Si riporta un articolo scritto nel 2006 per la rivista "Patria Indipendente"
I Processi ai
Nazisti
IL PROCESSO DI
NORIMBERGA
1946 –2006
Massimo Coltrinari
Sessant’anni fa a Norimberga
si concludeva il processo che vide il vertice nazista chiamato a rispondere dei
suoi atti e dei suoi crimini. Per la prima volta nella storia, coloro che erano
al vertice di uno Stato e attori di una guerra senza leggi e senza limiti,
erano chiamati, nel quadro di garanzie processuali riconosciute, a dare conto
delle loro decisioni; decisioni che in sei lunghi anni avevano procurato al
loro popolo ed ai popoli europei indicibili sofferenze e lutti, oltre danni
materiali immensi. Tenuto a Norimberga, la città tedesca culla della legalità
apparente nazista ( Le famose “leggi di Norimberga” sulla quali si fondò fino
al 1942 la giurisprudenza tedesca, travolta poi dalle decisioni della
Conferenza di Wansee) questo processo rappresenta la pietra miliare nel Diritto
Internazionale per chiamare, in qualche caso, a rispondere dei loro atti tutti
i dittatori ed oppressori che si alternano in folla sulla scena di questo
martoriato mondo. Ma non solo.
Con la dizione di “processo di
Norimberga” intendiamo anche le azioni procedurali messe in atto dai vincitori
della seconda guerra mondiale, oltre che del vertice anche dei maggiori
esponenti della dirigenza tedesca. Sono una serie di processi che si svolsero
dalla fine della guerra agli inizi degli anni cinquanta durante i quali si
cercò di ripristinare un minimo di legalità di fronte alla violenza esercitata,
oltre i canoni della accettata violenza bellica, dai tedeschi contro
popolazioni nemiche i cui componenti non erano belligeranti. Questi processi si
tennero non solo in Germania ma anche nei paesi già occupati dai nazisti, come
URSS, Polonia, Cecoslovacchia, Jugolsavia, ecc.
Parallelamente a questi processi, che si svolsero in un arco
temporale che va dal 1945 agli inizi degli anni cinquanta, si svolsero processi
in seno all’ordinamento giudiziario della Germania Federale, per imputati
minori. Questa ultima categoria di
processi si qualifica per il fatto che sono corti composte da Tedeschi che
giudicano altri tedeschi, ovvero viene meno la composizione internazionale e straniera
dell’organi giudicante.
Dopo il processo Eichmann
svoltesi nel 1961, che rappresenta uno spartiacque fra i processi di Norimberga
e la residuale azione processuale nei confronti di coloro che per vari motivi
si sottrassero al giudizio, si svolsero dagli anni ottanta in poi alcuni
processi contro responsabili nazisti di crimini oggetto di imputazione a
Norimberga, più per una questione di principio e di coerenza che di reale
giustizia. Qui si tenta di tracciare un quadro generale di questi avvenimenti,
come premessa introduttiva al problema della punibilità o meno di comportamenti
non accettai in guerra o in situazioni conflittuali estreme.
Gli Alleati iniziarono a
pensare sui trattamenti da riservare ai nemici dell’Asse già nell’autunno del
1943. Inizialmente si pensò di sottoporre i responsabili ad un “consiglio
militare di guerra”; poi, acquisti ulteriori dati, si decise di sottoporli a
regolare processo.
Alla conferenza di Londra
dell’estate del 1945 si prese in esame tre categorie di “crimini”: la prima
“crimini contro la pace”, tesi sostenuta da americani ed inglesi, in cui si
sottolinea che l’aggressione tedesca ha leso i diritti di tutto il mondo; la
seconda “crimini contro la guerra”, tesi sostenuta da sovietici e francesi, in
cui si inseriscono i maltrattamenti, le uccisioni, i lavori forzati,
l’assassinio e le violenze sui prigionieri di guerra, l’esecuzione di ostaggi,
le razzie, la distruzione ingiustificata di villaggi, non sostenuta da esigenze
militari.
