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giovedì 20 maggio 2021

La Guerra di Liberazione. Il Primo Fronte. Il Regno del Sud. Situazione nel 1944

 


La lunga lotta per esistere

 

Il primo fronte deve combattere una sua propria battaglia per esistere. Dopo il ritiro dalle posizioni di Montelungo, sconfitti e con il morale bassissimo, la possibilità di avere truppe combattenti italiane stava per scemare. I Britannici insistevano per non concederle ed impiegare i soldati italiani solo nelle Divisioni Logistiche dette Ausiliare”, mentre il solo sostegno statunitense poteva non bastare se le truppe ed i quadri mostravano le carenze disciplinari mostrate fino ad allora. Le diserzioni, ovvero l’assenza arbitraria e momentanea alle bandiere come si usava dire allora avevano. La rivolta di oltre 190 Allievi ufficiali dei bersaglieri rimase significativi. Ci volle tutta la abilità del gen. Utili, e la sensibilità del gen. Messe per riuscire a controllare la situazione che stava degenerando in modo incontrollabile. La situazione migliorò nel mese di marzo con l’arrivo di unità integre dalla Sardegna. La felice azione di Monte Marrone fu la svolta che salvò la situazione: gli americani  e quindi tutti gli altri alleati si convinsero che gli Italiani potevano ritornare utili ne prosieguo della guerra. Assegnati al settore adriatico, con i Polacchi, la bella prova di Filottrano a luglio, fece sì che gli Alleanti, compresi i britannici, anche per le esigenze ormai pressanti di “Anvil” decisero non solo di accettare truppe combattenti italiane, ma anche di elevarne il numero da 25.000, portate a 40./50.000 a giugno luglio, a 250.000 con la creazione dei gruppi di Combattimenti. Intanto il numero delle unità logistiche, dette Ausiliare” avevano raggiunto i 200.000 uomini.

La battaglia per l’esistenza era stata vinta. Il regio Esercito, e le forze Armate partecipavano alla guerra combattendo. Per l’Italia si poteva sperare in un futuro migliore.

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