A
Creta, all’inizio del 1944 il quadro generale della situazione dei soldati
italiani era sostanzialmente mutato rispetto a quello delineatosi all’indomani
della fine dei combattimenti nell’autunno del 1943. Erano ancora in vita le due
organizzazioni create nel novembre del 1943 create dal S. Ten Riccioni, il
fronte italiano clandestino, che operava fra i soldati italiana aderenti ed “i
franchi tiratori”, composto da soldati italiani non aderenti datisi alla
macchia. Entrambe le organizzazioni erano dedite alla raccolta delle
informazioni e quindi in contatto con ufficiali di collegamento alleati
presenti sull’isola, ed al sabotaggio.
I
Tedeschi avevano provveduto a trasferire il maggior numero di soldati italiani
non aderenti in continente, secondo gli ordini di Berlino, basati sulla
necessità di avere mano d’opera in Germania. Nella tarda primavera del 1944
significative aliquote di forze tedesche furono trasferite da Creta bella
Grecia continentale; fu questo uno dei motivi per cui il Comando tedesco
concesse magnanimamente una interessata amnistia ai soldati italiani “franchi
tiratori”. Le forze tedesche passarono da 10/12.000 uomini a una consistenza di
4/500 uomini. Fu costruito un perimetro difensivo di 20 km con epicentro La
Canea, che formò un unico caposaldo, mentre il resto del territorio fu
abbandonato dai tedeschi. Nel mese di settembre il S. Ten Riccioni ha alle sue
dipendenze circa 400 uomini armati e pronti all’azione; emergono come per il
resto della Grecia le difficoltà, ovvero elementi della resistenza greca e la
stessa popolazione di Creta vedono negli italiani non combattenti contro i
tedeschi, ma solo ed ancora come occupatori e le lor azioni vengono
interpretate come un nuovo modo per poi riprendere il potere a Creta. In questo
quadro, anche per il fatto che ormai il numero dei soldati italiani in armi
aveva raggiunto le oltre 2000 unità, anche in virtù delle pressioni della Missione
Alleata, fu creato l’Ufficio Raccolta Italiani Liberi in Creta che ebbe il
compito di raccogliere tutti gli i militari italiani che vagavano per l’isola
ed evacuarli in continente il più presto possibile. Questa azione diede i suoi
frutti e nel mese di dicembre 1944 ci furono i primi due imbarchi con
destinazione Alessandria d’Egitto. Creta fu dichiara nel settembre 1944
“piazzaforte” come Rodi e Lero. La presenza di militari italiani aderenti
rimaneva consistente dando vita ad una terza fase che si concluderà solo con la
fine della guerra. I soldati italiani aderenti, che inizialmente erano stati
frammischiati ai reparti tedesco, nel settembre 1944 furono su decisione dei
tedeschi raggruppati in un’unica unità interamente italia, che fu definita la
“Legione volontari”, su tre battaglioni, che si affiancava alla Legione della
M.V.S.N. che aveva aderito nei giorni armistiziali. In totale 3-400 uomini a
cui dovrebbero essere sottratti tutti coloro che furono “depurati” e quindi
andarono a ripopolare i campi di concentramento lasciati vuoti dagli
I.M.I. a suo tempo trasportati in
continente. La “Legione” fu oggetto dell’attività dei “franchi tiratori”, come
vedremo per tutti i mesi del 1945 fino alla fine della guerra
Nelle
misure preventive per lo sgombero dell’area balcanica in relazione
all’andamento delle operazioni sia ad oriente che in Grecia, i tedeschi
progettarono misure per ritirare il maggior numero di propri soldati dalle
isole dell’Egeo, mentre, data le difficoltà dei trasporti marittimi ed aerei
inizialemnte di larga massima diedero ordini di non trasportare i soldati non
aderenti che dovevano essere lasciati sul posto. Nella seconda metà del 1944
quando l’ordine di sgombero divenne attuativo, fu dato orine di non trasportare
in continente anche gli aderenti, e tale ordine divenne tassativo nel
settembre-ottobre 1944. Nel 1944 la Wehrmacht sgomberò le isole greche nelle
date segnate tra parentesi: Lesbo e Chio (11 settembre) Zacinto (12 settembre)
Cefalonia (13 settembre) Simi (26 settembre) Corfù (30 settembre) Samo (-1
ottobre) Stampalia (2 ottobre) Nisiro e Scarpanto (6 ottobre) e Lemno (18
ottobre). Per inciso i porti principali di arrivo dalle isole greche erano
Atene e Salonicco. Quando a fine ottobre 1944 si rese necessario sgombrare anche
Salonicco non fu più possibile recuperare i soldati tedeschi di Creta, Rodi e
Lero. Queste isole furono dichiarate “piazzeforti” con l’ordine di difendersi
fino all’ultima cartuccia. Rimasero così a Creta 11.828 tedeschi e 4737
italiani; a Rodi 6356 tedeschi e 4097 italiani, a Lero 3228 tedeschi e 809
italiani, a Coo 1116 tedeschi e 611 italiani e a Calino 193 tedeschi ed 1
italiano. Nelle isole greche, all’indomani della ritirata tedesca, nell’autunno
del 1944 erano rimasti circa 10255 soldati italiani, dei quali 7455 aderenti e
circa 2800 non aderenti.