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lunedì 31 gennaio 2022

Giuseppe Alabastro. L' Ordinamento Definitivo del Corpo Italiano di Liberazione

 L’ordinamento definitivo del Corpo Italiano di Liberazione.

 

Il Corpo Italiano di Liberazione, pur  avendo acquisito attraverso le esperienze di Montelungo, Monte Marrone e le operazioni nelle Mainarde una valida ed omogenea consistenza organica, necessitava dell’adozione di una snodatura in grado di facilitare il funzionamento del Comando. A tale riguardo, il Comandante del Corpo Italiano di Liberazione, come da sua già consolidata intenzione, al momento di lasciare la zona delle Mainarde, ritenne opportuno costituire due brigate, la I e la II, in via provvisoria ed in attesa della superiore approvazione, a partire dal 1 giugno 1944, fermo restando che il provvedimento avrebbe interessato tutte le truppe ed i reparti non inquadrati nella divisione Nembo. Della I Brigata, al comando del col. Fucci, con base il 4° reggimento bersaglieri ed il 3° reggimento alpini; della II Brigata, al comando del col. Moggio, con base il 68° reggimento fanteria, ed il IX Reparto d’Assalto (fanteria paracadutista). Veniva, inoltre, costituito un comando artiglieria del Corpo Italiano di Liberazione, agli ordini del gen. Moro, con base l’11° reggimento artiglieria. L’ordinamento venne nelle settimane successive affinato ed a partire dal 20 giugno 1044 il Corpo Italiano di Liberazione assunse un ordinamento con base il Comando, la Divisione Nembo, la I e la II Brigata. Si trattava nella sostanza di brigate miste nelle quali, parimenti alla stessa divisione Nembo, il rapporto tra elemento di manovra (fanteria) ed elemento di fuoco (artiglieria) era tutto a favore del primo, quasi a sottolineare l’importanza attribuita alla manovra degli uomini in un momento in cui l’offensiva stava per assumere un ritmo celere. La manovra dei proietti pesanti veniva, peraltro, accentrata tenendo alla mano, per ogni eventuale bisogno, ben sei gruppi di artiglieria.

 

In totale i gruppi di artiglieria erano dieci, compresi quelli della divisione Nembo, a fronte di 14 battaglioni di fanteria; il rapporto tra fanteria ed artiglieria era dunque all’incirca di 1,5 ad 1. Desiderando, tuttavia, dare anche alle unità dipendenti la possibilità di disporre in proprio di un maggiore volume di fuoco pesante, nel corso delle operazioni fu prevista l’assegnazione del III gruppo da 75/18 dell’11° Reggimento artiglieria alla divisione Nembo e del IV gruppo da 75/18, pure dell’11° Reggimento artiglieria, alla II Brigata. Salvo qualche variante di non grande rilievo, fu questo l’ordinamento che il Corpo Italiano di Liberazione mantenne fino al suo scioglimento ed, in relazione a questo volume, con questo ordinamento affrontò le operazioni sul Musone tra il 10 ed il 20 luglio 1944.

L’ordinamento sopra descritto era nel dettaglio il seguente, come risulta dalla disposizione n. 404 di prot. Ord. emanata in data 16 giugno 1944, avente per oggetto: Ordinamento del Corpo Italiano di Liberazione, segreto, che si riporta integralmente nel documento n.3 [2].

 

 (articolo 3) Continua

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