Nonostante tutti gli sforzi
queste tesi non riuscivano ad includere quello che era il più grande problema
del tappeto: l’Olocausto. Già la definizione di ebreo era un problema; se non
si trovava una soluzione, il genocidio ebraico e le vessazioni subite dagli
ebrei in Europa rimanevano fuori da ogni processo. Fu quindi necessario ricorre
alla tesi di “crimini contro l’umanità, cioè lo sterminio, la deportazione e
qualsiasi atto disumano commesso contro le popolazioni civili, prima e durante
la guerra, fuori della violenza bellica, e le persecuzioni per motivi etnici,
religiosi, politici, razziali, di sicurezza od occasionali.
I crimini contro l’umanità per
poterli definire hanno bisogno di essere correlati alla tesi del “complotto”
ordito per sostenere una aggressione o un crimine di guerra, altrimenti la mera
definizione di “crimine contro l’umanità” rischia di esulare dalla prassi
processuale. In altre parole si accetta il principio che i “crimini contro
l’umanità” non possono essere perpetrati prima della guerra, ovvero a partire dal
1 settembre 1939.
Il Processo di Norimberga
contro il vertice nazista.
Il 18 ottobre
I principali impuati però sono
assenti perché deceduti. Hitler, in primo luogo, suicidatosi il 30 aprile 1945,
Himmler, suicidatosi il 23 maggio 1945, Heydrich, ucciso da patrioti
cecoslovacchi a Praga nel 1942, e Muller, capo della Gestapo e martin Bormann,
capo del partito eclissatosi al momento del crollo della Germania.
I capi di accusa sono: “cimini
contro la pace”, “crimini di guerra”, “crimini cntro l’umanità”, nella
accezione detta sopra.
Il dibattimento fa emergere
schiaccianti prove documentali e testimoniali nei confronti di tutti i
deputati, portate per lo più da loro collaboratori subordinati, oltre che da
protagonisti oculari. La linea difensiva adotta è semplice: si dichiarono “non
a conoscenza dei crimini commessi contro chiunque, ebrei compresi; se qualcuno
di loro vi ha partecipato lo ha fatto senza rendersene conto. In pratica hanno
solo ubbidito agli ordini, emanati da uno solo, Hitler.
Le condanne
La maggior parte delle prove e
dei dossier di accusa sono presentati dalla parte americana, che nella sostanza
ha promosso e gestito l’intero processo.
I processi verso la dirigenza
nazista
Parallelamente al processo di
Norimberga sono istruiti processi contro funzionari di vario livello della
dirigenza tedesca. Il 26 aprile 1945 gli Alleati ordinano di arrestare
d’ufficio gli appartenenti ai seguenti gruppi: 1° Dignitari del partito dal grado più basso
della gerarchia. 2° Funzionari e Dirigenti della Gestapo e del
Sicherheitsdienst. 3° Waffen-SS dal grado più basso di sottufficiale. 4°
Ufficiali di Stato Maggiore delle Tre Forze Armate. 5° Ufficiali di Polizia. 6°
SA dal grado più basso di ufficiale. 7° Ministri ed alti funzionari,
responsabili territoriali e comandanti civili e militari dei territori
occupati. 8° Nazisti e simpatizzanti nazisti dell’industria e del commercio. 9°
Giudici e procuratori dei Tribunali speciali. 10° Traditori Alleati passati al
servizio dei Nazisti.
La data di riferimento per i
capi di accusa è il 1 settembre 1939, ove emerge che i “crimini contro
l’umanità” non possono essere stati perpretati prima della guerra. Con questo
vengono dichiarate non criminali le seguenti organizzazioni: le SA, perché nel
corso della guerra le sue attività furono insignificanti; il Consiglio di
Gabinetto, perché ristretto di numero, e l’Alto Comando dello Stato Maggiore
Generale nella sua generalità ( l’accusa riguarda solo alcune decine di generali).
Quindi non sono dichiarate criminali il Corpo degli Ufficiali e quello della
Funzione Pubblica
Con questi criteri si
individuano circa 5000 persone. Ma il numero si riduce a circa
Costoro sono raggruppati in
dodici procedimenti d’accusa, che vale la pena di elencare: 1° contro i medici
nazisti; 2° contro il maresciallo dell’aeronautica Eberhard Milch. 3° contro il
ministro della giustizia Franz Schlegelberger e i suoi collaboratori. 4° contro
Oswal Pohl e la burocrazia dei campi di concentramento e sterminio. 5° contro
gli industriali del gruppo Flick. 6° contro
In totale, sono posti sotto
processo 185 persone, 15 per diverse cause esclusi.
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