venerdì 13 dicembre 2013
C.I.L.: gli armamenti individuali e di reparto
La solita vecchia storia: tutto si deve adattare
Prima di procedere ad una disamina degli armamenti in dotazione al
C.I.L. bisogna sicuramente ricordare come il reparto, proveniente dal disciolto
1° Raggruppamento Motorizzato, abbia ereditato nella prima fase dei
combattimenti gli armamenti del soppresso reparto. Con tali dotazioni, armato
soprattutto di non comune spirito di sacrificio e tanta volontà, il C.I.L. è riuscito a
caratterizzare il proprio impegno nella campagna della primavera del 1944, in particolare nelle
regioni adriatiche delle Marche ed Abruzzo.
Le
maggiori lacune del CIL erano dovute alla cronica deficienza di automezzi, alla
scarsità delle
artiglierie
e alla assoluta mancanza di mezzi
corazzati per il combattimento, oltre
alla deficienza delle dotazioni d’armamento, sia individuali che di reparto, anche
nell’equipaggiamento le risorse erano davvero limite e poco efficienti, potendo
i reparti far fronte ad un limitato munizionamento capace di non superare la
soglia massima di venti giorni di combattimento.
Del Corpo Italiano di Liberazione
fecero parte:
- un Reggimento di fanteria: il 68°
su due battaglioni (forza circa 1.800 uomini);
- un Reggimento
bersaglieri: il 4° su due battaglioni, XXIX e XXXIII (forza circa 1.250 uomini
) ;
- un Reggimento artiglieria: l'11°su
tre gruppi (forza circa 600 uomini)
- un battaglione paracadutisti: il CLXXXV su
tre compagnie (forza circa 450 uomini)
- un battaglione alpini:
il "Piemonte", con una btr. da 75 mm . someggiata (forza circa 600 uomini);
- un battaglione arditi: il IX
reparto d'assalto (circa 600 uomini)
- unità dei Carabinieri, del Genio e dei Servizi.
Era un complesso di forze di tutto rispetto.
In particolare
gli armamenti di cui era dotato il CIL erano tipici di dotazioni di brigate
miste nelle quali però è da sottolineare che il rapporto tra gli elementi di
manovra (fanteria) ed elemento di fuoco pesante (artiglieria) era tutto a favore del primo.
Tale situazione
sottolinea l’importanza rivolta alla manovra in un momento in cui l’avanzata
era in fase di assumere un ritmo celere.
In totale i gruppi di artiglieria compresi quelli
della divisione Nembo e delle brigate dipendenti erano di 10 unità di fronte ai 14 battaglioni
di fanteria.
Salvo qualche variante di
marginale rilievo fu questo l’ordinamento del CIL di fatto mantenuto fino al
suo scioglimento. In particolare l’attività bellica del CIL fu condotta con
armamenti tipici di reparti di fanteria più un nutrito ma obsoleto parco di
pezzi di artiglieria, disponibile in diversi calibri. Assai lamentata è inoltre
la mancanza di mezzi corazzati che al contrario, il nemico tedesco, seppur in
ritirata disponeva in maniera
significativa.
In attesa che il Comando alleato affidi i mezzi corazzati,
lo Stato Maggiore Italiano, cerca di ottenere un carro M13/40 dal Centro Studi
Motorizzazione, un semovente con pezzo da 75 , un auto blindo e due semoventi
con pezzi 105 e per ultimo 8 auto blindo da disciolti corpi stanziali in Roma,
ma il C.I.L. sarà sciolto prima che questi mezzi vengano assegnati.
Le armi di dotazione personale del CIL comuni
ad entrambe le specialità erano il moschetto mod.91 e il M.A.B. 38 A
(ritenuto migliore dei mitra alleati distribuiti), gli ufficiali avevano in dotazione le loro
Beretta 34 cal. 9 corto, inoltre alcuni militari erano armati con moschetto
automatico. Le dotazioni di reparto tipiche di un segmento di fanteria erano
invece costituite da:
-
fucili mitragliatrici;
-
mitragliatrici Breda;
-
bombe a mano SRCM;
-
mortai 45/81 – 47/82;
I reparti di
artiglieria erano invece equipaggiati con :
- 3 gruppo con
pezzi da 75/13 ( noto come gruppo someggiato),
- 3 gruppi con
pezzi da 75/18;
- 2 gruppi con
pezzi da 100/22;
- 2 gruppi con
pezzi 105/28
- 3 batterie
da 20 mm
c.a.;
- 4 batterie
57/50 contro carri;
- diverse
compagnie dotate di pezzi da 47/32
Bisogna in ultimo ricordare che successivamente
allo scioglimento il CIL sarà interamente riarmato con dotazioni di nuova
fabbricazione in uso alle truppe inglesi, dalle quali oltre agli armamenti
riceverà anche le divise e tutte le ulteriori dotazioni necessarie al nuovo
armamento dei gruppi di combattimento.
Dunque aspetto singolare è
l’estrema versatilità con cui i reparti combattenti, fino alla battaglia di
Filottrano utilizzano armi e mezzi di produzione nazionale, passando
successivamente ad affrontare le altre campagne con nuovi armamenti ed anche
con divise degli alleati, sperimentando direttamente sul campo le nuove
dotazioni affidate.
In conclusione per quanto in
ultimo accennato, volendo adottare un azzardato parallelismo con quanto oggi avviene, secondo le nuove
dottrina di sperimentazione degli armamenti, dove gli stessi sono testati e
adottati direttamente in teatro, si può sicuramente affermare che il glorioso
CIL, inconsapevolmente ma sicuramente con i risultati che oggi sarebbero più
che mai attuali, il reparto con l’utilizzo in combattimento dei nuovi e diversi
armamenti degli alleati, è stato precursore di tale teoria adottando inoltre,
come nel caso del fucile mitragliatore MAB 38 scelte sulle sua capacità di
fuoco rispetto all’omologo armamento proposto dagli alleati.
BIBLIOGRAFIA
- Conti G. “Il 1° Raggruppamento motorizzato Italiano(1943-1944)”, Stato
Maggiore Esercito, Ufficio storico, Roma 1984.
- Crapanzano S.E. “Il Corpo italiano di Liberazione
(aprile-settembre 1944)” , Stato Maggiore Esercito, Ufficio Storico, Roma
1971.
- Coltrinari M. “31 marzo 1944: Monte Marrone”
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