Protagonisti della Guerra di Liberazione
Sabato Martelli Castaldi,
pioniere dell’aviazione militare, Generale di Brigata Aerea della Regia
Aeronautica, figura esemplare di ufficiale abituato ad esprimersi nei confronti
dei superiori in modo chiaro ed onesto. Questa qualità però gli costò caro. Fu
proprio la franchezza con la quale illustrò, in qualità di capo gabinetto del
Ministro dell’Aeronautica Italo Balbo, a Benito Mussolini la situazione tragica
in cui versava l’aeronautica fascista, la causa del suo allontanamento
dall’incarico e dalla stessa forza armata. Un trattamento umiliante a cui
l’ufficiale reagì con grande forza d’animo; cercò e trovò un lavoro nell’ufficio
romano del Polverificio Stacchini. Dopo la destituzione di Mussolini, il 25
luglio 1943, fu richiamato in servizio ma non ebbe il tempo di dare il suo
contributo alla riorganizzazione dell’aeronautica. Subito dopo la proclamazione
dell’armistizio, l’8 settembre 1943, senza alcuna esitazione entrò a far parte
del Fronte Militare Clandestino, organizzazione militare della Resistenza
romana guidata dal Colonnello Cordero Lanza Montezemolo. Da partigiano mise in
evidenza sia le proprie qualità militari, organizzando bande armate, eseguendo rilievi
di installazioni militari tedesche ed effettuando trasmissioni radio in codice,
sia le competenze e conoscenze acquisite, quale dipendente civile, nel
polverificio distribuendo esplosivi alle formazioni partigiane.
Arrestato
dai nazisti di Herbert Kappler, fu imprigionato nel carcere di Via Tasso e
torturato per settimane prima di essere ucciso, il 24 marzo 1944, alle Fosse
Ardeatine nella brutale rappresaglia che i tedeschi attuarono il giorno
seguente all’azione gappista di Via Rasella. Decorato di Medaglia d’Oro al
Valor Militare alla Memoria con la seguente motivazione: Dedicatosi senza alcuna ambizione personale e per purissimo amor di
Patria all’attività partigiana, vi profondeva, durante quattro mesi di
infaticabile e rischiosissima opera, tutte le sue eccezionali doti di coraggio,
di intelligenza e di capacità organizzativa, alimentando di uomini e di
rifornimenti le bande armate, sottraendo armi ed esplosivi destinati ai
tedeschi, fornendo utili informazioni al Comando alleato, sempre con gravissimo
rischio personale. Arrestato e lungamente torturato, nulla rivelava circa i
propri collaboratori e la propria attività, affrontando serenamente la morte.
Esempio nobilissimo di completa e disinteressata dedizione alla causa della
libertà del proprio paese.
Osvaldo Biribicchi (osvaldobiribicchi@virgilio.it)
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