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martedì 7 luglio 2020

Corpo Italiano di Liberazione. 51a Sezione Sanità. Nota






51a Sezione Sanità 

Questo reparto godeva della stima di tutti ed in particolare del gen. Utili. Nei giorni difficili della costruzione e dell’amalgama delle truppe del Corpo Italiano di Liberazione, quando episodi di indisciplina anche gravi come l’ammutinamento di circa 190 allievi ufficiali dei bersaglieri, la 51a sezione di sanità era un modello di organizzazione e disciplina. Scrive il gen. Utili: 

“Un giorni, uscendo da Sant’Agata per una delle mie quotidiane ispezioni, incontrai un reparto che faceva sulla strada provinciale istruzione d’ordine chiuso; e lo faceva veramente bene, con una serietà e con una sicurezza del maneggio d’arme che mi colpirono….Questa disciplinata  prestanza, indice di un equilibri morale tanto più sorprendente considerati gli umori incerti della maggioranza ed il fatto che si trattava di un reparto non combattente, non era che il frutto dell’azione personale del capitano medico Gerosa, il quale funzionava da capufficio Sanità dalla costituzione del Raggruppamento. …..Gerosa assunse, poi, il comando della 51a Sezione di Sanità sebbene fosse previsto un ufficiale superiore anche per questa carica. Ne fece una unità modello, che tale rimase anche nei periodi più difficili durante la guerra ed in appresso fino al suo scioglimento che coincise col congedamento del Gerosa. Era una gioia constatare l’ordine, la nettezza, la serena alacrità del personale, il senso di benessere che si leggeva subito sul volto dei ricoverati e della truppa e che faceva spicco nell’ambiente circostante. Soprattutto era la compattezza spirituale di quella gente e la fiducia e l’amore che essa aveva per il comandante, sebbene questi fosse esigente e piuttosto severo che indulgente; ma era giusto, energico, attivo e limpidamente esemplare. Mi sono dilungato perché il caso dimostra quello che si possa ottenere dagli italiani e quello che occorre pero ottenerlo..” 

Cfr. Utili U., Ragazzi in piedi!.... La ripresa dell’Esercito Italiano dopo l’8 settembre, Milano, Mursia, 1979, pag. 98 e segg.





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