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venerdì 10 febbraio 2023

Un episodio della Guerra di Liberazione. La morte del generale Cesare Rossi, comandante della fanteria divisionale della Divisione "Torino" in Russia MAVM

 

                                                          Generare di Brigata Cesare Rossi

Nato a Milano il 14.05.1892; entrò in accademia nel 1910 e ne uscì S.Ten. nel 1912. Dal luglio 1942, come Generale di Brigata, fu comandante della 1^Brigata di marcia e poi destinato al fronte russo come c.te della fanteria della divisione ""Torino"", guadagnandosi una medaglia d'Argento al VM durante la ritirata del dicembre 1942. Colpito da congelamento fu rimpatriato. Dopo l'armistizio collaborò attivamente con la resistenza ma fu arrestato dai tedeschi il 4.01.1945 e morì a causa di un mitragliamento aereo durante il suo trasferimento in Germania. Alla sua memoria fu conferita la medaglia d'Argento al VM. Dalle cronache dell'epoca il ricordo dell'eccidio sulla Vigentina (http://ricerca.gelocal.it/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2006/04/20/PC7PO_PC705.html) 


Il convoglio, destinato a raggiungere il campo di concentramento di Bolzano, arrivò a Pavia attorno alle 7 del 24 aprile e dopo una breve sosta riparti per Milano seguendo la strada Vigentina. Nelle vicinanze di Bornasco il convoglio fu avvistato da aerei alleati e, prima che fosse attaccato, i tedeschi abbandonarono la corriera per mettersi in salvo imponendo ai detenuti di non allontanarsi dal mezzo. Non appena gli aerei iniziarono a mitragliare, due prigionieri, Raffaele Pieragostini, partigiano comunista, e l'anarchico Rinaldo Ponte, balzarono fuori dalla vettura. Il sergente SS Langmann, accortosi del tentativo di fuga, non esitò a freddarli con una scarica di colpi. 


Nel frattempo un nuovo raid aereo investi la colonna colpendo a morte il generale di brigata Cesare Rossi, il maggiore GiovanBattista Stallo, il dottor Renato Negri, seguace del partito d'azione, e Giovanni Napoli. Quel momento di particolare tragicità fu l'occasione propizia per 9 prigionieri di darsi alla fuga mentre altri 10 rimasero nelle mani del nemico. In un'osteria di Pontelungo, di proprietà di Giuseppe Uggè, ricevettero i primi soccorsi assistiti da don Achille Boggioni e dal medico Carlo Casalino. 



Il convoglio riparti e alle prime luci dell'alba del 25 giunse al carcere di San Vittore dove vi fu uno scambio di prigionieri con le formazioni partigiane. Il gruppo degli scampati volle tornare sul luogo dell'eccidio dove, il giorno 27, si stava preparando la cerimonia per omaggiare i caduti. I nazisti avevano impartito drastiche disposizioni alla popolazione di Bornasco perchè le salme fossero gettate in una fossa comune. E invece i cittadini, pur temendo rappresaglie, raccolsero i cadaveri e li composero in casse di legno acquistate con i fondi di un'improvvisata sottoscrizione popolare. I resti dei caduti, il 4 maggio, tornarono a Genova dove a Palazzo Ducale fu allestita la camera ardente che divenne meta, secondo le cronache del tempo, di un incessante pellegrinaggio popolare. FONTE: http://miles.forumcommunity.net/?t=51306112&st=30

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