e dopo essere scampate per poco a un completo disastro. La stessa
illusione fece gioire in quella sera gran parte del popolo italiano: tutti
convinti che la guerra in Italia fosse finita. Era invece il prologo di una
tragedia. Nel tardo pomeriggio, i convogli in navigazione verso il Golfo di
Salerno furono oggetto di numerosi attacchi aerei, attacchi che i bombardieri
ritentarono dopo il tramonto; per fortuna la grande flotta subì solo danni di
poco conto. Poco dopo mezzanotte i primi mezzi trasporto truppe raggiunsero le
zone previste per l’inizio delle operazioni di sbarco, a una distanza dalla
costa di 13/ 16 chilometri e cominciarono a calare in mare i mezzi da sbarco.
Verso le ore 3.30, l’ora H stabilita dal piano d’invasione, la prima ondata
della forza da sbarco giunse a terra. Furono queste le prime imbarcazioni che i
tedeschi avvistarono e contro le quali una batteria aprì il fuoco. Un mezzo che
trasportava un reparto di rangers fu centrato in pieno, poi il
cacciatorpediniere “Blakmore” con salve ben assestate fece tacere i cannoni
insolenti. Altre artiglierie tuonavano più a sud contro il convoglio che
trasportava il IV corpo americano. L’incanto della calma notte era spezzata ed
era anche crollata l’illusione di poter sbarcare di sorpresa. Nemmeno più il
dubbio sulla località prescelta per lo sbarco poteva a quell’ora sussistere nei
comandi tedeschi, poiché era da escludersi che il convoglio potesse raggiungere
prima del giorno fatto il golfo di Napoli e tanto meno la costa più a nord.
D’altra parte la spiaggia di Salerno era già da parecchi giorni considerata
l’obiettivo dell’operazione anfibia che i tedeschi sapevano in preparazione,
tanto che avevano tentato di ritardarla bombardando le navi raccolte a Biserta,
e dal 5 settembre avevano schierato a sud del fiume Sele la 16ª divisione
corazzata. Eppure il generale Clark si era ostinato a non volere che le spiagge
fossero bombardate prima dell’assalto. A tale riguardo egli ebbe una
discussione sul ponte di comando dell’incrociatore “Ancon”, nave ammiraglia del
comandante in capo della Western Naval Task Force, con l’ammiraglio Hewitt,
quando le batterie tedesche incominciarono a sparare. Hewitt voleva ordinare l’apertura
del fuoco e Clark si opponeva e continuò ad opporsi mentre le ondate di mezzi
da sbarco già sciamavano verso le spiagge. Ormai i tedeschi erano pronti alla
reazione. Benché fossero in stato di allarme e si attendessero l’attacco, le
vedette sulla spiaggia non si erano accorte dei battelli segnalatori e della
presenza al largo della flotta d’invasione, per cui i dragamine avevano assolto
al loro compito senza essere avvistati e le ondate di mezzi da sbarco avevano
iniziato la loro lunga corsa di quasi 20 chilometri su un mare calmissimo. Come
è stato descritto all’inizio di questo paragrafo, una rapida avanzata su Napoli
dipendeva dalla conquista della strada che da Salerno si spingeva a nord
attraversando una fascia montuosa. Tale compito era stato affidato ai rangers
americani i quali dopo essere sbarcati senza incontrare resistenza sulla
piccola spiaggia di Maiori, in sole tre ore si impadronirono del valico di
Chiunzi e si attestarono saldamente sulle alture che dominavano la strada
principale per Napoli. Anche lo sbarco dei commandos inglesi a Vietri, dove la
strada si allontana dalla costa e comincia a salire, avvenne senza difficoltà.
Ma i tedeschi reagirono con prontezza, ritardando l’occupazione della cittadina
e bloccando poi del tutto l’avanzata dei commandos appena a nord della stessa,
in corrispondenza del basso valico di La Molina, all’imboccatura del varco di
Cava. Anche a Marina di Vietri la situazione si fece difficile perché mortai e
cannoni tedeschi sparavano sulle imbarcazioni che sopraggiungevano e
mitragliatrici colpivano uomini sulla spiaggia. I loro progressi risentirono
inoltre del fatto che, per errore, parte della 46ª divisione era finita sulle
spiagge della sua vicina di destra, la 56ª, provocando confusione e
congestione.