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mercoledì 31 maggio 2023

Volume. Il Corpo Italiano di Liberazione. Da Monte MARRONE al METAURO

 Nota dell’Autore 


Il volume vuole essere una evoluzione e focalizzazione di quello predisposto nel 2014 in occasione del 70° anniversario del passaggio del fronte nelle Marche. In quelle giornate, che ormai fanno parte di ricordi sempre belli ed entusiasmanti, si era deciso nei vari incontri, conferenze, mostre e convegni, di estrapolare dal predetto volume il ruolo che il Corpo Italiano di Liberazione svolse in quelle giornate che erano e sono rimaste nel ricordo dei protagonisti tragiche e non facilmente dimenticabili. In questo decennio molti di loro sono “andati avanti” e ormai non ci sono più, per il naturale decorso del tempo, testimoni oculari di quei giorni. Cogliere la loro testimonianza per dare un contributo alla lettura di quell’anno, il 1944, è stata cosa degna di nota, in un orizzonte come quello attuale in cui, purtroppo, l’oblio diventa sempre più incisivo e determinate. Il rischio, oggi, è che pietre, monumenti, lapidi e cippi, in cui i nostri Padri vollero fissare per il futuro la memoria di quello che videro e soffrirono, in cui incisero i nomi di chi diede la vita ed ebbe in cambio una croce nella speranza di un futuro migliore, non “parlino più”, insignificanti e mute testimonianze di un periodo la cui memoria si sta dissolvendo. Il loro retaggio, peraltro, è fondamentale per i nostri giorni. Da qui questa edizione, nei termini descritti in Premessa, di questo volume. M.C


Il Volume uscirà nel mese di giugno 2023 (info:segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org

sabato 20 maggio 2023

Radio LOndrà. E' al Micorfodno il Colonnello Stevens

 


 

FRA il maggio e l'ottobre 1942 maturarono i piani della grande offensiva delle Nazioni Unite. L'opinione pubblica in Gran Bretagna reclamava a gran voce un'azione energica che avvicinasse il conseguimento della vittoria finale. I governi di Londra e di Washington tacevano, come era necessario. E questo silenzio ingannava il governo di Berlino il quale interpretava l'azione di Dieppe come l'esponente di tutto ciò che le Nazioni Unite potevano, o meglio non potevano, fare. Fra gli italiani, assopiti insieme ed assordati dalla propaganda fascista, una temporanea euforia si destava per i temporanei successi di Rommel in Africa. Sulla entità e sulla portata di tali successi si sbagliava Mussolini, recatosi segretamente in Libia nella speranza di partecipare ad un ingresso trionfale nella valle del Nilo. E si sbagliava Hitler il quale continuava tranquillamente, in Italia come nel resto d'Europa, l'opera di asservimento economico e politico dei suoi vassalli, come se la vittoria fosse veramente immancabile. La cecità e la disonestà del partito fascista servivano mirabilmente ai suoi scopi, accelerando il ritmo degli atti di subordinazione italiana all'egemonia tedesca. Ma l'innato buonsenso italiano vedeva chiaro, più della vantata prescienza del Duce. Lo scetticismo e la passività delle masse rendevano possibile ogni atto di malgoverno, cui non si opponeva alcuna violenta reazione. Ma le speranze inespresse puntavano sempre più intensamente verso le Nazioni Unite e specialmente verso Londra che continuava a prodigare, anche con linguaggio severo, parole amiche. Sembrava che gli eventi fulminei del novembre nel Mediterraneo balenassero già nel confuso presagio degli italiani.