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lunedì 22 giugno 2020

Il valore delle crocerossina nella Seconda Guerra Mondiale

Stralcio della relazione presentata alla
GIORNATA DEL DECORATO 2018 

Sorella CRI Anna Cantafora


Ringrazio il Generale Carlo Maria Magnani Presidente Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro per l’invito in occasione della Giornata del Decorato. 
 Non è conoscenza comune, che molte donne furono decorate con Medaglia al Valor Militare e tra queste numerose furono le Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana.
Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, questo il nostro nome ufficiale, ma affettuosamente e per tutti: “Crocerossine.”
Tre Crocerossine furono decorate con medaglia d’oro, più di 60 con medaglia  d’argento, più di duecento con medaglia di bronzo.   Arduo scegliere quali figure ricordare! Illustrerò brevemente i profili della Duchessa d’Aosta, nostra prima Ispettrice Generale, delle tre sorelle perite nell’affondamento della nave Po e di Sorella Maria Cristina Luinetti.  Figure lontane e vicine nel tempo , ma sempre e per sempre nel cuore degli Italiani



L’affondamento della Nave PO 
La nave ospedale Po faceva servizio tra l’Italia e l’Albania, i marinai di lungo corso la chiamava “la spedaliera-“  Era il 14 marzo 1941 alle ore 23,00 buona parte dell’equipaggio, comprese le crocerossine, si era già ritirato nelle cabine, , “una splendida luna brillava nel cielo sereno[…]la luna era tanto limpida e la luce diffusa tanto chiara, da permetterci la lettura del giornale.  La bianchissima nave “Po”che portava molto chiare le sue croci, sui fianchi e sui due grossi fumaioli, doveva essere ben visibile dal porto e a una certa distanza dal mare” Dal diario di sorella Amelia Corberi Mascoli (superstite)  - alle 23,13 la ex nave passeggeri, trasformata in ospedale galleggiante, in attesa di imbarcare dal porto di Valona centinaia di feriti da riportare in patria, venne centrata da un siluro inglese sganciato da un velivolo Fairey Swordfish (pescespada) che colpì la nave ospedale. L’attacco fu compito da 5 aereosiluranti decollati da una baia segreta della RAF.La nave cominciò a sbandare e venne impartito l’ordine di abbandono. Vennero calate le scialuppe, ma una di queste si rovesciò. La “spedaliera” colò a picco in meno di dieci minuti.
I soccorsi furono subito attivati e vennero tratte in salvo 219 persone, sulle 240 in forza.
Dalle comunicazioni desecretate di Supermarina, risultò che i morti in quell’occasione furono 21, tra i quali anche tre crocerossine.
Tali comunicazioni rivelano anche che la nave ospedale aveva le luci spente e questa forse fu la motivazione per cui gli aerei inglesi aprirono il fuoco, non potendo vedere le grandi croci rosse dipinte sui fianchi e sui fumaioli.

Maria Federici, Vanda Sechi ed Ennia Tramontani furono le infermiere volontarie che perirono nell’affondamento della nave Po.
Maria Federici di Brescia classe 1908, nipote di Pietro Beretta, si diplomò infermiera Volontaria nel 1939. Partì da Gardone Valtrompia ai primi di febbraio del 1941 e venne assegnata alla nave ospedale che faceva servizio tra l'Italia e l'Albania. Fu scelta come capogruppo.

 Maria Federici verrà insignita di ben 3 onorificenze: Medaglia d’argento al Valor Militare, Medaglia d’oro della Croce Rossa Italiana, Medaglia di bronzo al Valor Civile.

 Vanda Sechi di 27 anni nativa di Roma, si era poi trasferita a Brescia e aveva ottenuto di essere tra le 11 infermiere bresciane chiamate negli ospedali da campo, negli ospedali territoriali e sulle navi ospedale.
Si era diplomata infermiera volontaria insieme  a Maria  Federici nel 1939.

Ennia Tramontani classe 1910, milanese, frequentava il quinto anno di medicina; doveva raggiungere l’Ospedale da campo al quale era stata assegnata sul fronte greco.

Furono decorate tutte e tre con la medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:
"Infermiera volontaria della C.R.I. imbarcata in missioni di guerra sulla nave ospedale PO, colpita durante un attacco aereo notturno, teneva contegno fermo e sereno, incoraggiando e sostenendo i naufraghi con ammirevole altruismo e spirito di sacrificio. Perdeva la vita inabissandosi con la nave, sulla quale con dedizione assoluta al dovere, compiva la sua alta missione di bontà verso i soldati in armi, dei quali era sorella silenziosa e serena."  
Baia di Valona 14 marzo 1941 

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