Secondo studi
recenti[1]
l'Italia schierava, alla data dell'armistizio oltre 1 milione e mezzo di uomini; complessivamente
ne sono stati disarmati 1006730, mentre i rimanenti 493.000 sono riuscite a
sfuggire alla cattura tedesca, o a raggiungere la montagna, o le proprie case
oppure, se all'estero, i movimenti di resistenza già attivi contro la coalizione
antihitleriana.
Secondo le stesse fonti i
10076780 militari italiani catturati dai tedesci, sono stati presi dai seguenti
reparti germanici: Comando gruppo Armate B, Rommel, in Italia, 415.682, Comando
19° Armata, in Francia, 58722, Comando
Sud Italia, Kesserling, 102.342, Comdando gruppo Armate Est, Grecia ed Egeo,
265.000 e Comando 2a Armata Corazzata,
Balcani, 164.986.
La stessa fonte
offre il seguente quadro generale di situazione sui militari italiaani
internati in Geermania:
-
militari italiani alle armi, oltre 1.500.000
-
militari italiani sfuggiti alla cattura, 493.000
-
militari italiani catturati, 1006.780
-
militari italia sfuggiti ai tedeschi dopo la cattura, 190.000
-
militari italiani internati, 725.000
-
militari italiani che hanno aderito alla RSI dopo l'ingresso nei lager,
114.500
-
militari italianiconsiderati prigionieri ed inviatial fronte dell'est
come ausiliari, 12000
-
militari italiani internati nei lagr del III Reich e territori
occupato, 598.000
Da questo riepilogo emerge
che il 19% ( 190.000) del totale di 1.006730 militari disarmati sono sfuggiti
ai tedeschi o col loro consenso o per abilità personale, mentre circa il 20%
hanno collaborato con i tedeschi sia la momento del disarmo (90.000) sia con le
successive adesioni dall'ottobre 1943 al gennaio 1944 (114.500), cifra che
rappresenta il 16% degli italiani internati nei campi di concentramento (725.000).
I dati che sono stati
riuportati presentano discrepanze dell'ordine dell1% e quindi dovrebbero
corrispondere o essere quanto meno piuttosto vicine alla relatà storica.
[1] Schreiber G., I Militari Italiani Internati nei campi di
concentramento del Terzo Reich 1943 -1945, Ministero della Difesa, Stato
Maggiore dell'esercito, ufficio Storico, Roma, 1992
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