Il Regio Esercito, nella sua ricostruzione
dopo gli avvenimenti armistiziali a Brindisi riorganizzò tutto il suo vertice.
Non poteva non ricostruire quello che fu una delle branche più efficienti di
tutta la seconda guerra mondiale, il S.I.M., il Servizio Informazioni Militare.
Nella nuova organizzazione a Brindisi il S.I.M. ebbe cinque sezioni,
denominate, “Calderini” per le operazioni offensive o spionaggio; “Bonsignore”,
per le operazioni difensive, o controspionaggio; situazione operativa;
organizzativa; tecnica. Ognuna di queste sezioni operò con i corrispondenti
organi sia britannici che statunitensi. Una delle attività iniziali fu quella
di prendere contatto con le bande che si andavano a formare dietro le linee
tedesche, nel centro nord dell’Italia. La “Calderini”, preso contatto con la
Special Force N. 1 britannica, iniziò ad operare impiantando reti informative
nel nord Italia ed attivare atti di sabotaggio mirati. Con i britannici le
azioni furono: missioni di collegamento ed operative, missioni speciali,
missioni di istruttori per il sabotaggio, predisposizione di campi per
aviolanci, punti di sbarco, rifornimenti, finanziamento delle bande,
propaganda. In totale le missioni di collegamento ed operative all’inizio tutte
composte da personale italiano, poi da personale misto, furono 96 di cui 48
italiane 23 inglesi con l’impiego di 282 uomini, di cui 163 italiani e 119
britannici
Le
missioni speciali furono quattro con l’impiego di 152 uomini, con aviolancio
alla cieca. Vennero poi creati 498 campi per ricezioni di materiale, che
dall’ottobre 1944 anche di armi pesanti.
Il S.I.M. organizzò il 1° Reparto speciale
autonomo con elementi tratti dalla divisone Nembo in seguito chiamo Squadrone
F,( con un allusione mal celata alla “Folgore”) o in terminologia alleata F.
Recce. Il reparto però in varie missioni fino alla nota operazione “Herring”
durante l’offensiva finale.