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mercoledì 19 novembre 2025

L'Esercito Tedesco ed il suo rapporto con la popolazione civile in Italia. Gli Eccidi in Campania

 


La dichiarazione di armistizio non sorprese i Comandi tedeschi in Italia. Il Piano “Asche” era stato predisposto da tempo e prevedeva le adeguate contromisure tedesche in caso di fuoriuscita dell’Italia dalla guerra. A dimostrazione che la violenza verso la popolazione civile era una scelta operativa dei Comandi tedeschi fu il loro comportamento previsto come mezzo per garantirsi sicurezza e soddisfare per le esigenze logistiche, ovvero vivere sulle risorse locali. Liberatesi dai vincoli di essere alleate le truppe tedesche passarono ogni limite e nell’area campana prima retrovia del fronte, si comportarono come già si erano comportati in Polonia ed in Russia. Violenze anche gratuite, saccheggi, razzie di animali, requisizioni forzate, mancanza di rispetto per tutto quello che era italiano in nome di un “tradimento” che era più che altro nella loro fantasia, ma che giustificava ai loro occhi ogni comportamento, sono il substrato in cui fioriscono gli eccidi e le stragi, che si mescolano con scontri con antifascisti e soldati del Regio Esercito che ancora non si può chiamare resistenza vera e propria. Soprattutto quello che fu il filo conduttore, e lo sarà per tutta la durata della guerra, le razzie indiscriminate di manodopera da impegare per esigenze militari, prima, per inviarla in Germania, poi. La popolazione a questo stato di cose reagisce, in varie forme e modi, ma con il loro comportamento i tedeschi coinvolgono i civili nella guerra. La ribellione è anche sostenuta dalla speranza dell’arrivo prossimo degli Alleati, che fin da questi primi giorni sono visti come “liberatori”, ovvero coloro che pongono fine al costante pericolo tedesco, che “liberano” ognuno da questa costante pericolo di vita. Nelle grandi città questo è vero, ma nelle campagne e nei piccoli centri l’attesa dell’arrivo dei “liberatori” è anche l’occasione per eliminare ogni autorità espressione del passato regime, del fascismo, che si attuava attraverso possidenti e signorotti locali, che interpretavano a tutto loro vantaggio.[1] In tutta la campagna si assiste a rivolte municipali in cui non vi è presenza se non sullo sfondo del CNL ne tantomeno di esponenti della Repubblica Sociale Italiana, come solo sarà nei mesi a venire. E’ quasi una insorgenza di stampo settecentesco, di contadini che si vogliono liberare dei loro pesi, che si innesta nel problema delle epurazioni e della nascita dei nuovi partiti che al momento sono poco conosciuti ma che si definiscono “antifascisti” per definire  nuovi equilibri di potere  e di lotta ai privilegi. Un fenomeno che si svilupperà ulteriormente nei mesi successivi, che investirà via via le regioni investite dal passaggio del fronte, e che rimarrà in evidenza anche dopo la fine  dei combattimenti e della guerra come lotta per il possesso della terra, lotta al latifondo e che  sarà uno dei grandi temi dell’Italian Repubblica con la soluzione della annosa questione agraria, di origine risorgimentale.

Il primo eccidio tedesco si ebbe a Nola l’11 settembre 1943, in cui caddero 12 ufficiali del locale distretto e due civili[2] ad  opera della Divisione  “Hermann Goering”[3] e nei giorni successivi fino anche il fronte non si spostò a  nord si ebbero altri Caduti per rappresaglie tedesche[4]. La strage di Acerra (1-3 ottobre 1943) con 84 vittime, dovute alla reazione tedesca alla insurrezione della popolazione subissata da violenze e vessazioni.[5] La strage di Afragola, 41 vittime[6], Mugnano di Napoli, 4 fucilati[7], Gugliano in Campania, 13 fucilati sulla piazza principale del Paese[8], la strage di Acerra, del 1 ottobre 1943, nel quadro della ritirata tedesca verso nord, in cui vi furono 87 vittime, voluta come azione verso una popolazione ostile[9], la strage di Orte d’Atella, in cui 25 civili furono uccisi per sedizione e rivolta[10], Teverola, località in cui furono portati 14 carabinieri e 2 civili che nella giornata del 11 settembre avevano difeso il “Palazzo dei Telefoni” a Napoli con le armi in pugno e si dovettero arrendere per l’esaurimento delle munizioni[11], Casal di Principe, con tre uomini e due donne fucilati, il 19-20 settembre 1943, [12],. Più a nord nell’area di casera- Maddaloni si ebbero  a Garzano, la fucilazione di 7 civili, il 28 settembre,[13] a San Clemente di Caserta, il 4 ottobre, furono uccisi 25 civili, che si andarono ad aggiungere al atri 14 uccisi nel mese di settembre nella stessa zona[14], a Tammaro, e nella sua area a fine settembre, furono fucilati 7 civili, nel quadro di operazioni pe reclutare uomini per lavori difensivi[15], a Sparanise in tre diversi episodi tra il 27 settembre ed il tre ottobre furono fucilati 38 persone[16], Limatola, 3 fucilati nel quadro del rastrellamento di uomini costretti a lavorare alla difese della linea Viktor. Tutti questi episoio sono individuatoi a sud della linea del Volturno, o Viktor a seconda  delle intepretazioni, raggiunta dagli Alleati solo il 9 ottobre, dopo che i 1 ottobre era stata conquistat Napoli

 

A Caiazzo, truppe tedesche in ritirata il 13 ottobre per fare terra bruciata fucilarono 22 civili, [17]



[1] Silone è espressione di questa situazione. Vds.Fntamara ecc.

[2] Pietro Manzi, L'eccidio di Nola: 11 settembre 1943, Marigliano, Istituto Anselmi, 1956; Alberto Liguoro, Nola, cronaca dall'eccidioFormigine, Infinito edizioni, 2013, 

[3] Unità che sarà protagonista di altri numerosi eccidi in Toscana e non solo.

[4] Vds. Eccidio di Nola, in Wikipedia, accesso 31 gennaio 2025 in cui vi è la descrizione degli avvenimenti degli eccidi per il mese di settembre e una ricca bibliografia di riferimento

[5] Vds. Strage di Acerra, in Wikipedia, accesso 31 gennaio 2025.

[6] Vds Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia, Afragola, Campania.

[7] Vds Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia, Mugnano di Napoli, Campania

[8] Vds. Eccidio di Gugliano in Campania, in Wikipedia, accesso 31 gennaio 2025.

[9] Vds. Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia, Acerra, Campania

[10] Vds. Eccidio di Orte d’Atella,  Campania, in Wikipedia, accesso 31 gennaio 2025

[11] Qui siamo di fronte ad un vero crimine di guerra. I Carabinieri erano in uniforme ed ottemperarono agli ordini, ovvero reagire ad ogni attacco “da altra provenienza” secondo il messaggio radio di Badoglio. I due civili furono fucilati perché si rifiutarono di collaborare con i tedeschi, Vds. Eccidio di Teverola,  Campania, in Wikipedia, accesso 31 gennaio 2025.

[12] Vds. Eccidio di Casal di Principe, Campania, in Wikipedia, accesso 31 gennaio 2025

[13] Vds. Eccidio di Garzano, Campania, in Wikipedia, accesso 31 gennaio 2025

[14] Vds. Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia, San Clemente di Caserta, Caserta, Campania

[15] Vds. Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia, San Tammaro, Campania,

[16] Vds. Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia, Sparanise, Campania

[17] Vds. Eccidio di località Monte Carmignano, Caiazzo, Campania, in Wiikipedia accesso 31 gennaio 25

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