“L’AFFONDAMENTO DEL PIROSCAFO REQUISITO “CONTE ROSSO” - 24 MAGGIO 1941”.
APPENDICE 03/2025 DEL 01.07.2025
L’AZIONE DI SOCCORSO DEL MOTOVELIERO “ELSA”
Nell’ottobre del 2023 l’Istituto del Nastro Azzurro Fra Combattenti Decorati al Valor
Militare ha pubblicato, a cura del suo Centro Studi sul Valor Militare (CESVAM)
e per i tipi Archeoares, il saggio di Marco Montagnani,
“L’affondamento del Piroscafo requisito “Conte Rosso” - 24 maggio 1941”. Oramai
pressoché esaurito.
L’Autore
vuole divulgare, con cadenza mensile, salvo imprevisti o contingenze, appendici di ciò che per vari motivi non ha trovato posto nell’opera pur essendo
interessante, compresi aggiornamenti e correzioni ai suoi contenuti e le novità
importanti relative alla tragica storia del Piroscafo.
Ogni appendice è caratterizzata dalla
sintetica significatività dei suoi contenuti.
Chiunque volesse fornire a titolo gratuito
materiali per questa rubrica, la cui pubblicazione sarà insindacabilmente
valutata dalla Redazione, potrà scrivere all’indirizzo: federazione.asti@istitutonastroazzurro.org allegando la liberatoria che ne autorizza
la divulgazione. Detti materiali
non saranno restituiti salvo particolari accordi.
L’AZIONE DI SOCCORSO DEL
MOTOVELIERO “ELSA”
“Giuseppe Padovani, comandante del motoveliero “Elsa” – requisito
nel giugno del 1940 e messo a disposizione della Regia Marina Italiana – e i
suoi marinai riuscirono a salvare trentacinque naufraghi del transatlantico
“Conte Rosso”, affondato nel Mediterraneo centrale»
Il
grande piroscafo “Conte Rosso” era partito la mattina alle quattro del 24
maggio 1941 da Napoli […]. In occasione del suo affondamento, il motoveliero
Elsa del Compartimento di Rimini – che da circa un anno prestava servizio di
vigilanza antiaerea presso una base della Sicilia –, riceveva l’ordine di
salpare immediatamente per cooperare al salvataggio dei naufraghi. Gli
intrepidi marinai riminesi, ad onta del mare tempestoso avvolto nella più
assoluta oscurità, obbedivano all’ordine ricevuto e senza alcun indugio si
mettevano al seguito di una grossa unità navale per raggiungere il luogo.
Durante il tragitto, a causa del buio, perdevano il contatto. Privi della loro
guida e senza alcun orientamento di rotta, i nostri marinai vagarono sino alle
prime luci dell’alba, quando, fortunatamente, avendo scorto sul mare alcune
tracce del naufragio, riuscirono ad avere un punto di riferimento per
proseguire le ricerche e compiere l’atto altamente umano per cui si erano mossi
dalla base. Avvistata finalmente una zattera, con manovre assai difficili per la
furia degli elementi marini, riuscivano ad accostarla e a prendere a bordo del
loro motoveliero i ventuno uomini che vi si trovavano, alcuni dei quali feriti.
Successive ricerche portavano alla scoperta di un’altra zattera con altri
naufraghi che furono tratti a bordo dell’“Elsa”. Dopo aver scrutato ancora
invano la distesa infinita del mare per scorgere altri scampati al naufragio, i
nostri bravi marinai deliberarono di ritornare a terra, anche perché gli uomini
raccolti avevano bisogno di ristoro e di cure. Trentacinque furono le persone
salvate da Giuseppe Padovani e dai suoi valorosi marinai (dalla rivista
ARIMINUM – Anno XIX, n. 3, Maggio Giugno 2012).
Nessun commento:
Posta un commento