domenica 15 marzo 2020
Lo Sbarco di Salerno 9 La controffensiva tedesca
(3) La controffensiva tedesca
Il 13 ed il 14 settembre furono giornate assai difficili. Il punto focale del contraccolpo tedesco fu la confluenza tra il Sele ed il Calore, quindi nel settore statunitense[2] ove gli Alleati subirono umilianti sconfitte, ma fallì nel suo obiettivo finale di raggiungere il mare e di rivoltarsi sui fianchi dei due Corpi d'Armata alleati per eliminarli dalla testa di ponte. Molti reparti alleati si sbandarono e furono catturati molti prigionieri. I tedeschi riconquistarono posizioni importanti strategicamente come Battipaglia e, come anzidetto, già nel pomeriggio del 12, Altavilla.
Per fronteggiare l'urto delle forze tedesche, Clark decise di far intervenire l’82a Divisione aviotrasportata con il compito di piazzare a terra radiofari, radar-guida e luci al crypton per guidare gli aerei. Tale provvedimento non sortì effetto e la controffensiva tedesca raggiunse il suo culmine sul fianco sinistro del VI Corpo d’Armata e nel vuoto tra il VI ed il X, coperto da poche truppe, giungendo in vista del mare.
La sera del 13 settembre, il Generale Clark, considerando critica la situazione, chiese all’Ammiraglio Hewitt di preparare un piano per imbarcare il VI Corpo d’Armata e trasferirlo nel settore del X ed un altro per la manovra inversa: trasferire il X nel settore del VI.
Era ormai chiaro che in tale situazione l’elemento essenziale della resistenza alleata era costituito dal supporto aeronavale. In tal senso, l’Ammiraglio Cunningham non esitò a mettere a disposizione una potente squadra navale (tre incrociatori e due navi da battaglia) che lasciò Malta diretta verso Salerno; essa comprendeva anche le corazzate "Warspite", "Valiant", "Nelson" e "Rodneu".
Il Generale Alexander decise di optare per l'intervento della squadra navale e di abbandonare il piano di trasferire un Corpo d’Armata nel settore dell’altro. Per la prima volta la Marina veniva impegnata in una battaglia campale.
Un duro risvolto della crisi che investì il settore USA si ebbe sulla popolazione civile a causa dei bombardamenti aerei[3], apocalittici per entità, terrore ed orrori. Nella notte tra il 14 ed il 15 i bombardieri alleati gettarono nel caos le comunicazioni tedesche, compromisero la mobilità delle truppe, danneggiarono o distrussero molti obiettivi militari, ma, purtroppo, non mancarono di far strage tra la popolazione civile. Una vera e propria valanga di fuoco si abbatté sul salernitano. I bombardamenti dell'aviazione alleata continuarono prepotentemente per tutto il giorno 15. La contraerea tedesca era del tutto inadeguata a fronteggiare l'attacco nemico e veniva utilizzata in funzione antinave, contro navi cariche di rifornimenti e rinforzi.
Alle ore 14.00 circa del giorno 16 le prime pattuglie dell’Armata di Montgomery presero contatto a 25 km a sud di Agropoli con le pattuglie USA che erano andate loro incontro.
Il Generale Heinrich von Vietinghoff (Comandante della X Armata) ricevette l'ordine da Kesselring di avviare un piano di ripiegamento graduato facendo perno su Salerno e distruggendo tutte le strade e le vie di comunicazione dirette a Napoli ed Avellino. Con tale atto la battaglia di Salerno era ormai vinta dagli alleati.
Le navi da guerra avevano sparato 11.000 tonnellate di proiettili, il corrispettivo di 71.000 proiettili di artiglieria da campagna e gli aerei avevano lanciato 3020 tonnellate di bombe.
Il rischio di essere ricacciati in mare per gli Alleati era stato grave, ma le perdite subite non furono eccessive.
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